
Juventus, le avversarie del girone G di Champions League
Cristiano Ronaldo contro Leo Messi, per la prima volta dal passaggio del portoghese alla Juve. Nel sorteggio ecco il nuovo Barcellona di Koeman come avversario più temibile per i bianconeri. Le altre sono la Dinamo Kiev di un maestro come Lucescu e il Ferencvaros di Rebrov, capace di riportare il club ungherese in Champions venticinque anni dopo l'ultima volta

Barcellona, Dinamo Kiev e Ferencvaros. Queste le tre avversarie della Juventus di Pirlo nel girone G di Champions: formazione tipo, stelle e punti deboli. Conosciamo meglio le tre squadre.
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BARCELLONA, LA FORMAZIONE TIPO: 4231 - C'è un nuovo allenatore sulla panchina del Camp Nou, ed è Ronald Koeman, l'ennesimo olandese nel solco di una tradizione tattica fatta di grandi successi. 4231 o 433 i sistemi gettonati. Ter Stegen è infortunato è resterà out fino a fine ottobre. Sergiño Dest potrebbe insidiare a destra Roberto. Pjanic o Busquets in mezzo? De Jong è sicuro del posto. Griezmann dovrà riscattarsi. Messi è al centro del progetto.
ATALANTA, IL FOCUS SULLE AVVERSARIE DEL GIRONE
L’ALLENATORE: RONALD KOEMAN - La sfida è affascinante. Da giocatore oltre duecento presenze col Barça e una Champions vinta (nel 1992 contro la Samp) grazie a un suo gol. Ha iniziato ad allenare nel 1997 passando dalla cantera catalana. Nove club in carriera, più la nazionale olandese. In patria ha vinto tutto (con Ajax e Psv tra campionati e coppe varie). Gioca col 433, o varianti. Il Barça è la sua prima vera big.
LAZIO, IL FOCUS SULLE AVVERSARIE DEL GIRONE
IL CAPITANO: LIONEL MESSI - Capitano, miglior giocatore, leader. Anche se la turbolenta estate di mercato non potrà essere cancellata. Ha ereditato la fascia nel 2018 dopo l'addio di Iniesta. Tutta la stagione del Barça passerà dal modo in cui il numero dieci la affronterà.

IL PUNTO DEBOLE: L'AMBIENTE - Tutto torna a Leo Messi. L'estate è stata lunghissima e complessa: la volontà di lasciare i catalani e la scelta di restare perché Leo - parole sue - "non avrebbe mai potuto fare causa al club della sua vita". Al centro il difficile rapporto col presidente Bartomeu, con le elezioni presidenziali che non saranno a breve. Koeman dovrà gestire un ambiente non semplice, anche se Messi ha da poco messo un punto alla vicenda parlando così al quotidiano Sport: "Volevo solo il meglio per il club. Ripartiamo insieme".

LA STELLA: ANTOINE GRIEZMANN - Quasi superfluo specificarlo: la stella del Barcellona è Leo Messi. Per non ripeterci, ecco il nome del francese. Nell'estate del 2019 i catalani lo avevano pagato 120 milioni, ma nella sua prima stagione al Camp Nou ha realizzato "solo" 15 gol e 4 assist, e senza mai brillare come aveva fatto nell'Atletico o con la nazionale francese. L'addio di Suarez potrebbe ritagliare un ruolo ancora più importante per Grizou.

L’ULTIMO MERCATO - Cinque acquisti, sei cessioni. 124 milioni spesi e 124 incassati. Lo scambio Pjanic-Arthur con la Juve è stato il movimento principale, ma da registrare c'è anche l'anche l'arrivo di Trincão (ala talentuosa classe 1999) dal Braga per 31 milioni e di Sergiño Dest (terzino destro classe 2000) dall'Ajax per 21 milioni. E attenzione al ritorno di Coutinho già titolare con Koeman. Cessioni? Su tutti Luis Suarez, Rakitic e Vidal, ma anche Semedo.
Foto Twitter Barcellona

COSÌ IN EUROPA - Juventus e Barcellona si sono affrontate 11 volte in competizioni Uefa per un bilancio di tre successi dei bianconeri, quattro dei blaugrana e quattro pareggi, compreso l’ultimo (0-0) nella fase a gironi della Champions League 2017-18. La storia de Barcellona in Europa è nota, e trionfale. Cinque Coppe Campioni/Champions e un totale di diciassette trofei internazionali. L'ultima Champions (con annesso triplete) è però ancora quella del 2015 con la MSN Messi-Suarez-Neymar. Oggi ne è rimasto solo uno dei tre.

DINAMO KIEV, LA FORMAZIONE TIPO: 433 - Lucescu è arrivato da pochi mesi, ed ha già superato i playoff di Champions senza troppi problemi. 4231 o 433 sono le sue formazioni tipo. Occhio al talentino classe 2000 Supryaga davanti. Squadra giovane con tante ali d'attacco interessanti, da Rodriguez a De Pena, senza dimenticare Tsygankov e Tsitaishvili. Ancora a caccia di una consacrazione il numero 10 Shaparenko in mezzo al campo.

L’ALLENATORE: MIRCEA LUCESCU - Con 75 anni sarà l'allenatore più esperto della Champions. Ha allenato Pirlo per sedici partite all'Inter nel 1998. Percorso già turbolento il suo, con le dimissioni appena quattro giorni dopo l'incarico dopo l'ostilità dei suoi nuovi tifosi per il passato nello Shakhtar. In Ucraina ha già vinto ventitré trofei di cui otto campionati.

LA STELLA: VLADYSLAV SUPRYAGA - Ha solo vent'anni, ma vale già sette milioni sul mercato e il suo nome è segnato sui taccuini di tantissimi osservatori. Punta centrale. Velocità e tecnica nel curriculum.
Foto Instagram @v_supriaha

L’ULTIMO MERCATO - Nessun milione speso e nessuno incassato. Qualche prestito e tante promozioni dalla squadra B del club. Tra questi il terzino Kostevych.

COSÌ IN EUROPA - Sono quattro finora gli incroci tra Juventus e Dinamo Kiev in competizioni europee e tutti nella moderna Champions League. Dopo aver pareggiato il primo di questi nel marzo 1998 (andata dei quarti di finale), i bianconeri hanno vinto tutti i successive tre. La Dinamo non giocava i gironi di Champions da quattro anni, e gli ultimi trofei internazionali risalgono ad anni Settanta e Ottanta (Coppa delle Coppe 1975 e 1986 e Supercoppa Europea 1975) con Valeri Lobanovski in panchina.

FERENCVAROS, LA FORMAZIONE TIPO: 433 - Gli ungheresi tornano in Champions venticinque anni dopo l'ultima volta. In panchina c'è l'ex gemello del gol di Shevchenko alla Dinamo Kiev Sergiy Rebrov. Le ali d'attacco sono il suo credo calcistico, che può variare tra 433 e 4231. Così è come ha affrontato i playoff europei. Tra le alternative sulle ali c'è anche il numero 10 Nguen.

L’ALLENATORE: SERGIY REBROV - Da giocatore lo ricordiamo giovanissimo insieme a Shevchenko nella Dinamo Kiev (che ora affronterà): li chiamavano "i gemelli del gol". L'inizio dell'avventura in panchina è stato nelle giovanili del club o come vice dell'Ucraina di Mykhaylychenko. Dal 2014 al 2017 ha allenato lui la Dinamo vincendo due campionati nei primi due anni. Poi una stagione in Arabia nell'Al-Ahli e il ritorno in Europa dal 2018 nel Ferencvaros, con due campionati vinti nei primi due anni anche qui (l'ultimo nella stagione appena conclusa).

IL PUNTO DEBOLE: ESPERIENZA EUROPEA - Quante sono in totale le presenze in Champions dei ventotto giocatori nella rosa di Rebrov? Tre, di Zubkov e Mak, peraltro entrambi non col Ferencvaros ma in altri club. Il primo impatto nella massima coppa europea, specie contro squadre come Barça e Juve, potrebbe essere durissimo.

LA STELLA: OLEKSANDR ZUBKOV - Appena acquistato a titolo definitivo dallo Shakhtar dopo gli anni di prestito. È un'ala classe 1996 dotato di rapidità e abilità nel dribbling. Su Transfermarkt è il giocatore più prezioso del club.

L’ULTIMO MERCATO - Il club ha speso poco più di quattro milioni e incassato circa 700mila euro. Il riscatto definitivo di Zubkov e il colpo Uzuni, subito titolare nei playoff e preso a 1.8 milioni dai croati della Lokomotiva Zagabria, sono stati i più cari. Dopo 19 gol in 39 partite (e l'ultima stagione in prestito) se n'è andato dal Ferencvaros a titolo definitivo l'ex Serie A Davide Lanzafame, ora in Turchia all'Adana Demirspor.

COSÌ IN EUROPA - Sarà la prima volta che Juventus e Ferencvaros si affronteranno in competizioni Uefa. L’unico precedente tra le due squadre risale infatti alla finale di Coppa delle Fiere 1964-65, vinta dagli ungheresi per 1-0. Il Ferencvaros è la squadra più titolata d'Ungheria e l'unica ungherese capace di vincere un trofeo internazionale (la Coppa delle Fiere nel 1965), ma l'ultima Champions giocata risale al 1995-96. E per riconquistarla Rebrov è riuscito ad eliminare nei playoff grandi nomi come Celtic e Dinamo Zagabria.