
Lazio, 20 anni fa lo scudetto: cosa fanno oggi i giocatori di Eriksson?
L'orologio segnava le 18.04 del 14 maggio 2000. Il 3-0 alla Reggina e quell'orecchio teso alla radio per le notizie da Perugia. Ma cosa fanno oggi i giocatori di quella squadra? In tantissimi hanno seguito le orme del maestro svedese, molti sono rimasti nel mondo del calcio e tre sono addirittura diventati presidenti di un club! Oggi a #CasaSkySport ospite Sven-Göran Eriksson alle 19. E alle 19.30 Giuseppe Pancaro

Inzaghi. Veron. Simeone. E poi quell'attesa, col campo dell'Olimpico già pieno di tifosi biancocelesti. Ultima giornata del campionato 1999-00: la Lazio ci arriva dopo essere stata a -9 dalla Juve a otto turni dalla fine. Poi un derby vinto in rimonta, Simeone decisivo a Torino. E il 3-0 alla Reggina dell'ultimo atto.
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Ma non era ancora il tempo della festa. A Perugia si giocava dopo il diluvio: il gol di Calori e quei tifosi che esultarono direttamente sul campo dei giocatori di Eriksson. Poco dopo le 18 la voce di Riccardo Cucchi fece esplodere la festa per il secondo scudetto. Tre giorni dopo arriverà anche la Coppa Italia. Ma cosa fanno oggi i calciatori di quella squadra?
ERIKSSON E PANCARO A #CASASKYSPORT
LUCA MARCHEGIANI - Portiere titolare di quella Lazio da scudetto, mentre in Coppa Italia aveva lasciato il posto al suo vice. Oggi? Dal 2005 è uno degli opinionisti della squadra di Sky Sport.
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MARCO BALLOTTA - Nove presenze in quel campionato, e il ruolo da titolare in Coppa Italia (vinta). Con 44 anni e 38 giorni detiene ancora il record di calciatore più anziano della A e, a dispetto dei suoi 56 anni, non ha ancora deciso di smettere col calcio: oggi riveste il triplice ruolo di presidente, preparatore dei portieri ed attaccante del Castelvetro, squadra di eccellenza emiliana.
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ALESSANDRO NESTA - Capitano di quella squadra e pilastro della difesa. È uno dei tantissimi (come si vedrà) ad aver intrapreso la carriera da allenatore. Col suo Frosinone era terzo in B (a -2 dalla promozione diretta) prima dello stop ai campionati. In precedenza anche le panchine a Miami e nel Perugia.

PAOLO NEGRO - Altra pedina chiave dello scudetto, festeggiato con un nuovo look tutto tricolore. Anche lui ha scelto la via della panchina: il patentino da allenatore e gli inizi in provincia. L'ultimo incarico nel 2015 a Latina con le giovanili del club.

SINISA MIHAJLOVIC - Sei gol per lui quell'anno, solo Inzaghi, Veron e Salas segnarono di più. La sua storia in biancoceleste è durata fino al 2004, ma mai ripartita in panchina. Nell'ultima trasferta del suo Bologna all'Olimpico l'affetto dei suoi ex tifosi si è sentito fortissimo.
FOTO. MIHAJLOVIC SOTTO LA CURVA DELLA LAZIO
GIUSEPPE PANCARO - Esterno fondamentale della difesa di Eriksson, che giocava quell'anno con un 4-5-1 molto fluido, pronto ad adattarsi a seconda degli interpreti. Anche Pancaro ha scelto la via della panchina: attualmente è alla guida della Pistoiese in Serie C (dove è 11°). Precedentemente anche Juve Stabia, Catania e Catanzaro nel suo curriculum.

NESTOR SENSINI - Una stagione, ventitré presenze per lui in quel campionato e uno scudetto in bacheca. Nel 2006 ha iniziato la sua carriera da allenatore, poi sostituita con quella dirigenziale. Oggi è direttore generale dei Newell's Old Boys e sta ancora aspettando... Leo Messi!
(Foto Twitter Newell's Old Boys)

GIUSEPPE FAVALLI - Sempre pronto alla discesa sulla fascia sinistra, legherà la sua carriera alla Lazio per oltre dieci stagioni, dal 1992 al 2004. Oggi? Si è allontanato dal mondo del calcio, ma su Instagram non rinuncia a una rimpatriata tra colleghi da scudetto, in questo caso Negro, Boksic e Gottardi.
(Foto Instagram Giuseppe Favalli)

FERNANDO COUTO - Fu il difensore meno utilizzato del reparto durante il corso della stagione, ma resterà alla Lazio fino al 2005. Roccioso centrale portoghese, proprio dalla sua terra d'origine ha intrapreso la carriera da allenatore (col Braga come vice), fermatasi però nel 2013. Oggi è uno degli ambasciatori della federcalcio portoghese.

JUAN SEBASTIAN VERON - Passiamo al centrocampo di quella Lazio, stracolmo di talenti e tra i migliori del mondo. Proprio Veron fu uno dei mattatori della stagione con 8 reti in A, compreso il rigore nell'ultima giornata contro la Reggina. Dal 2014 - dopo una prima parentesi in panchina - è il presidente dell'Estudiantes.
VERON OSPITE DI #CASASKYSPORT
PAVEL NEDVED - Tra il centro sinistra e l'esterno era in grado di far tremare le squadre avversarie: per minutaggio fu il quarto più utilizzato da Eriksson quell'anno. Suonò la carica per la rimonta del derby di ritorno che diede il là alla rimonta sulla Juve. Come noto, è attualmente vicepresidente proprio della Juventus.

DIEGO PABLO SIMEONE - La sua corsa a Torino per il gol decisivo in Juve-Lazio riaprì definitivamente un campionato che sembrava già chiuso. Da -9 a -3 in due settimane, e poi anche il punto esclamativo del tris all'ultima giornata. Dal 2011 guida l'Atletico Madrid, in bacheca nove titoli, tra cui una clamorosa Liga, due Europa League e due Champions solo sfiorate.

MATIAS ALMEYDA - Ventun partite e un gol per un altro ex di quella Lazio poi diventato allenatore. In Messico ha vinto la Champions League del nordamerica coi Chivas. Oggi siede sulla panchina dei San Jose Earthquakes in MLS.

DEJAN STANKOVIC - Da solo un anno in Italia, fu un jolly spesso vincente per Eriksson, che in quella stagione fece ruotare moltissimo i suoi uomini. Anche per lui il presente è in panchina: dal 2019 allena la Stella Rossa con cui è primo in classifica.

GUERINO GOTTARDI - Fu decisivo nella finale di Coppa Italia vinta nel 1998, il primo trofeo della Lazio di Eriksson che portò fino allo scudetto del 2000. Lui si è allontanato dal calcio dopo un ruolo nelle giovanili biancocelesti nel 2009, ma l'album dei ricordi è sempre aperto.
(Foto Instagram Guerino Gottardi)

SERGIO CONCEIÇÃO - Se Nedved era la freccia all'arco di Eriksson sulla sinistra, il portoghese partiva agendo dalla destra. Trenta partite (solo Veron ne giocò di più) e due gol. Non più una rarità ormai: anche lui è diventato allenatore, attualmente è alla guida del Porto, con cui ha già vinto un campionato.

ATTILIO LOMBARDO - Per minutaggio fu uno dei meno utlizzati durante la stagione, ma ugualmente campione d'Italia. Chiuderà la sua carriera due anni dopo iniziando subito quella da assistente e allenatore. Oggi è nello staff della nazionale di Roberto Mancini.

ALEN BOKSIC - Quattro gol per lui quell'anno, prima di lasciare l'Italia per il Middlesbrough in Inghilterra. È stato commentatore tv e vice di Stimac della nazionale croata nel 2013. In una recente intervista ha invece detto di aver acquistato una piccola isola al largo della costa dalmata, Mariaska, dove vive con la famiglia.
(Foto Instagram Giuseppe Favalli)

MARCELO SALAS - Ginocchio sinistro a terra. Dito indice della mano destra al cielo: un'iconica esultanza vista dodici volte quell'anno, fu lui il bomber dell'attacco di Eriksson. Dopo la carriera da calciatore è tornato nella sua città natale in Cile, Temuco, dove è diventato prima dirigente, e ora presidente, del Club de Deportes Temuco.
(Foto Twitter Club de Deportes Temuco)

SIMONE INZAGHI - Suo il primo gol nell'ultima giornata controla Reggina, ultimo di sette in quel campionato. A lui l'eredità più grande: sulla panchina della Lazio sta provando a ricostruire il sogno scudetto. Col campionato fermo i biancocelesti sono secondi a -1 dalla Juve.
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ROBERTO MANCINI - Non indossò l'anno successivo la maglia con lo scudetto cucito sul petto, perché nel frattempo si era già seduto in panchina proprio come vice di Eriksson. Da lì la lunga carriera che, oggi, lo ha portato alla guida della Nazionale.

FABRIZIO RAVANELLI - Anche per lui pochi minuti: sedici presenze ma solo cinque da titolare, e comunque due reti. Ex Juve e legatissimo alla sua città, Perugia, le due squadre coinvolte a distanza in quel 14 maggio del 2000. In panchina ha allenato le giovanili bianconere e dunque l'Ajaccio, l'ultima avventura nel 2018 con l'Arsenal Kiev. E anche oggi non rinuncia a una partita tra vecchie glorie.

SVEN-GÖRAN ERIKSSON - Fu l'uomo al comando di quella squadra da scudetto, con cui vinse anche due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Europea e una Coppa delle Coppe. La sua carriera proseguirà in Inghilterra e poi in Cina. L'ultimo incarico è stato alla guida della nazionale di calcio delle Filippine.

Tra i giocatori che scesero in campo in quel campionato manca all'appello lo svedese ex Bologna Kennet Andersson, solo 29 minuti e nessun gol. Oggi? È stato opinionista in tv ed è un mental coach. Mentre gli altri presenti in quella stagione (ma senza minuti in A) furono Marcolin (anche lui commentatore tv) e i giovanissimi Conti, Pisano e Giampiero Pinzi (oggi nello staff dell'Udinese).