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Milano-Cortina 2026, Coventry (CIO) “Lo sport unisce”. Sullo sfondo l’assenza del Governo

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Sara Cometti

Sara Cometti

La presidente del Comitato olimpico internazionale Kirsty Coventry ha concluso la sua tre giorni a Milano in vista dei Giochi invernali del 2026. Ha parlato di una visita "molto positiva" sottolineando come “tra 140 giorni il mondo intero si unirà con noi nella meravigliosa Italia”.  Nel suo tour italiano la Coventry non ha incontrato però alcun rappresentante del Governo italiano. Il disappunto del Cio per l'assenza delle istituzioni

MILANO-CORTINA, ACCENSIONE FIAMMA OLIMPIACA LIVE

Si è conclusa a Milano la riunione del Comitato Esecutivo del CIO, a cui hanno preso parte Kirsty Coventry (presidente), Christian Klaue (Direttore comunicazione e affari pubblici), Pierre Ducrey (Sports Director) e James Macleod (Responsabile relazioni, solidarietà olimpica e olimpismo365): un momento di riflessione e di visione sul futuro del movimento olimpico, tra pace, inclusione e aggiornamenti sui prossimi appuntamenti a cinque cerchi. Oltre 80 persone, tra presenti e collegate. Ad aprire i lavori è stata Kirsty Coventry, presidente del Comitato Esecutivo, che ha definito lo stato dei preparativi per Milano Cortina 2026 “incredibile” e la visita nel complesso “molto positiva”. Ha parlato del concetto di Fusion, immaginato già nel 2014 e oggi finalmente in fase di realizzazione: in tutti i villaggi olimpici, ha detto, “si respirerà un’atmosfera unica, olimpica”. E ha lanciato un messaggio forte: “Tra 140 giorni il mondo intero si unirà con noi nella meravigliosa Italia”.

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In questo clima entusiastico, è passato quasi sotto silenzio un dettaglio non secondario: nella sua visita italiana Coventry non ha incontrato alcun rappresentante del Governo. Lo ha affermato lei stessa a domanda specifica, puntualizzando che altri membri del Comitato avranno modo di farlo nella prossima settimana, rendendo così quasi impercettibile quel disappunto affidato invece a una lettera indirizzata al Ministero dello Sport e trapelato solo in via non ufficiale a margine della conferenza.

Il cuore del dibattito è stato tutt’altro: il ruolo dello sport in un contesto mondiale segnato da conflitti. “Più che mai dobbiamo far vedere il bene e riaffermare il nostro impegno per la pace”, ha ribadito Coventry, annunciando una dichiarazione congiunta a tutela dei principi fondamentali dell’Olimpismo. Il CIO ribadisce: lo sport deve unire il mondo in una competizione pacifica. In un mondo scosso dal conflitto e dalla divisione, il Comitato Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale è fermo nella sua convinzione che lo sport debba rimanere un faro di speranza - una forza che riunisce il mondo intero in una competizione pacifica. Questo è al centro del Movimento Olimpico e deriva dai Principi Fondamentali dell’olimpismo*

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Lo sport che unisce e i casi Russia e Israele

Lo sport, ha aggiunto la Coventry, deve restare neutrale, un rifugio per i giovani, un luogo di unione e non di divisione. Proprio in questa cornice si inserisce la decisione di confermare per Milano Cortina l’approccio già adottato a Parigi 2024 per gli Atleti Neutrali Individuali con passaporto russo o bielorusso. Potrà gareggiare solo chi avrà ottenuto la qualificazione sul campo, a patto di non avere legami con esercito o apparati di sicurezza e di non aver sostenuto la guerra. Competizioni senza bandiera né inno nazionali, medaglie escluse dal conteggio dei Comitati Olimpici: un sistema che a Parigi, ha ricordato Coventry, “ha funzionato molto bene”.

Non sono mancate le domande più delicate. Sulla situazione in Israele, Coventry ha ribadito che “non è mai stata discussa l’ipotesi di escludere alcun Comitato” e che la sicurezza sarà garantita grazie al lavoro congiunto con autorità e organizzatori locali. Sul fronte più generale, ha sottolineato l’impegno massimo del Comitato Organizzatore Locale, che ha previsto diversi scenari e simulazioni per garantire impianti pronti e operativi al momento dei Giochi: “Non ho dubbi sul loro impegno, la collaborazione è strettissima”.

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Riassegnate alcune medaglie di Vancouver e Sochi

Si è discusso anche del tema delle categorie femminili, ancora in fase di valutazione. Coventry ha spiegato che “ogni sport va considerato con attenzione, attraverso gruppi di lavoro dedicati, con l’obiettivo di garantire giustizia ed equità”. Non ci sono vincoli di tempo stringenti, ha aggiunto, ma le decisioni richiedono “il giusto tempo”, senza accelerazioni superficiali.

Il Comitato ha poi approvato la riassegnazione di alcune medaglie olimpiche dei Giochi Invernali di Vancouver 2010 e Sochi 2014, dopo la squalifica per doping del russo Evgeny Ustyugov. I nuovi medagliati potranno ricevere i riconoscimenti anche in cerimonie ufficiali durante i Giochi di Milano Cortina 2026, così da avere finalmente la celebrazione che meritano. Il più “risarcito” da questo punto di vista, il biathleta francese Martin Fourcade, che ne aggiungerà così un’altra alla sua già cospicua collezione. 

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13 cambi di nazionalità per Milano-Cortina

Non sono mancati gli aggiornamenti sul fronte tecnico e organizzativo. Sono stati riconosciuti 13 cambi di nazionalità sportiva in vista di Milano Cortina, che permetteranno ad atleti di diverse discipline di gareggiare per nuovi Paesi. Per Los Angeles 2028 sono state introdotte due nuove categorie di peso nel sollevamento pesi, senza modificare le quote complessive, per tutelare la salute degli atleti. I cambiamenti nelle discipline invernali del 2030 verranno decisi a dicembre, nella prossima riunione, e riguarderanno la combinato nordica e lo slalom gigante parallelo. Per Brisbane 2032 invece la revisione del programma sportivo sarà completata nel 2026, seguendo un percorso più inclusivo.

Infine, spazio anche al futuro più giovane del Movimento Olimpico: il report sui Giochi Olimpici Giovanili di Dakar 2026 ha confermato il buon avanzamento dei lavori e la nascita della Learning Academy, dedicata a formare nuove competenze nei Comitati Olimpici africani.

Un incontro intenso, segnato da oltre 80 partecipanti, tra presenti e collegati, che ha toccato temi caldi come la neutralità, la sicurezza, l’impatto dei cambiamenti climatici e i rapporti internazionali. Il filo conduttore è rimasto sempre lo stesso: riaffermare il ruolo dello sport come rifugio neutrale per i giovani e come ponte di pace in un mondo attraversato dalle tensioni.

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