Leoni e bacinelle, pappagallini e mangiatori di fagioli. Meringhe e materassi e poi un omaggio ai Beatles. Dietro ciascuna delle venti squadre della Liga 2019-20 si nasconde una storia che affonda le radici nel passato. Un modo alternativo per prepararsi in vista della nuova stagione spagnola
Venti squadre per venti storie. Il soprannome del Barça sorprende, quello del Real è un omaggio alla pasticceria. Perché i giocatori dell'Atletico Madrid si chiamano 'Colchoneros'? Quando il pipistrello è diventato il simbolo del Valencia? Tante curiosità e un modo diverso per farsi trovare pronti in vista della nuova Liga
2/21
ALAVES, 'Los Babazorros': così sono conosciuti gli abitanti di Alava, provincia della comunità autonoma dei Paesi Baschi. Il termine è composto dalle parole 'baba' ('fagiolo') e da 'zorro' ('sacco') e significa 'coloro che mettono da parte i fagioli'. Con questa espressione oggi si tendono 'i mangiatori di fagioli', un legume abbondante nella zona. L'Alaves è conosciuto anche come 'El Glorioso', un termine che ritorna anche nell'inno del club
3/21
ATHLETIC BILBAO, 'Los Leones': San Mames è stato un martire cristiano del XIII secolo sottoposto alla tortura per costringerlo a negare la sua fede. Secondo la leggenda, fu dato in pasto ai leoni del circo, ma gli animali anziché mangiarlo si sedettero ai suoi piedi e si misero al suo servizio. Da quel momento in poi i leoni sono stati associati alla città di Bilbao: i giocatori sono stati ribattezzati così perché hanno il compito di difendere lo stadio che si trova accanto alla chiesa di San Mames. Un altro soprannome della squadra è 'Los Rojiblancos', cioè i rossi bianchi in onore dei colori del club
4/21
ATLETICO MADRID, 'Los Colchoneros': i giocatori sono stati soprannominati così per via delle loro maglie che hanno lo stesso motivo a strisce bianche e rosse presente sulla fodera dei 'materassi' realizzati dopo la Guerra Civile Spagnola e prodotti così per contenere i costi di produzione. I giocatori sono conosciuti anche come 'Los Indios' in contrapposizione ai 'Los Vikingos' del Real Madrid per ragioni di mercato: negli Anni '60-'70 l'Atletico ha cominciato ad acquistare giocatori sudamericani (tra cui il messicano Hugo Sanchez) a differenza dei rivali cittadini che si erano rinforzati con calciatori provenienti dall'Europa centrale. Secondo un'altra teoria, i giocatori sono soprannominati così in analogia con gli Indiani d'America che vivevano sulle rive dei fiumi: anche lo stadio Vicente Calderon era stato costruito vicino alle sponde del Manzanarre. I giocatori dell'Atletico sono soprannominati anche 'Los Rojiblancos' per l'accostamento biancorosso delle maglie
5/21
BARCELLONA, 'Los Culés': così sono stati soprannominati i tifosi dai tempi del vecchio stadio Camp del Carrer Industria, dove il Barça ha disputato le gare della Coppa di Spagna e della Coppa di Catalogna tra 1909 e 1922. L'impianto era sempre esaurito e chi non trovava posto in tribuna guardava la partita sedendosi sul muro perimetrale, mostrando le spalle e il sedere ai passanti: da qui il soprannome 'Los Culés' che significa 'i sederi'. I giocatori del Barça sono noti anche come 'Blaugrana' e 'Azulgrana' per i colori della divisa
6/21
BETIS SIVIGLIA, 'Los Verderones': i giocatori sono soprannominati così in analogia coi cardellini, uccelli con le piume color verde, lo stesso del club. I membri della squadra sono conosciuti anche come 'Lo Verdolagas' in riferimento a una pianta commestibile poco prestigiosa: i tifosi del Siviglia hanno cominciato a chiamare così i rivali cittadini, che hanno adottato il termine con orgoglio nonostante la connotazione dispregiativa. I giocatori sono noti anche come 'Los Heliopolitanos', cioè 'abitanti di Heliopolis' un distretto della città di Siviglia in cui si trova lo stadio Benito Villamarin. Un altro soprannome è 'Los Verdiblancos' per via dei colori societari
7/21
CELTA VIGO, 'Los Olivicos': Vigo in passato era conosciuta come 'La Città dell'Olivo' in riferimento a un olivo piantato dai cavalieri templari nell'atrio della Collegiata di Santa Maria come simbolo di pace. Qualche anno dopo, si è temuto per la sparizione dell'olivo durante i lavori per la demolizione della chiesa: l'amministratore doganale Angel Pereira è riuscito a salvarne un frammento e a custodirlo nel giardino di casa sua fino a quando non è stato trapiantato nel Paseo di Alfonso XII. I giocatori del Celta sono conosciuti anche come 'Los Celtiñas' e 'Los Celtarras' in riferimento alle origini celtiche della Galizia
8/21
EIBAR, 'Los Armeros': la città del nord della Spagna ha un passato industriale datato al XV secolo e specializzato nella produzione di ferro e acciaio per la forgiatura di armi da fuoco. Oggi la città non è più legata a questa tradizione, ma è ancora frequente l'utilizzo di questi materiali per realizzare le decorazioni che sono la sua attrazione principale. Il termine 'armaioli' è usato per indicare i tifosi e i giocatori del club
9/21
ESPANYOL, 'Los Periquitos': il soprannome 'pappagallini' deve forse le sue origini all'area in cui è stato costruito lo stadio di Sarriá (edificato nel 1923 e demolito nel 1997), che era piena di alberi popolati da questi uccelli. Tutto ruota attorno al vecchio impianto anche in un'altra teoria. Il Barcellona ha avuto da sempre un seguito maggiore rispetto ai rivali dell'Espanyol che non riuscivano a riempire lo stadio: il settimanale 'El Xut' pubblicò vignette scherzose sul tema con la didascalia "Quattro gatti". Alla fine degli Anni '20 Felix the Cat divenne popolare in Spagna, nonostante fosse commercializzato come El Gato Periquito. Il riferimento ai "Quattro Gatti" fu associato al Gato Periquito e i tifosi dell'Espanyol furono soprannominati 'I quattro pappagallini' con tono dispregiativo
10/21
GETAFE, 'Los Azulones': il soprannome del club è legato al blu scuro della maglia. La prima squadra di calcio della città (fondata nel 1923, sciolta nel 1933) ha indossato questo colore che potrebbe derivare da quello dell'uniforme di alcuni lavoratori oppure da quello del mantello della Vergine degli Angeli, santa protettrice della città. Il Getafe di oggi è stato fondato nel 1946 grazie all'iniziativa di cinque tifosi con l'aiuto del sindaco e di altre personalità cittadine e ha mantenuto lo scudetto, l'inno e la divisa del vecchio club
11/21
GRANADA, 'Los Nazaries': il soprannome affonda le sue radici nella storia della città, centro del Sultanato fondato dalla dinastia dei Nasridi nel 1238 e caduto nel 1492 con la fine della Reconquista dei territori arabi da parte dei Cristiani. Da allora i nati a Granada vengono soprannominato 'Nasridi', 'Nazaries' in spagnolo, il soprannome con cui sono noti giocatori e tifosi
12/21
LEGANES, 'Los Pepineros': tifosi e giocatori sono conosciuti come 'i cetrioli' e la stessa cosa vale per gli abitanti della città. Nel XX secolo Leganes era conosciuta per le sue attività agricole che le permettevano di rifornire la vicina Madrid. Oggi questa tradizione è andata perduta, ma il soprannome esiste ancora e viene utilizzato per indicare i giocatori della società calcistica con sede a Leganes
13/21
LEVANTE, 'Las Granotas': nel 1939, dopo la fine della Guerra Civile, sono riprese le attività sportive. Il Levante aveva giocatori ma era sprovvisto di un campo, il Gimnastico (l'altro club della città di Valencia) aveva il problema opposto. Le due squadre allora si sono fuse nell'Unione Sportiva Levante-Gimnastico, padrona di casa al Campo de Vallejo situato sulle rive del fiume Turia dove c'erano molte rane dette 'granotas' in valenciano. Così l'animale è diventato uno dei simboli del club
14/21
MAIORCA, 'Los Bermellones': i giocatori sono soprannominati 'vermiglioni' per via delle maglie che indossano. Il termine catalano 'vermelló' indica il rosso-arancio piuttosto scuro che assomiglia al colore della divisa del Maiorca. Il club delle Baleari ha vissuto una stagione d'oro nel 1997-98 con Hector Cuper in panchina: quinto posto nella Liga e finalista di Coppa del Re. Nel 1998-99 il Maiorca ha chiuso la Liga al terzo posto ed è stato finalista in Coppa delle Coppe (ko contro la Lazio) e si è guadagnato il soprannome di 'Ensaimada Mecanica' che ne indica la natura di 'macchina' (quasi) perfetta e omaggia l'ensaimada, un dolce tipico dell'isola
15/21
OSASUNA, 'Los Rojillos': il club con sede a Pamplona è stato fondato nel 1920 e ha adottato il rosso che domina sulla bandiera della Navarra, regione a nord della Spagna. I tifosi e i giocatori dell'Osasuna sono stati soprannominati 'rojillos' ('gorritxoak' in basco) che significa 'rosso chiari'
16/21
REAL MADRID, 'Los Merengues': il soprannome deriva dalle meringhe, il tipico dessert preparato con l'albume delle uova e lo zucchero a velo e dal colore tipicamente bianco, lo stesso delle magliette del club. Sulla stessa linea l'altro soprannome del Real, 'Los Blancos' cioè i bianchi. I giocatori sono conosciuti anche come 'Los Galacticos', cioè i galattici per via delle tante stelle acquistate dal presidente Florentino Perez a inizio Duemila. I giocatori del Real sono stati soprannominati in passato anche 'Los Vikingos' dal quotidiano The New York Times dopo la vittoria della Coppa dei Campioni 1959-60, la quinta del club: così il quotidiano ha esaltato la capacità di spazzare via gli avversari in analogia con quella dei Vichinghi ai tempi delle invasioni barbariche. Secondo un'altra teoria il soprannome 'Los Vikingos' sarebbe stato affibbiato al Real dai cugini dell'Atletico negli Anni 60'-70' per mettere in cattiva luce i nuovi acquisti provenienti dall'Europa centrale in contrapposizione ai talentuosi 'Indios'
17/21
REAL SOCIEDAD, 'Los Txuri-urdin': il soprannome con cui è nota la squadra deriva dal termine basco che significa 'bianco e blù' in allusione ai colori del club. Giocatori e tifosi sono conosciuti come 'txuri-urdines'. Anche nell'inno ufficiale del club c'è un riferimento a questo soprannome
18/21
SIVIGLIA, 'Los Palanganas': giocatori e tifosi sono conosciuti come 'le bacinelle'. Secondo la leggenda, all'inizio del Novecento il club voleva acquistare un giovane promettente proveniente da una famiglia operaia. Alcuni membri in disaccordo con questa operazione (perché gelosi delle origini nobili del club) decisero di fondare una nuova squadra, il Real Betis, ma prima di andarsene regalarono ai vecchi soci una 'palangana', una 'bacinella' bianca con una striscia rossa da riempire con tutte le lacrime che avrebbero versato per ogni successo del Betis. Secondo alcune teorie, il soprannome sarebbe dovuto anche alla forma dello stadio Ramon Sanchez-Pizjuan
19/21
VALENCIA, 'Els Che': il soprannome dei giocatori prende spunto da un modo di dire diffuso nella Comunità valenciana. L'interiezione 'Che' è un sinonimo di 'Hey' ed è molto comune: così il Valencia sarebbe diventato la squadra del 'Che'. I giocatori sono soprannominati anche 'Los Murcielagos' cioè 'i pipistrelli', mammiferi diffusi in questa zona della Spagna. L'animale entrò a far parte del simbolo della città il 2 ottobre 1238, quando Giacomo I d’Aragona riconquistò Valencia dalle mani dei Mori: quel giorno un pipistrello si posò sopra una bandiera, il re lo interpretò di buon auspicio e l'animale fu aggiunto al simbolo della città
20/21
VALLADOLID, 'Los Pucelanos': il soprannome 'i fanciulli' potrebbe risalire al XV secolo, quando alcuni signori della città andarono in Francia per difendere la Pulzella d'Orleans nella Guerra dei Cent'anni (1337-1453) contro l'Inghilterra, gesto che gli valse l'appellativo di 'pucelanos' quando rientrarono in città. Secondo un'altra ipotesi, l’origine deriva dalla natura geografica di Valladolid che si trova tra i fiumi Pisuerga ed Esgueva e il Canal de Castilla ed è considerata una 'poza', una sorta di piscina naturale in un luogo asciutto: dal diminutivo 'pozuela' deriverebbe la parola 'pucela'. Secondo una terza ipotesi, il termine 'pucela' sarebbe connesso al commercio di cemento che Valladolid praticò con Pozzuoli: in età romana il complesso castigliano è stato l'unico a ridistribuire i materiali provenienti proprio da Pozzuoli ed ereditò così il soprannome che oggi indica i giocatori
21/21
VILLARREAL, 'El Submarino Amarillo': il soprannome con cui è conosciuto il club in giallo affonda le sue origini nella storia della musica. Il Villarreal è conosciuto come 'Sottomarino Giallo' in onore della canzone dei Beatles "Yellow Submarine". Nella stagione 1967/68 il Villarreal lottò per la promozione dalla terza serie alla Segunda Division. Durante una partita al Madrigal (ribattezzato Stadio della Ceramica nel 2017) un gruppo di tifosi cantò la canzone dei Beatles riadattandola: "Amarillo es el Villarreal/amarillo es/amarillo es" (Giallo è il Villarreal/ giallo è, giallo è). Il club condivide questo soprannome col Cadice che indossa una divisa gialloblù e gioca in Segunda Division