NBA, risultati della notte: Embiid salva i Sixers, Harden ritorno trionfale a Houston
Una tripla difficilissima di un Joel Embiid da 40 punti forza il supplementare vinto da Philadelphia contro Utah, arrivata alla terzo ko nelle ultime quattro (con Mitchell espulso). James Harden chiude in tripla doppia al suo primo ritorno a Houston da avversario. Bene Gallinari con 23 punti partendo in quintetto nel successo di Atlanta a Orlando, perdono i Pelicans di Melli non entrato in campo. Vanno ko sia i Lakers senza LeBron che Golden State in casa di Portland, decisivo Lillard
PHILADELPHIA 76ERS-UTAH JAZZ 131-123 OT | Lo scontro tra le due prime della classe in NBA non tradisce le attese e si risolve solamente dopo un tempo supplementare, regalando anche momenti memorabili e polemiche arbitrali. In una sfida con quattro All-Star in campo, a decidere la partita è stato sicuramente Joel Embiid, assente nella partita del 15 febbraio a Salt Lake City e determinante per la 24^ vittoria stagionale dei suoi, infliggendo ai Jazz il terzo ko nelle ultime quattro partite
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Il centro dei Sixers ha chiuso con 40 punti e 19 rimbalzi, ma soprattutto ha firmato la tripla del pareggio a 5.9 secondi dalla fine arretrando fino alla linea del tiro da tre in step back dopo una finta, per uno dei canestri più incredibili della sua stagione da MVP. Mike Conley ha poi avuto il tiro per vincere ma non è andato a segno con il runner dalla linea del tiro libero, lasciando spazio a Tobias Harris che ha deciso il supplementare con 11 dei suoi 22 punti
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Con i Sixers avanti di tre lunghezze a 1:37 dalla fine, a Donovan Mitchell è stato fischiato un fallo in attacco decisamente discutibile che lo ha fatto andare su tutte le furie, costandogli due falli tecnici in rapida successione e l’espulsione nell’overtime. “Provo a non lamentarmi mai degli arbitri, ma la situazione è fuori controllo” ha attaccato al termine di una partita da 33 punti, 8 rimbalzi e 6 assist pur con 12/34 al tiro. “Continuano a prenderci in giro, è ridicolo quello che sta succedendo. Sono stanco, lo siamo tutti. La lega deve farci qualcosa”
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HOUSTON ROCKETS-BROOKLYN NETS 114-132 | È in qualche modo ironico che la tredicesima sconfitta consecutiva dei Rockets arrivi per mano del numero 13 più importante della loro storia. La maglia di James Harden un giorno verrà appesa al Toyota Center, ma nel frattempo il Barba continua a guidare i Nets alla scalata della Eastern Conference, raggiungendo la decima vittoria nelle ultime 11 nonché il settimo successo consecutivo in trasferta (record di franchigia)
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Harden, che è stato accolto da un mix di fischi e applausi dai 3.615 tifosi presenti sugli spalti, ha portato i suoi alla vittoria con la specialità della casa, una tripla doppia sfiorando i trenta punti. Per lui alla fine ce ne sono 29 con 10 rimbalzi e 14 assist, ritoccando il record a 17-7 da quando è arrivato — ancora più impressionante considerando che Irving e Durant hanno giocato solo a sprazzi. Per coach Nash ci sono 24 punti proprio di Irving e 19 di Joe Harris con un’altra buona prova di Bruce Brown da 17
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Per motivi di infortuni i Rockets avevano solo otto giocatori disponibili, provando a riaprire i giochi con un parziale di 10-0 a otto minuti dalla fine per tornare a -8. I Nets hanno però risposto con due triple di Harden, rendendo inutili i 36 punti di John Wall e i 33 di Victor Oladipo, entrambi al loro massimo stagionale con 5 triple a segno ciascuno (su 23 tentativi combinati)
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ORLANDO MAGIC-ATLANTA HAWKS 112-115 | Seconda vittoria su due in panchina da capo allenatore per coach McMillan, ma questa arriva dopo che i suoi Hawks completano una rimonta da -19 all’intervallo (61-42). E le rimonte nella NBA moderna si fanno con il tiro da tre punti: nel 21/45 dall’arco complessivo di Atlanta, c’è un clamoroso 9/13 da tre punti nell’ultimo quarto, quando Trae Young e Danilo Gallinari (in quintetto per l’assenza di Clint Capela, alle prese con un tallone dolorante) si prendono il palcoscenico
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L’azzurro era stato titolare solo all’opener stagionale contro i Chicago Bulls ma coach McMillan lo promuove subito in quintetto e Gallinari risponde con la sua seconda miglior prestazione stagionale. Con Young è l'anima della rimonta di Atlanta, sotto di 19 all'intervallo: 15 dei suoi 23 punti arrivano nel secondo tempo, quando manda a bersaglio anche tutte le 5 triple della sua serata (8/18 al tiro con 5/10 da tre per lui). Ma non finisce qui: "Il Gallo" chiude anche con i suoi massimi stagionali per rimbalzi (9), assist (6) e recuperi (2, eguagliato)
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“Volevamo arrivare alla sosta per l’All-Star Game su una nota positiva”, dice Trae Young commentando la vittoria dei suoi Hawks, di cui è il principale responsabile per aver guidato con 20 dei suoi 32 punti di serata la rimonta da -19 dopo l’intervallo. Suo anche il libero che porta in vantaggio Atlanta a 8 secondi dalla fine, in una serata da 9/19 al tiro con 4 triple a segno ma una costante presenza in lunetta (10/11 ai liberi per lui alla sirena). Otto assist e due recuperi completano il suo boxscore
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NEW ORLEANS PELICANS-CHICAGO BULLS 124-128 | Chicago sembra averla vinta quando nel quarto quarto è ancora davanti di 18 punti (dopo un massimo vantaggio di +19) ma New Orleans ha altre idee: furiosa rimonta dei Pelicans che arrivano anche a -4 nel finale, quando gli errori dalla lunetta di Jaxson Hayes e Zion Williamson (solo 8/16 per lui, tornato ad allenarsi ai liberi sul campo deserto a fine gara) condannano la squadra della Louisiana. Oltre al solito LaVine, Chicago ha 25 punti da Coby White e di squadra tira con oltre il 51%
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Per “solito LaVine” si intende una prestazione da 36 punti e 8 assist, realizzando anche un canestro in avvicinamento e quattro tiri liberi nell’ultimo minuto di gioco per tenere a bada la rimonta di New Orleans. L’All-Star di Chicago è riuscito così a cancellare un periodo di tre minuti in cui i suoi hanno sbagliato tutti i cinque tiri tentati e commesso tre palle perse, limitando però i danni con una grande prestazione a rimbalzo d’attacco (13 per 20 punti da seconda opportunità)
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DALLAS MAVERICKS-OKLAHOMA CITY THUNDER 87-78 | Senza Doncic a riposo per un dolorino alla schiena (ma ci sarà per l’All-Star Game) Dallas vince senza troppe preoccupazioni la 10^ gara delle ultime 13 nonostante un quarto quarto da solo 12 punti, in una partita dal punteggio bassissimo e dalle orrende percentuali al tiro (nessuna delle due squadre supera il 40% dal campo e il 25% da tre punti). Il migliore dei Mavs è Kristaps Porzingis, in doppia doppia con 19 punti e 13 rimbalzi, ma 19 ne mette anche Tim Hardaway Jr. dalla panchina.
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TORONTO RAPTORS-DETROIT PISTONS 105-129 | Dopo la vittoria all’esordio da capo allenatore, Sergio Scariolo conosce anche la 1^ sconfitta della sua carriera NBA alla guida di un roster di Toronto in piena emergenza, che deve fare a meno di Pascal Siakam, Fred VanVleet, OG Anunoby, Malachi Flynn e Patrick McCaw. Ne approfittano i Pistons che interrompono una striscia di tre sconfitte grazie ai 25 punti di Wayne Ellington ma soprattutto alla serata da record statistico di Dennis Smith Jr. e Mason Plumlee con entrambi i giocatori in tripla doppia
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CLEVELAND CAVALIERS-INDIANA PACERS 111-114 | Indiana interrompe la striscia di quattro sconfitte consecutive rimontando 19 punti nel terzo quarto e chiudendo i conti con un’ultima frazione da 32-21. Malcolm Brogdon segna 29 punti e l’All-Star Sabonis ne aggiunge 18, rendendo inutili i 32 con 10 assist di Collin Sexton insieme ai 17+11 di Jarrett Allen, con i Cavs che pagano le 26 palle perse fermando a quattro la loro striscia di successi
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Solo 4 rimbalzi, eppure tripla doppia. Si può fare, se di nome fai TJ McConnell. La guardia degli Indiana Pacers nella sfida contro Cleveland ha chiuso con 16 punti, 13 assist e 10 recuperi mettendo a segno la sua seconda tripla doppia in carriera e stabilendo un record NBA, effettuando 9 dei suoi 10 recuperi nel primo tempo. Dopo la partita è stato festeggiato con una bella secchiata di acqua ghiacciata: "È stato bello e terribile allo stesso momento, se può avere un senso" ha detto con un sorriso
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MINNESOTA TIMBERWOLVES-CHARLOTTE HORNETS 102-135 | Arriva nel terzo quarto il colpo del ko degli Hornets (36-20 il parziale) da cui i Timberwolves non si riprendono più: 18 di quei 36 punti li firma Terry Rozier, con 5 triple a segno nel quarto, ma la vittoria di Charlotte su Minnesota è anche quella dell terza scelta assoluta all’ultimo Draft LaMelo Ball (19 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 4/5 da tre per lui) contro la prima chiamata assoluta Anthony Edwards (19 anche per lui, ma con 1/10 dall’arco). È il nono ko in fila per Minnesta, il 13° nelle ultime 14 gare
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Dopo aver segnato almeno 30 punti in 4 gare in fila dal 10 al 20 febbraio, Terry Rozier riprende questa buona abitudine firmando 18 dei 31 punti con cui affossa Minnesota nel terzo quarto, quello in cui gli Hornets scavano il solco decisivo. Per il n°3 di Charlotte serata da oltre il 50% dal campo (12/21) e un ottimo 6/12 da tre punti, ma anche 4 assist e 3 recuperi
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SACRAMENTO KINGS-LOS ANGELES LAKERS 123-120 | Senza LeBron James e Anthony Davis (ma anche Marc Gasol e Alex Caruso) i Lakers se la giocano fino alla fine in rimonta contro i Kings ma escono da Sacramento sconfitti contro una squadra che aveva perso 10 delle ultime 11 gare disputate. Decisivi due liberi nel finale di Harrison Barnes, la squadra di coach Walton manda tre giocatori a quota 20 o più punti: ne segna 29 Buddy Hield (con 11/15 al tiro e un ottimo 7/11 dall’arco), ce ne sono 23 con 8 assist (ma anche 7 perse) per De’Aaron Fox e 20 proprio per Barnes
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In casa Lakers, oltre alle tante assenze, si sono aggiunte anche le disavventure di Kyle Kuzma. Il numero 0 ha avuto un test dall’esito inconcludente nella mattinata ed è dovuto rimanere per 4 ore in isolamento nella sua camera d’albergo. Poi la sua negatività è stata confermata ed è dovuto correre all’arena, arrivando a 30 minuti dalla palla a due. Poi è sceso in campo e ha chiuso con 25 punti (solo Schroeder meglio con 28), sbagliando però la tripla del pareggio sulla sirena. “Giornatina, eh?” ha detto ai media
PORTLAND TRAIL BLAZERS-GOLDEN STATE WARRIORS 108-106 | È sempre Dame Time. Anche contro uno Steph Curry in serata, Damian Lillard trova il modo di decidere un’altra partita nell’ultimo minuto di gioco, prima con una tripla in step back per il sorpasso a 13.7 secondi dalla fine e poi mettendosi sotto Draymond Green per prendere lo sfondamento decisivo in difesa. Alla fine sono 22 i suoi punti, gli stessi di Carmelo Anthony dalla panchina insieme ai 15 a testa di Covington e Trent Jr.
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Dopo i 62 punti realizzati nel primo incontro stagionale con Portland, Curry ne mette altri 23 nel primo tempo ma poi si ferma a 35, mancando il colpo del KO nel secondo tempo. Curry infatti non è riuscito a difendere i 5 punti di vantaggio conquistati a 4 minuti dalla fine dopo la sua quinta tripla di serata. Senza Kelly Oubre infortunatosi al polso tentando una schiacciata in allenamento, non c’è molto oltre i 12 assist di Green per armare la mano di Wiggins (14 punti) e Bazemore (12 alla sua prima in quintetto)