NBA, Durant, Green e la lite fatale agli Warriors: "Hanno sbagliato Kerr e Myers"
Per molti il litigio tra Kevin Durant e Draymond Green al termine di una gara di novembre 2018 contro i Clippers è stato il motivo della dipartita di KD verso Brooklyn. Ora entrambi spiegano la propria verità: "Non è stato il litigio in sé. È stato il modo in cui è stato gestito". E puntano il dito contro allenatore e GM di Golden State
"CHIPS, CON DRAYMOND GREEN" | Si chiama "Chips" il formato che Bleacher Report ha affidato a Draymond Green e il nome prende spunto dalla famosa espressione americana "chip on a shoulder", ovvero quel sentimento di rivalsa, di dimostrare qualcosa a qualcuno, che - conferma Green - tutti i giocatori NBA hanno dentro di loro. Ospite della puntata niente meno che Kevin Durant: erano attesi i fuochi d'artificio, e i fuochi d'artificio non sono mancati. Ecco quello che hanno detto
PERCHE' TEXAS | Le prime domande di Green al suo ex compagno hanno scavato nel passato del giocatore: dominante già a livello liceale, perché la scelta di un college non certo di primissimo livello assoluto come Texas? "Vero, il Texas è uno stato dominato dal football, ma ai Longhorns sono passati anche tanti ottimi giocatori di basket. E poi c'è Austin, una vera e propria città, non un paesino conosciuto solo per il college. Per me è stata una situazione perfetta"
GLI ANNI A OKC, LA CONDANNA A ESSERE "IL N°2" | "Sono stufo di essere il n°2", dice a un punto della sua carriera KD. Green chiede di spiegare meglio l'affermazione: "Avevo appena perso le finali NBA [nel 2012, contro gli Heat di LeBron James, ndr], e tutti a farmi e farci i complimenti. Siete stati super, avete fatto tutto il possibile, siete ancora giovani, il vostro momento arriverà. A me non imporatava: io volevo vincere quella serie, volevo vincere il titolo. La gente invece voleva che io accettassi di buon grado di essere secondo"
IL PASSAGGIO AI GOLDEN STATE WARRIORS | Durant usa una bellissima espressione: "colpire due uccelli con un solo sasso". Ovvero: la scelta di lasciare OKC per la Baia era sia "una decisione strettamente tecnica, legata alla pallacanestro", ma allo stesso tempo anche la volontà "di fare solo quello che volevo io, fregandomene di tutto quello che diceva o avrebbe detto la gente".
DURANT AGLI WARRIORS: SCELTA GIUSTA? | Sono passati 5 anni da quella decisione e KD al riguardo ha le idee chiare: "Una scelta giustissima, non c'è il minimo dubbio. La rifarei un milione di volte ancora", dice al suo ex compagno a Golden State
L'INFORTUNIO IN FINALE 2019 | Tutti si ricordano come sono andate le finali NBA 2019 per Kevin Durant. Con i suoi Warriors reduci da due titoli consecutivi, KD è ai box per le prime quattro gare, infortunato. Prova un miracoloso rientro in gara-5, ma il suo tendine cede dopo solo 11 minuti. "Avremmo vinto il terzo titolo senza il tuo infortunio", dice Green. "E anche facilmente", conferma Durant. Alla faccia dei Raptors...
IL TERZO ANNO DI KD SECONDO GREEN | Epilogo (sfortunato) a parte, Draymond Green ha una sua chiara opinione sulla terza stagione di Durant in maglia Warriors: "Sei rimasto solo perché inseguivamo il threepeat, e quello era l'unico obiettivo, ma in realtà la tua testa era già altrove. Dopo la fine del tuo secondo anno tu già pensavi alla prossima opportunità nella tua carriera". KD non risponde direttamente, ma giustifica quello che è sembrato un certo distacco con un focus incredibile solo sull'obiettivo finale
LA FAMOSA LITE NELLA GARA CONTRO I CLIPPERS | Per molti il plateale screzio Green-Durant alla fine di un Clippers-Warriors del novembre 2018 è alla base della scelta di KD di lasciare Golden State a fine anno. Ed è proprio questa la domanda che il n°23 dei californiani rivolge al suo ex compagno (aggiungendo scherzoso: "Devo saperlo, ne va della mia sanità mentale, la gente mi ha crocifisso da allora")
LE RESPONSABILITA' DI STEVE KERR E BOB MYERS | Durant risponde sincero: "Non è stato il litigio in sé. È stato il modo in cui la franchigia ha voluto gestire la cosa. Steve Kerr si è comportato come se non fosse successo niente; Bob Myers ha pensato soltanto a punirti. Avremmo dovuto affrontarlo da squadra, tutti assieme, secondo quello che era lo stile della nostra squadra: una famiglia, con grande attenzione alla comunicazione. Non è successo"
DURANT E IL PARAGONE CON PIPPEN E I BULLS DI MJ | KD cita come esempio la scena di "The Last Dance" quando i Bulls raccontano come hanno gestito la decisione di Scottie Pippen di non rientrare in campo in un possesso decisivo. "Tutta la squadra, tutto lo spogliatoio, ha fatto capire a Pippen che aveva sbagliato. Doveva succedere anche nei nostri confronti. Invece noi ci abbiamo girato attorno, e la cosa mi è sembrata dannatamente strana"
GREEN E LE SCUSE (IMPOSTE) | Al ritorno da Los Angeles, Green racconta di come lo staff degli Warriors ha provato (per un'ora e tre quarti - e poi ancora la mattina dopo) a costringere il giocatore a delle scuse formali. "Gli unici che possiamo davvero risolvere questa cosa siamo io e K", la sua posizione, seguita da un avvertimento: "Se invece volete fare a modo vostro, finirete per rovinare tutto. E per me così hanno fatto: hanno rovinato tutto". "La penso allo stesso modo", conferma Durant
GREEN A MYERS: "O RIDO O TI INSULTO" | Green ricorda anche la conversazione avuta con il GM della squadra Bob Myers: "Dovremo multarti", la sua conclusione. "Gli ho letteralmente riso in faccia", ricorda il giocatore, che racconta anche della reazione non certo felice del suo GM: "Non mi aspettavo certo che ridessi". "O rido o ti insulto: e allora scelgo di ridere, perché per me questo vostro comportamento è divertente"
LE PAROLE DI KD PER GREEN | Affrontato l'argomento più scottante, Durant ha parole di apprezzamento per il suo ex compagno: "La NBA può essere un mondo che porta le persone a conformarsi. I ragazzi arrivano nella lega e sono spinti ad adattarsi al sistema. Tu non lo hai mai fatto. Tu non hai mai chiesto scusa a nessuno per le cose che hai detto e i comportamenti che hai tenuto. Sei sempre stato fedele a te stesso, e io questo lo ammiro"
DURANT, UN RAPPORTO COMPLICATO CON I FAN | Sempre sotto la lente d'ingrandimento, scrutinata ogni sua parola, ogni suo comportamento. Tifosi sempre pronti a criticarlo. Durant ha una teoria molto chiara sul perché: "Non ci hanno perdonato di aver battutto i Cavs tre volte in finale, non ci hanno perdonato le nostre vittorie. La gente era invidiosa che fossimo così forti"
KD, ODIO/AMORE CON I SOCIAL NETWORK | Il famoso "burner account", i tweet di risposta ai tifosi, le liti sui social, le polemiche senza fine. Green chiede a Durant del perché di tutto questo: "Non sono mica l'unico a farlo: tu fai lo stesso, Damian Lillard e C.J. McCollum anche. Ma la gente se la prende con me, e sapete perché? Perché la gente è ancora infuriata con me perché ho scelto di lasciare OKC per giocare negli Warriors. Twitter non c'entra niente: è triste, perché sono passati un sacco di anni da quella decisione, ma è così"
UNA FRECCIATINA ALLE FINALI NBA 2021 | Green premette che vorrebbe tanto "vedere Devin Booker vincere un titolo", ma poi dichiara: "Non credo si possa paragonare l'ultima finale tra Bucks e Suns alle nostre sfide contro i Cavs, o anche a quella contro i Raptors". Durant è d'accordo con lui: "No, assolutamente"
RIMPIANTI? | Green prova a stuzzicare Durant sul rimpianto di non aver vinto altri titoli in maglia Warriors. "No, nessun rimpianto, abbiamo fatto quello che devevamo fare", risponde immediatamente KD. Ma poi aggiunge: "Peccato per l'anno del threepeat. Ci eravamo così vicini. Avrei voluto vincere. Ma non è un rimpianto". Ci assomiglia tanto, però...
DURANT SPIEGA LE CRITICHE A KYRIE IRVING | Spesso additato come il problema nello spogliatoio dei Brooklyn Nets, Kyrie Irving vede ingrossarsi sempre più la fila dei suoi detrattori: "Per un motivo soltanto", spiega Durant: "Alla gente non è andata giù che abbia scelto di lasciare Cleveland e Boston. Niente più di questo. Non ha fatto del male a nessuno, e vederlo giocare è fantastico. Ma la gente gli rinfaccia le sue decisioni professionali"
IL FUTURO DI KD DOPO IL BASKET | Sembra avere le idee chiare, il n°7 dei Brooklyn Nets: "Voglio senza dubbio restare coinvolto nella pallacanestro perché penso di avere un sacco di conoscenze che possono essere utili. Che sia allenando, facendo il GM, magari anche diventando proprietario. E poi ho molti altri interessi: il mondo della tecnologia, quello dei media. Voglio avere più opzioni possibili"
DURANT NON CERCA LA FELICITA' | Un'ultima riflessione è sul concetto di felicità: "Non mi piace neppure usare il termine. Non voglio inseguire la felicità, comporta troppi alti e bassi, non si adatta al meglio a come voglio vivere la mia vita. Io voglio soltanto essere in pace, godere il fatto di essere vivo su questa Terra. Non voglio essere un giorno felice e quello dopo triste: voglio godermi i momenti e mantenere un certo equilibrio, una certa stabilità"