Le origini, la rivalità con Federer e Djokovic, l'amore per Xisca, l'impegno benefico con la sua Fundacion e, naturalmente, il suo infinito palmarès: ripercorriamo i momenti più iconici nella carriera del campione maiorchino che lascia il tennis dopo 20 anni da assoluto protagonista
di Alfredo Corallo
- Il 38enne spagnolo chiude a Malaga la sua strepitosa carriera che per due decenni lo ha visto dominare il tennis mondiale, a lungo da n.1 della classifica ATP, con numeri da leggenda: 22 Slam, 36 Masters 1000, 5 Coppe Davis, 2 ori olimpici e un totale di 92 titoli. E pensare che sognava di diventare un calciatore...
- Già. Seguire le orme dello zio calciatore Miguel Angel (colonna del Barcellona e della Nazionale spagnola negli anni '90) o più semplicemente assecondare il suo talento naturale per la racchetta, che l'altro 'tio' paterno, Toni, gli incollò alla mano sinistra praticamente in fasce?
- Complicata, ma con il passare il tempo apparve chiaro a tutta la famiglia che quel ragazzino era nato per giocare a tennis. A 12 anni - come succederà anche a Jannik Sinner, che preferì le palline allo sci nonostante fosse già un campioncino sulle nevi - Rafa prende la sua decisione definitiva, anche se il calcio rimarrà sempre una sua grande passione.
- Come se non bastasse, Rafa infligge un altro duro colpo allo zio calciatore: la sua squadra del cuore era il Real Madrid, non certo il Barcellona! Ma trovarono un compromesso: nel 1999 Miguel Angel tornò al Maiorca - capitano della squadra che vinse la Coppa del Re nel 2003 - e vissero tutti felici e contenti.
- Manacor sorge nella zona orientale di Maiorca, a una cinquantina di chilometri dalla 'capitale' Palma. Nel 1986 - l'anno di nascita di Rafael, venuto alla luce sull'isola delle Baleari il 3 giugno - la Spagna era appena entrata nell'allora Comunità Europea e dopo gli anni bui della dittatura franchista è un Paese moderno, vitale, benestante, come la famiglia in cui cresce il piccolo Rafa: figlio di Sebastià (assicuratore, anche lui ex calciatore) e Ana Maria Parera, casalinga. Nel 1989, a fargli compagnia arriverà anche la sorella Maria Isabel.
- Rafa possiede delle qualità fisiche fuori dal comune ma è timido, per questo Toni Nadal (che allenerà il nipote fino al 2017) ne stimola l'aggressività agonistica: "Colpisci più forte che puoi", gli ripeteva. Nel 2002 sfiora la finale nel torneo giovani di Wimbledon, vince la Coppa Davis Junior e il suo primissimo match ATP (proprio a Maiorca), finendo l'anno al 200° posto nel ranking.
- Nel 2003 conquista il suo primo titolo Challenger (in Italia, a Barletta) e raggiunge - al debutto - il terzo turno del Masters 1000 di Monte Carlo, diventando a 16 anni e 10 mesi il secondo tennista più giovane della storia dopo Aaron Krickstein a entrare tra i primi 100 al mondo. Esordisce anche a Wimbledon e pure ai Championships supera i primi due turni, primo under-18 a riuscirci dall'exploit di Boris Becker targato 1985. Chiude l'anno 49°, premiato come miglior esordiente.
- Niente sarà più lo stesso da quel 28 marzo 2004. Siamo al terzo turno del Masters di Miami e in Florida accade qualcosa di clamoroso: lo svizzero - numero 1 del mondo - viene sconfitto con un doppio 6-3 dallo spagnolo, l'ultimo delle teste di serie. Il capitolo introduttivo di una rivalità-amicizia che segnerà profondamente la storia del tennis per un ventennio.
- Quello di Miami sarà il primo di 40 match contro lo svizzero, 9 dei quali in finali Slam: 4 al Roland Garros, 3 volte a Wimbledon e 2 all'Australian Open, con 6 vittorie di Nadal. Per un bilancio complessivo - tra tutti i tornei - di 24-16 in favore del maiorchino: 14-2 su terra rossa, 1-3 sull'erba e 9-11 il parziale sul cemento (1-5 indoor e 8-6 all'aperto).
- Malgrado la frattura da stress al piede sinistro rimediata in primavera all'Estoril - gli infortuni saranno purtroppo una costante nella sua carriera - il 15 agosto del 2004 si aggiudica sulla terra rossa di Sopot il suo primo titolo ATP, battendo in finale l'argentino José Acasuso al termine di un percorso netto, senza mai perdere un set. Curiosità: l'edizione femminile del 250 polacco fu vinta da Flavia Pennetta, anche lei alla prima gioia in carriera.
- Il suo 2004 cala il sipario con il trionfo in Coppa Davis del 5 dicembre contro gli Stati Uniti: schierato al posto di Juan Carlos Ferrero, Rafa rimonta a colpi di "Vamos!" e surclassa il numero 2 del mondo Andy Roddick, contribuendo al 3-2 finale degli iberici trascinati da Carlos Moya, idolo di Nadal. Che a 18 anni e 6 mesi diventa il più giovane vincitore nella storia del trofeo.
- Nel 2005 è un rullo compressore: vince 11 tornei, di cui 4 Masters 1000 (Monte Carlo, Roma, Montréal e Madrid). Da scolpire, poi, la data del 5 giugno, quando a Parigi s'impone 6-7, 6-3, 6-1, 7-5 sull'argentino Mariano Puerta vincendo il suo primo Slam, il primo di 14 Roland Garros. Un anno ricco di soddisfazioni, che gli regala anche la seconda posizione nella classifica mondiale alle spalle del solito Federer.
- A Parigi, il mondo scopre Rafa e i suoi riti. In sequenza: 1) Arrivo in campo e allineamento 'maniacale' delle bottigliette d'acqua; 2) Asciugamani minuziosamente collocati e ripiegati; 3) Prima del servizio: pulizia della riga con spazzata e tre colpi con la racchetta sotto la suola; sistemata a pantaloncini e slip ad altezza glutei. 4) Serie finale: su, la maglia sulle spalle sinistra-destra, tocco al naso, ordinata ai capelli sull'orecchio sinistro, ancora naso e capelli del destro. Polsino sulla fronte e sguardo all'avversario. Boom!
- Nel 2007 ufficializza la sua storia d'amore con la futura moglie Maria Francisca "Xisca" Perello, anche lei di Manacor, conosciuta da Rafa ai tempi della scuola. Laureata in Economia Aziendale, assicuratrice di professione e molto riservata, oggi si occupa della Fundacion Nadal insieme alla madre del tennista.
- Nadal schianta Federer nella finale del Roland Garros, il suo quarto consecutivo: ma è un 6-1, 6-3, 6-0 che grida vendetta. L'occasione arriva un mese dopo a Wimbledon, il 6 luglio del 2008, in quella che fu definita da John McEnroe "la più bella partita della storia". Rafa si presenta in canotta al cospetto del Signore dell'erba, padrone dell’All England Club dal 2002. Entrano alle 14:35, lo spagnolo ne esce trionfatore alle 21:15 dopo una pioggia dispettosa e 4 ore e 48 minuti di tennis divino: giù le tenebre a Londra, il Re è nudo!
- La scalata è inarrestabile: il 17 agosto, ai Giochi di Pechino, liquida in tre set il cileno Fernando Gonzalez ed è il primo spagnolo a vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi. Il giorno seguente, diventa ufficialmente il terzo tennista iberico - dopo Ferrero e Moya - numero uno del mondo.
- Nel 2009, un'altra spunta al suo palmarès: conquista il suo primo Slam sul cemento, ancora alle spese di Federer, sconfitto a Melbourne in 5 set dopo una maratona di 4 ore e 23 minuti. Continua a collezionare titoli sulla terra rossa (cala il pokerissimo a Monte Carlo e Barcellona, il poker a Roma), ma s'inceppa a Parigi. E con il ritorno alla vittoria dello svizzero a Wimbledon, perde la testa del ranking.
- L'ultimo ostacolo tra Rafa e il Career Golden Slam (quattro major + oro olimpico) è Flushing Meadows. E Novak Djokovic. Ma il 13 settembre del 2010 Nadal completa l'opera: batte il serbo 6-4, 5-7, 6-4, 6.2 e torna anche al comando della classifica mondiale.
- Forse non è stata coinvolgente per gli appassionati come l'antagonismo con Federer, ma è la prima per numero di incontri disputati: dal primo match nel 2006 ai quarti del Roland Garros 2022 si sono sfidati 60 volte, con il serbo in vantaggio 31-29. Spagnolo avanti 11-7 nelle finali major e 5-4 nelle finali Slam, tra cui quella degli Australian Open 2012 (vinta da Nole), durata 5 ore e 53 minuti e la più lunga di sempre. Un cult.
- Nell'ottobre del 2016, fresco del secondo oro olimpico ai Giochi di Rio - in cui viene scelto anche come portabandiera della Spagna - Nadal inaugura a Manacor il suo super centro sportivo: una mega struttura di 40mila metri quadrati con 45 campi di tennis, padel, residenze per studenti, ristoranti, hotel, piscine, un museo e una scuola internazionale con l'obiettivo di formare a 360 gradi nuove generazioni di campioni.
- Negli anni a venire, nonostante gli infortuni - sempre più frequenti quelli al piede, ma anche al ginocchio e alla schiena - Rafa continua a essere una macchina da guerra. Nel gennaio del 2022 vince di nuovo gli Aus Open dopo una 'remuntada' colossale ai danni di Daniil Medvedev e il 5 giugno conquista l'ultimo slam in carriera - il suo 14° Roland Garros - a 36 anni appena compiuti, confermandosi ancora una volta "The King of Clay": il re assoluto della terra rossa.
- Il 24 settembre del 2022 a Londra un pezzetto della sua meravigliosa avventura nel tennis se ne va con il ritiro di Federer, con cui Rafa gioca l'ultima partita in doppio nella Laver Cup, prima delle lacrime: uno dei momenti più iconici e emozionanti di sempre.
- Un paio di settimane più tardi il maiorchino diventa papà: l'8 ottobre, al termine di una gravidanza complicata, la moglie Maria Francisca partorisce il piccolo Rafael.
- Il 2023 è un vero calvario per Rafa, martoriato dagli acciacchi. Così, il suo 2024 si trasforma in una lunghissima passerella, un intermitabile 'pasillo de honor' a spasso per il circuito con l'omaggio dei tifosi all'uomo e alla sua favolosa carriera, da Roma a Madrid, passando per Parigi e Barcellona. Commovente il saluto del Foro Italico, l'11 maggio di quest'anno: una folla oceanica lo aspetta all'esterno dell'impianto per tributargli un ultimo abbraccio, pieno d'amore.
- Il 10 ottobre, con un video diffuso sui social, annuncia il ritiro: chiuderà la carriera in Spagna, a Malaga, al termine della Coppa Davis. "È stata una decisione difficile - spiega - ma tutto ha un inizio e una fine. Credo sia il momento giusto".
- Chi ha amato alla follia Rafa, potrà ancora rivederlo giocare... sotto le 'sembianze' di Carlos Alcaraz, il Nadal 3.0, anche se il ragazzo di Murcia declina - umilmente - il paragone. Commosso dal messaggio d'addio del suo totem, con cui ha anche duettato ai Giochi di Parigi, prima dei saluti a Malaga in Coppa Davis. "La sua eredità è irripetibile - chiarisce - ma è un onore aver giocato con lui e chiudere la sua carriera fianco a fianco. Mi mancherà tantissimo".
- Il ritiro di Nadal ha toccato nel profondo anche Jannik, che lo ha sfidato in tre occasioni (due al Roland Garros e una Roma), sempre sconfitto dallo spagnolo, ma estremamente grato per aver fatto in tempo a incrociarlo sul suo cammino: "Sono stato molto fortunato a poter conoscere Nadal di persona, è davvero un uomo incredibile. Ci ha anche dimostrato come rimanere umili, non è cambiato con il successo".
- Nella mattina della sua 'last dance' in Davis, il saluto più sentito: "Mi hai messo alla prova come nessun altro - scrive Federer sui social - e condividere con te le lacrime per il mio addio al tennis sarà sempre uno dei momenti più speciali della mia carriera. Sei un modello per i bambini, compresi i miei figli. E poi, quei rituali: ammetto che mi piaceva, quelle bottiglie come soldatini in addestramento, i capelli... Voglio che tu sappia che il tuo vecchio amico farà sempre il tifo per te, qualunque cosa tu farai da qui in avanti".
- Il 19 novembre, a Malaga non va come sperato: Nadal esce sconfitto nel singolare per mano di Van De Zandschulp e non basta il punto di Alcaraz alla Spagna, che deve arrendersi nel doppio all'Olanda nella notte più triste. Ma Rafa, in fondo, chiude la sua carriera com'era cominciata: con una sconfitta in Coppa Davis. "Doveva andare così - sorride - ora ho chiuso veramente il cerchio".
- Nel discorso di commiato anche Rafa non riesce a trattere le lacrime, osannato al grido "Rafa, Rafa" da tutto il Palacio de Deportes. "Sono stato fortunato - ammette - perché la vita mi ha regalato l'occasione di fare un viaggio straordinario. Ho vinto tanto, molto più di quanto avevo sognato, ma quello che mi preme maggiormente è essere ricordato come una brava persona".
- Con Andre Agassi l'unico ad aver completato il Career Golden Slam in singolare maschile.
- Tra il 2009 e il 2020 è stato per 209 settimane numero uno in classifica: in questi periodi da leader ha vinto 174 partite e ne ha perse 34, conquistando 15 titoli e raggiunto altre 12 finali.
- Ha il primato di permanenza nella top 10: 912 settimane (dal 25 aprile 2005 al 19 marzo 2023), davanti a Jimmy Connors che è rimasto tra i primi 10 ininterrottamente per 789 settimane, dal 23 agosto 1973 al 2 ottobre 1988. Al terzo posto c'è Federer con 734 settimane.
- Sovrano incontrato su questa superficie: ha vinto 63 delle 71 finali giocate, in tutte le 14 finali disputate al Roland Garros (record), conquistando 12 titoli a Barcellona, 11 a Montecarlo e 10 agli Internazionali d'Italia. Ha sempre vinto almeno uno dei Masters 1000 sul rosso tra il 2005 e il 2014.
- Sulla terra rossa, ha firmato anche la serie più lunga di successi di un giocatore su una singola superficie nell'era Open, 81 tra aprile 2005 e maggio 2007.
- L'unico tennista a trionfare cinque volte di fila a Parigi.
- È l'unico ad aver completato almeno quattro volte la doppietta Roland Garros-US Open nello stesso anno in singolare maschile (2010, 2013, 2017, 2019).
- 22 gli Slam conquistati su 30 finali disputate, meglio di lui solo Djokovic che svetta a quota 24 titoli major.
- L'unico trofeo che manca nella inimitabile bacheca del mancino di Maiorca sono le ATP Finals: Nadal si è qualificato 17 volte, solo due in finale, battuto da Federer nel 2010 e Djokovic nel 2013.
- Una stima dei guadagni totali (che comprendano anche gli sponsor) è quasi impossibile, ma di sicuro vanta uno dei prize-money più alti di sempre: 135 milioni di dollari (circa 123 milioni di euro).
- Indissolubile il legame con il suo Paese: con la maglia della nazionale ha vinto due ori olimpici, uno in singolare a Pechino nel 2008 e uno in doppio a Rio nel 2016. Sollevando, come detto, cinque Coppe Davis (2004, 2008, 2009, 2011 e 2019) e proprio in questa competizione ha voluto chiudere la sua spettacolare favola nel tennis. Per sempre, Rafael Nadal.