Wec 2023, doppietta Toyota nella 1000 Miglia di Sebring. Ferrari sul podio
WECUna solidissima Toyota fa la voce grossa nella prima gara del Wec, vincendo a Sebring con Conway, Kobayashi e Lopez. Podio al debutto per la Ferrari 499P, terza con Fuoco, Molina e Nielsen. In LMP2 trionfa Jota #48, dominio Corvette in GTE Am
A Sebring Toyota Gazoo Racing festeggia una prorompente doppietta vincendo con la GR010 #7 di Mike Conway/Kamui Kobayashi/José Maria Lopez e piazzando la #8 di Sébastien Buemi/Brendon Hartley/Ryo Hirakawa al secondo posto. Quest’ultimo equipaggio ha comandato in tutta la prima parte di gara, salendo in prima posizione nel momento in cui la Ferrari 499P #50 di Antonio Fuoco ha effettuato la sosta al nono giro (così come la Ferrari #51), approfittando della Safety Car chiamata in causa per il violento incidente occorso alla Ferrari 488 GTE AF Corse guidata da Luis Pérez Companc, incolume dopo il ribaltamento in curva uno. Avendo strada libera le due Toyota sono riuscite a fare il proprio passo, allontanando gli avversari e stando alla larga da futili rischi. Nella seconda parte della corsa la #7 è riuscita a scavalcare la #8 nella girandola dei pit stop e le posizioni sono rimaste congelate fino alla bandiera a scacchi, dopo la quale Toyota ha ottenuto la quarantesima vittoria nel FIA WEC.
Ottimo debutto per la Ferrari 499P Hypercar di AF Corse, squadra che sale sul podio con Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, partiti dalla Pole ma incappati in una penalità drive-through per una sbavatura di Fuoco, sanzionato nei primi giri per aver superato una vettura di classe GTE Am pochi secondi prima del termine del regime di Safety Car. Nonostante ciò, il nuovo prototipo non ha sofferto problemi tecnici, correndo l’intera 8 ore e offrendo a Ferrari una grande mole di dati, utili ad accorciare il gap che vanta Toyota. Esito amaro, invece, per la Ferrari AF Corse #51, coinvolta a metà gara in un contatto con la GTE #54 del team di Amato Ferrari. Castellacci, in quel momento al volante della GTE, è stato affiancato da Alessandro Pier Guidi in curva 14, con l’Hypercar che ha perso il controllo urtando la Porsche Project 1-AO di uno sfortunatissimo Gunnar Jeannette. Pier Guidi è stato ritenuto responsabile dell’incidente, venendo sanzionato con uno stop&go di 10 secondi. La penalità è stata scontata dopo che la 499P #51 ha trascorso una quindicina di minuti ai box per la riparazione della sospensione posteriore sinistra. Tornato in pista, Pier Guidi ha recuperato fino al quindicesimo posto assoluto, settimo di categoria.
Nel confronto tra le LMDh, sempre appartenenti al mondo Hypercar, è Cadillac ad averla spuntata. Il trio Westbrook-Lynn-Bamber ha perso il podio a favore di Ferrari per soli dieci secondi, lasciando al contempo molto indietro le Porsche 963 di Cameron-Christensen-Makowiecki (#5) e Estre-Lotterer-L. Vanthoor (#6). Il costruttore americano, in gara con telaio Dallara, ha dunque confermato l’ottimo potenziale già visto nella 24 Ore di Daytona. Dall’altra parte, invece, Porsche Penske è consapevole di dover lavorare ancora molto per ottimizzare il progetto 963, del tutto nuovo rispetto a quello di Cadillac, forte dell’esperienza maturata con Dallara nell’era DPi dell’IMSA.
Gara drammatica per Peugeot: la #94 di Menezes-Duval-Müller è rientrata ai box dopo appena un giro a causa di un problema al sistema di alto voltaggio. Tanto il tempo passato prima che la #94 venisse messa in sicurezza, tanto che – come detto dai vertici Peugeot – la 1000 miglia di Sebring si è trasformata in un test utile a capire come mai la 9X8 sia ancora poco affidabile. Classificata, invece, la #93 di Jensen-Di Resta-Vergne, trentunesima sul traguardo con un distacco di ventisei giri dalla Toyota vincente. Risolti i problemi di inizio gara bisogna dire che la 9X8 #93 abbia tenuto un buon passo, non troppo distante da Ferrari, Cadillac e Porsche. L’unico ulteriore intoppo si è verificato quando Mikkel Jensen ha tamponato la Vanwall di Esteban Guerrieri, impegnato a rallentare ad 80 km/h per l’inizio del regime di Full Course Yellow. Sostituito il muso, la Peugeot ha terminato la corsa, mostrando sprazzi di competitività ancora nascosti da un’affidabilità carente.
Difficile debutto a Sebring per Vanwall, trentesima con Dillmann-Guerrieri-Villeneuve, rallentati da un problema alla sospensione causato da un testacoda del canadese. Gara da dimenticare in fretta per Glickenhaus, fermatasi al giro sessantadue mentre al volante era impegnato Ryan Briscoe.
Grandi emozioni in classe LMP2, nella quale Jota ha conquistato la vittoria con l’Oreca #48 di Beckmann/Ye/Stevens, saliti in testa alla corsa quando la LMP2 #23 di United Autosports si è fermata per un problema elettronico, venuto a galla mentre il giovane Joshua Pierson comandava la corsa in solitaria. A seguire la Jota vincente è stata l’altra auto di United Autosports, la #22 di Albuquerque/Lubin/Hanson, passata al secondo posto approfittando dello splash&go effettuato a tre minuti dalla fine dall’equipaggio #63 di Prema Racing, terzo con Mirko Bortolotti, Doriane Pin e Daniil Kvyat.
Dominio Corvette in LMGTE Am, classe in cui la C8.R di Ben Keating, Nicolas Varrone e Nicky Catsburg ha dettato legge per tutta la seconda metà della corsa. L’unico team che avrebbe potuto spezzare il ritmo del costruttore americano sarebbe stato quello delle Iron Dames – in pista con Sarah Bovy, Michelle Gatting e Rahel Frey – costrette ad un pit stop di emergenza per sostituire la carrozzeria posteriore danneggiata in un’uscita di pista di Rahel Frey nella prima curva. Seconda posizione per Christian Ried, Mikkel Pedersen e Julien Andlauer di Dempsey-Proton Racing, seguiti a pochi secondi dalla Ferrari Car Guy di Kessel Racing, sul podio con Daniel Serra, Scott Huffaker e Takeshi Kimura.
Messa da parte la 1000 Miglia di Sebring si punta lo sguardo alla 6 Ore di Portimão, secondo appuntamento del FIA WEC 2023 in programma il 16 aprile