
C'è Ibrahimovic, certo, ma non solo. Loro restano i vichinghi che ci negarono il Mondiale 2018, tuttavia non sempre hanno avuto fortuna con l'Italia. Basta ripercorrere i loro connazionali meno brillanti, delusioni senza appelli nel nostro campionato. Spazio quindi ai "migliori", formazione in campo con il 4-3-3

MAGNUS HEDMAN (Ancona, 2004). Iniziamo dai pali e da chi conquistò l’Italia per via della consorte: si chiamava Magdalena Graaf l’ex compagna del portiere svedese, 58 presenze in Nazionale e solo 3 gare (con 5 gol incassati) tra i marchigiani in caduta libera. Snobbato dal suo Celtic e ritiratosi a 32 anni, Hedman regalò l’ultimo colpo di scena: nel 2006 andò al Chelsea di Mou come ultima scelta
LA FLOP 11 DELL'URUGUAY IN SERIE A
TEDDY LUCIC (Bologna, 1998-00). I più attenti lo ricordano tra i rossoblù di Mazzone, difensore che allargò la truppa svedese con il compianto Ingesson e Kennet Andersson (memorabile un suo video alle prese con le lezioni di italiano). Sarà stato per la lingua, chissà, ma in due stagioni colleziona 13 presenze e toglie il disturbo. E pensare che in Nazionale è sceso in campo ben 86 volte
LA FLOP 11 DEL PORTOGALLO IN SERIE A
JOAKIM PERSSON (Atalanta, 1996-97). Tre anni prima di Lucic si affacciò in Serie A anche un altro difensore, scovato dai nerazzurri nel Malmö. Un novello Stromberg a Bergamo? Niente affatto: Mondonico gli concede 13 partite, quanto basta per tornare in Svezia e ricevere dai colleghi il "premio" di calciatore più sopravvalutato del 1998. Si è ritirato nel 2010 ma ci sta provando in panchina
LA FLOP 11 DELL'OLANDA IN SERIE A
JOEL EKSTRAND (Udinese, 2011-12). C’è parecchia sfortuna nel destino dell’ex difensore bianconero, ritiratosi a trent'anni a causa dei gravi infortuni. A 22 anni non ancora compiuti era arrivato in Friuli, rimandato all’esame di italiano e costretto a riparare al Watford dei Pozzo. Segnali di ripresa interrotti dalla rottura del legamento crociato, stop che ha compromesso la sua carriera
LA FLOP 11 DEL BRASILE IN SERIE AJESPER BLOMQVIST (Milan-Parma, 1996-98). Per qualche tifoso era il "Pinguino Biondo", per altri un discreto esterno come dimostrò successivamente al Manchester United. I rossoneri lo notano al Göteborg e investono 4,5 miliardi di lire: non delude ma nemmeno entusiasma a Milano come a Parma, club che ricava una discreta plusvalenza nella cessione ai Red Devils. Dove vincerà addirittura la Champions

SAMUEL GUSTAFSON (Torino, 2016-18). Ci sarebbe anche Sebastian Eriksson, connazionale da gennaio al Genoa dopo l’avventura poco esaltante al Cagliari. Seconda chance per lui ma anche per il centrocampista 25enne, quantomeno in Serie B. Già, perché accolto dai granata e schierato solo 11 volte, Gustafson prende confidenza con la seconda divisione (Perugia e Verona) fino all’avvento a Cremona
ERIK FRIBERG (Bologna, 2014-15). Oggi lo trovate in patria all’Häcken dove tutto era iniziato, maglia indossata in due occasioni come quella dei Seattle Sounders in Mls. Ballardini in Emilia lo vede trequartista, poi Diego Lopez non lo vede affatto in Serie B. Il risultato? Solo 7 presenze in un anno e senza gol, lui che solo in Svezia ha trovato la sua dimensione. Ah, per la cronaca: è un mediano

MARCUS LANTZ (Torino, 1999). Curiosamente si toglierà qualche soddisfazione con il già citato Persson all’Hansa Rostock, club tedesco dove ha offerto il meglio della carriera. Non andò bene in granata agli ordini di Mondonico, 2 presenze in 6 mesi nella stagione culminata con la retrocessione. Ha detto basta nel 2012, oggi lo trovate sulla panchina del Mjällby nella Serie A svedese

MARTIN DAHLIN (Roma, 1996). Quattro gol a Usa ’94 e reti a valanga con il 'Gladbach, accostato alla Juve ma accolto dai giallorossi per 5 miliardi di lire. Un nuovo bomber per Carlos Bianchi? Non proprio: l’attaccante dal sangue venezuelano paga la concorrenza di Balbo, Fonseca, Delvecchio e Totti. Dopo 4 gare e 64 minuti viene rispedito in Germania a novembre: si ritirerà meno di tre anni dopo

ANDREAS ANDERSSON (Milan, 1997-98). Incrociato dai rossoneri nella Champions precedente, colpo di fulmine quanto il taglio alla Backstreet Boys che faceva sospirare le teenager. Si presenta con il titolo di capocannoniere (19 gol) ottenuto al Göteborg, se ne andrà dopo una sola rete segnata all'Empoli con la complicità di Pagotto. Via a gennaio e smarrito anche al Newcastle, che peccato per lui

MATHIAS RANEGIE (Udinese, 2012-14 e 2017). Il "nuovo Ibra", dicevano. Ma dicevano male. Ecco un altro pennellone d’area di rigore, origini guadalupensi e bomber nella città di Ibra (Malmö). Su "Renegade" scommettono i friulani per 2 milioni di euro, investimento che non rende: un gol al Milan in 30 presenze, poi la girandola di prestiti e il ritorno in Svezia. Si è ritirato a dicembre a 35 anni

LA PANCHINA
ANDREAS ISAKSSON (Juventus, 1999-01). Perché Hedman titolare e non lui? Semplice: se il collega si affacciò alla Serie A con un curriculum internazionale, il 18enne svedese era il prospetto bianconero dopo gli inizi al Trelleborg. Per due anni sarà il terzo portiere dietro Van der Sar e Rampulla senza mai giocare, ma si è rifatto in carriera: 132 presenze con la Svezia e non solo

PONTUS JANSSON (Torino, 2014-16). Qualche tempo fa, cercandolo sui motori di ricerca, era preceduto nei risultati da un connazionale che si dilettava con gli "ometti" di pietra. Puntarono proprio su di lui invece i granata, centrale dal gran fisico accolto a parametro zero. Quantomeno il Toro ricavò una buona plusvalenza (4 milioni di euro) cedendolo al Leeds: in Piemonte era sparito dai radar

CHRISTIAN WILHELMSSON (Roma, 2007). Doverosa premessa: il suo bilancio in giallorosso (25 presenze e un gol) non è da buttare, ma nella Capitale ricordano più la moglie delle sue corse sulle fasce. Ex modella di origine russa, la splendida Oksana diventò più famosa di lui. E pensare che lo svedese piaceva a Spalletti dai tempi dell’Udinese, ma al termine della stagione sfumò il riscatto dal Nantes

LINUS HALLENIUS (Genoa, 2010-11 e 2012-13). Una prodezza in stile Van Basten contro l’Urss, realizzata con l’Hammarby, gli regalò il 2° posto al Puskas Award 2010 e la chiamata dei rossoblù. Difficile dire cosa andò storto, certo è che il centravanti svedese disputò solo 45 minuti con il Grifone e 14 partite con il Padova in Serie B. Tornato in patria, oggi il 31enne Hallenius gioca a Cipro

MARCUS ALLBACK (Bari, 1997-98). Letto in inglese, il suo cognome suona come "indietro tutta". Strano a dirsi per chi ha giocato 74 volte (con 29 reti) in Nazionale, lui che ha segnato anche in Olanda e in Inghilterra. Dobbiamo però tornare ad inizio carriera quando Fascetti, pensando ad un altro Kennet Andersson, lo accoglie in Puglia: 16 presenze e zero gol più tardi è già tornato in Svezia

HANS HOLMQVIST (Cesena, 1988-90). Altro che spilungone svedese, piuttosto è un attaccante tascabile a raggiungere la Romagna per sostituire Rizzitelli destinato alla Roma. Ci crede Bigon, ma il campo dice altro: 20 presenze e un gol, rete che tuttavia bastò per battere il Milan di Sacchi l’8 gennaio 1989. Ecco perché lo ricordano ancora al Manuzzi, lui che tornò in patria e si ritirò a 33 anni