Il segreto di ogni fantasquadra che si rispetti è saper scegliere giocatori che eccedono il loro costo: in questa lista troverete 20 consigli di giocatori divisi tra backcourt e frontcourt per tutti i tipi di costi e gusti, dai top assoluti a giovani con grande potenziale inespresso e colpi a bassissimo costo per completare la panchina. Ecco chi vi consigliamo per battere la concorrenza
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- Esattamente come accade nella NBA reale, il “massimo salariale” rivede al ribasso il reale contributo di un giocatore. Doncic è il giocatore che costa di più tra quelli del backcourt, ma è anche ampiamente quello che produce di più in termini assoluti (3.747,3 fantapunti lo scorso anno) e parametrandolo ai minuti giocati (rapporto 1.58:1). Il suo valore è più vicino ai 20 che ai 17.5 con cui potete prenderlo: non lasciatevelo sfuggire
- Nel caso di Cunningham bisogna fare un po’ di “voto di fede” e basarsi sull’istinto, visto che la passata stagione è stata quasi completamente persa per infortunio. Ma quanto visto negli allenamenti di Team USA in estate (nei quali è sembrato il miglior giocatore in campo) e un rapporto di produzione parametrata al minutaggio comunque positivo (1.13:1) fanno pensare a un salto di qualità
- Potrà non entusiasmare, ma lo scorso anno è stato estremamente produttivo: 2743.1 fantapunti (più di Irving, Harden, Curry, Booker e Haliburton, giusto per citarne cinque che costano più di lui) in 2.610 minuti, posizionandosi dietro solamente a Doncic nel rapporto tra produzione e costo iniziale. Bisogna scommettere su una conferma a quei livelli, ma con uno Zion Williamson in più da poter servire i suoi numeri negli assist potrebbero anche salire
- Mettiamola così: lo scorso anno, in una squadra in cui non era certamente la prima opzione offensiva e con i ben noti problemi di spogliatoio che hanno contrassegnato la stagione, ha prodotto quasi 2.500 fantapunti in 2.418 minuti. A Washington avrà il pallone tra le mani per fare il bello e il cattivo tempo: in un gioco che non punisce le cattive percentuali al tiro, diventa un acquisto molto intrigante
- Un po’ come per Cunningham, anche qui bisogna affidarsi più all’istinto che alle basi statistiche, visto che ha disputato appena 1.161 minuti lo scorso anno per via degli infortuni. Ma in quel breve periodo ha fatto intravedere grandi miglioramenti, che potrebbero beneficiare ulteriormente della presenza di un catalizzatore di attenzioni come Victor Wembanyama. A fine anno non stupitevi se sarà lui il miglior realizzatore in casa Spurs
- La situazione nella rotazione di Portland non è ancora del tutto chiara, visto che bisognerà capire quanto spazio vorrà Malcolm Brogdon, ma ci sono pochi dubbi che lui e Scoot Henderson siano i due giocatori attorno al quale costruire la franchigia. A differenza degli altri in questa classifica i numeri non sono necessariamente dalla sua (1.316,2 fantapunti in 1.741 minuti), ma scommettete sul miglioramento dal primo al secondo anno
- A Dallas si sono accorti forse troppo tardi che meritava maggiore spazio, visto che quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene (rapporto fantapunti:minuti di 0.94) pur essendo una matricola. Certo, davanti due mostri sacri come Doncic e Irving chiudono gli spazi, così come gli arrivi di Dante Exum e Seth Curry, ma a quel prezzo vale la pena provarci
- Lo scorso anno è rimasto inchiodato alla panchina per via della presenza di Marcus Smart, Derrick White e Malcolm Brogdon nel suo ruolo, tanto da far pensare a una possibile cessione. Ora Smart è volato a Memphis e Brogdon a Portland: dietro White e Holiday si aprono minuti e opportunità per lui, a un costo a dir poco da saldo
- Tra lui, Jokic e Embiid c’è davvero l’imbarazzo della scelta, come accade ormai da cinque anni per il premio di MVP che si sono spartiti sempre quei tre. Antetokounmpo qui si fa preferire per il costo (mezzo punto in meno degli altri due, che comunque fa comodo) e per la produzione al minuto (1.73:1, la più alta di tutto il gioco) che, con un’operazione alle spalle per risolvere un ginocchio ballerino e Lillard al fianco, potrebbe salire ulteriormente
- Piaccia o non piaccia, la sua produttività non si può negare: nel rapporto tra fantapunti realizzati lo scorso anno (3.140,1) e costo (14) non c’è nessuno che faccia meglio di lui, neanche Doncic e Jokic. Tutto sta nella vostra sensibilità: riuscirà a confermare i numeri avuti lo scorso anno oppure c’è da aspettarsi un calo generalizzato?
- Lo scorso anno ha fatto molto bene: pur cominciando la stagione come riserva (è diventato titolare stabilmente solo a gennaio), ha chiuso con più di 2.000 fantapunti in meno di 1.700 minuti, e tutto fa pensare che il prossimo anno — con una rotazione dei Jazz che non prevede nessuno in grado di insidiarne la titolarità — entrambi i numeri possano crescere ancora. Candidato numero 1 a vincere il premio delle stoppate, che in questo gioco valgono il triplo
- Nonostante l’infortunio al menisco subito a inizio settembre che gli farà saltare l’inizio della stagione, lo scorso anno ha fatto talmente bene da meritarsi le vostre attenzioni: quasi 2.000 fantapunti in 2.406 minuti, il tutto per un costo di 11 crediti e con ampi margini di miglioramento nonostante il ritorno in campo di Zion Williamson. Valutate bene quando prenderlo, ma non dimenticatevi di lui
- In una delle rare stagioni in cui gli infortuni non lo hanno tolto dai giochi fin da subito (pur limitandolo a soli 1.411 minuti), è stato estremamente produttivo per gli Spurs, chiudendo con un rapporto tra fantapunti e minutaggio di 1.33 (ai livelli di Sabonis, Porzingis e Durant, per intenderci). Anche con Wembanyama dovrebbe mantenere il suo posto da titolare: potrebbe regalare sorprese
- Se ne facciamo puramente una questione di quanto ha prodotto in rapporto allo spazio avuto, stiamo parlando di un top assoluto: 1.122,3 fantapunti prodotti in 815 minuti lo pongono al sesto posto tra i giocatori del frontcourt, ma costando la metà di quelli che gli stanno sopra (e anche sotto). Peccato che i minuti siano davvero pochi: nel caso in cui si facesse male Vucevic, però, ricordatevi del vecchio Andre
- Usato sicuro non si disprezza mai: non ruba l’occhio, ma porta sempre a casa il suo, come dimostrano i 1.131 fantapunti della passata stagione in poco più di 1.200 minuti. A quel costo, un giocatore da mettere in panchina che porta a casa più di 1.000 fantapunti stagionali fa sicuramente comodo, e in caso di infortunio di uno dei titolari è pronto a subentrare in entrambi i ruoli di lungo
- I tifosi dei Sixers lo hanno eletto a beniamino, molto probabilmente perché la sua attività in campo è fuori scala: lo scorso anno 887.9 punti in 720 minuti, con un rapporto ai livelli dei vari Kessler, Turner, Poeltl e Randle. L’infortunio di Montrezl Harrell dovrebbe affidargli il ruolo di vice-Embiid fin da subito, nonostante l’arrivo anche di Mo Bamba a portare competizione in uscita dalla panchina
- A costi bassi è difficile trovare un giocatore che parta titolare, eppure Toppin a Indianapolis ha una concreta chance di cominciare quantomeno la regular season nel quintetto base. Il resto starà alla sua crescita come giocatore dopo un paio di stagioni a New York in cui non è mai riuscito a emergere dall’ombra di Julius Randle: i passaggi illuminanti di Tyrese Haliburton riusciranno a farlo splendere? A quel prezzo, quasi obbligatorio per chiudere il roster
- Lo scorso anno è completamente sparito dai radar, perso nella panchina di Sacramento con coach Mike Brown che proprio non lo vedeva. A Dallas però sembra fatto dal sarto per poter giocare il pick and roll sia con Doncic che con Irving (o perché no un altro di questa lista come Jaden Hardy), e davanti a lui non ha un mostro sacro come Sabonis ma una concorrenza decisamente più battibile (il rookie Dereck Lively e il sempiterno Dwight Powell)
- Anche qui si parla di un “reclamation project”: nel suo anno da rookie aveva giocato talmente bene da meritarsi il quintetto base, mentre lo scorso anno complice un infortunio al ginocchio a inizio stagione non è più riuscito a tornare per davvero. Dopo un’estate (si spera) in salute e con l’addio di Dillon Brooks nel suo ruolo, si gioca la chance di tornare a costruire su quanto visto nell’anno da matricola
- In una panchina che ha perso punti di riferimento importanti come Bruce Brown, Jeff Green e Vlatko Cancar (quest’ultimo per infortunio), per Watson potrebbero aprirsi diversi minuti come riserva stabile nella rotazione di coach Michael Malone. A Denver ne parlano tutti benissimo: considerando il prezzo, potrebbe essere il perfetto “decimo” per chiudere la vostra rotazione