Inter-City, Guardiola: "Non è la partita più importante della mia carriera"

Champions League

Guardiola intervistato da Sky nel media day del City: "Questa partita è importante, ma non è la più importante per me. Ne ho avute altre con il Barcellona e da calciatore, ma è un piacere prepararla tatticamente. Sarà durissima, l'Inter ha tante qualità speciali altrimenti non sarebbero arrivati a Istanbul. L'approccio sarà diverso, ma arriviamo tranquilli e daremo tutto". E sull'incontro con Inzaghi nel 2019 a New York: "Lo ricordo perfettamente, abbiamo chiacchierato di calcio"

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Dopo la giornata in casa Inter dedicata alle interviste e alle conferenze in vista della finale di Champions, tocca al Manchester City. Media day con l'attesissimo Pep Guardiola, che ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport:

È la partita più importante della sua carriera?
"No, è molto importante ma ne ho avute tante altre. Non la metto davanti a quelle col Barcellona oppure che ho giocato da calciatore. Ci sono stati anche tanti campionati importanti, ad esempio".


In cosa è forte l'Inter?
"Il gioco coi piedi di Onana è una qualità speciale, ma solo una. Penso alle palle lunghe per Lautaro e Lukaku, gli inserimenti… Ci sono più aspetti che dobbiamo affrontare".


Cruyff diceva: "L'Italia non può vincere, ma contro l'Italia puoi perdere…"
"Noi favoriti? Puntiamo a vincere, ma anche l’Inter lo farà. Sarà una partita durissima per struttura difensiva, ma non solo. Hanno tante cose buone, altrimenti non sarebbero arrivati in finale".


Quanto è importante avere un confronto quotidiano con un italiano come Maresca?

"La mentalità, conosce meglio l’Italia di tutti noi. Poi in partita ci sono 11 giocatori contro 11… Ma tutti gli allenatori si confrontano con lo staff, perché il calcio è idee".


È riuscito a staccare un po'? E vuole vincere senza il dovere di farlo?
"La finale di Champions è un piacere come lo è la preparazione tattica, trovare soluzioni. Sono le cose più belle. Non è una questione di preparazione ma di arrivare bene mentalmente. L’approccio sarà completamente diverso ad altre partite. Arriviamo tranquilli e daremo tutto nei 95 minuti".


Se non dovesse vincere sarebbe un fallimento?
"Lo dicono tutti. Non mi lascia tristezza, siamo abituati a ciò che dice la gente. Dobbiamo convivere su questo. Lo accettiamo e andiamo avanti".


Ricorda la colazione a New York nel 2019 con Inzaghi?
"Lo ricordo perfettamente. Era con sua moglie, ci siamo salutati. C’era anche Aquilani. Abbiamo chiacchierato di calcio".


Se vince la Champions significa che il suo lavoro è fatto a Manchester?
"Non posso rispondere ora a questa domanda. Abbiamo rinnovato perché ci troviamo bene. Qui c’è tutto ciò di cui ha bisogno un allenatore. Qualsiasi cosa succederà andremo avanti insieme facendo il nostro meglio. Quando vinci sei bravo, quando perdi no. Qua ti lasciano un po’ di tempo".

"Inter ha più storia, ma in finale non conta"

Guardiola ha parlato anche in conferenza stampa: "Qualcuno vuole che vinceremo, altri no. A qualcuno siamo simpatici e ad altri no: ma non è un problema. È l'ultima partita della stagione, dobbiamo giocarla: chi vincerà avrà la corona, conta quello che bisogna fare per battere l'Inter. Mancano un po' di giorni, è un sogno per noi essere qui: due anni fa c'eravamo e c'era una situazione diversa a causa del Covid”. Pep ha sottolineato l’importanza di giocarsi la partita: "Proveremo a fare il massimo, in finale conta come ti comporti in quella partita, non la storia: nella storia l'Inter è meglio di noi, ma conta cosa devi fare. Sono 95 minuti in cui devi essere più forte dell'avversario: non contano le altre cose, devi essere più forte in quella partita". Sulle condizioni di Walker: "Aveva un disturbo alla schiena, ieri non stava bene. Oggi stava un po' meglio. Non volevamo rischiare e vedremo nei prossimi giorni".

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"Lautaro super. Nel 2020…"

Guardiola ha parlato anche in collegamento con ESPN, chiacchierata nella quale ha risposto a una domanda su uno degli avversari più temuti: Lautaro Martinez. L'attaccante dell'Inter era stato accostato proprio al Manchester City nel 2020: "È un giocatore eccezionale. A quel tempo in squadra avevamo Sergio Aguero e Gabriel Jesus, quindi non è mai stato una possibilità per il City".

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"L'importante è esserci sempre"

Lo stesso Guardiola ha concesso anche un'intervista alla Uefa: "Dobbiamo vincere la Champions League, non possiamo evitarlo", le sue parole. "Tanti club hanno distrutto progetti e idee perché non sono riusciti a vincere questa competizione e tanti sono diventati grandi club perché ci sono riusciti. Anche se non la penso così, capisco che tutto ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni, che è stato ottimo, avrà senso per gli altri solo se vinciamo. Se non vinciamo, le cose sembreranno avere meno senso: è un po' ingiusto ma dobbiamo accettarlo. Dobbiamo anche accettare che, se vogliamo fare un passo definitivo ed essere un grande club, dobbiamo vincere in Europa". E ancora: "La cosa più importante è esserci sempre. Due anni fa c'eravamo, dopo due anni ci siamo di nuovo. Ci riproveremo e la cosa più importante è essere di nuovo qui tra qualche anno. È questo che ti rende un grande club: anno dopo anno, arrivi fino alle ultime fasi della Champions League e magari vinci anche il titolo".

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La citazione di Giannis

Guardiola ha poi chiuso la sua intervista citando le parole della stella Nba Giannis Antetokounmpo, diventate un "insegnamento" per chiunque faccia sport: Nello sport il fallimento non esiste. Ammettere di aver fallito è come dire che il tuo avversario non vale nulla: non può essere che abbia giocato meglio? Bisogna solo provarci, lo sport è così. Riprovare e rialzarsi. Quando vinci, devi festeggiare adeguatamente e in privato; quando perdi, puoi piangere un po' e tornare il giorno dopo. Lo sport è questo: se ci provi, non fallisci".

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