Buffon: "Per Sarri alla Juve fu avvilente mediare. Io vicino all'Atalanta, poi..."

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Il portiere del Parma: "Sarri ebbe difficoltà iniziali, vide che c'era bisogno di mediare e per lui è una cosa avvilente. Con Pirlo non è stato un fallimento, ha vinto due trofei e si è qualificato alla Champions. La Juve vince con solidità, quando è in difficoltà riesce a sorprendere. Atalanta? Avevo deciso di andare, poi mi hanno convinto a restare a Torino. Difficile rinunciare all'offerta del Psg, ma non mi sentivo a mio agio"

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Gigi Buffon ha deciso di ripartire dal Parma, lì dove tutto era iniziato, con l'obiettivo di riportare la squadra gialloblù in Serie A. A 43 anni il portiere ha ancora tanta voglia di dimostrare, come accaduto d'altronde anche nelle ultime due stagioni alla Juventus, dove è stato il secondo di Szczesny con Sarri e Pirlo. Due annate particolari, che Buffon descrive così: "Sarri da noi ha avuto tantissime difficoltà all'inizio, perché già dall'inizio ci sono stati degli attriti con qualcuno, non è scoccata la scintilla – le sue parole a Tiki Taka - Dopo un mese si è accorto che la sua tipologia di lavoro era da rivedere e che c'era bisogno di mediare e, per uno come lui, mediare è un qualcosa di avvilente. Non aveva quell'entusiasmo che di solito uno come lui ha. Pirlo? Non lo definirei 'vitello sacrificale', dà l'idea di un perdente. Lui ha vinto Coppa Italia e Supercoppa, è arrivato in Champions e quindi non ha fallito". Poi l'addio di Ronaldo: "Se non era più convinto di rimanere, ha fatto bene ad andarsene. Così come Allegri ha fatto bene a tornare perché si vede che è convinto di fare bene e di poter incidere".

"La Juve vince grazie alla solidità, quando è in difficoltà sorprende sempre”

Sul momento dei bianconeri, aggiunge: "Quando è in difficoltà, la Juventus sorprende sempre e ha dei colpi di reni che la portano a vincere trofei impensabili. La vedo sempre protagonista in ogni competizione, poi vincere la Champions in questi anni, contro queste squadre, è sempre complicato. La Juventus non gioca male, ma quando vince lo fa da squadra solida, compatta, che non concede spazi e imbruttisce la partita. Noi siamo arrivati due volte in finale di Champions grazie alla solidità, poi non abbiamo vinto perché abbiamo affrontato un Barcellona e un Real Madrid quattro volte superiori a noi. Ma senza quelle caratteristiche non saremmo mai arrivati in finale".

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"Atalanta? Avevo deciso di andare, poi la Juve mi ha convinto"

Buffon confessa poi di essere stato vicino all'Atalanta: "Gasperini lo sa perché non sono andato, nel momento in cui avevo deciso di partire per Bergamo ho parlato con la Juve e con Pirlo che mi hanno convinto a restare. Mi conoscono bene, hanno toccato tasti che mi hanno persuaso. Ma a Gasperini voglio bene, le sue chiamate e la volontà di avermi a Bergamo, perché secondo lui ero ancora forte per fare il titolare, mi hanno gratificato tantissimo".  

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"Difficile rifiutare un'offerta come quella che mi arrivò dal Psg"

Prima, però, c'era stato il Psg: "Quando abbiamo vinto l'andata degli ottavi di finale di Champions non mi sentivo a mio agio, perché sapevo che contemporaneamente la Juve aveva perso. Questa cosa ha pesato sulle scelte future e ho deciso di tornare, non mi faceva impazzire l'idea di fare il secondo ma sicuramente mi piaceva quella di vincere la Champions con questa dirigenza e questa squadra. Vincerla per la Juve mi avrebbe dato una soddisfazione enorme. Prima di andare a Parigi avevo quasi deciso di smettere, avevo detto al procuratore che avrei continuato se mi fosse arrivata una chiamata da Real Madrid, Barcellona e Psg e 20 giorni dopo è successo. A quel punto mi è sembrato un peccato rinunciare a un'esperienza simile, con un'offerta economica importante come quella”. Ora a Parigi c'è un altro grande portiere italiano, Gigio Donnarumma: “Penso abbia fatto una scelta più che giustificata, sta avendo delle difficoltà ma penso che presto sarà titolare".

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"La Nazionale riparta dalle certezze per superare le difficoltà"

Infine, sulla Nazionale: "I playoff sono la scusa per continuare a giocare, la motivazione che mette d'accordo tutti. Delle analogie con l'Italia di Ventura ci sono, ma questa squadra ha certezze maggiori in virtù del successo agli Europei e, in questo modo, è più facile superare le difficoltà. La Svezia? Quella partita fu l'anticamera di una spedizione che non sarebbe stata vincente. Abbiamo commesso degli errori e abbiamo avuto delle mancanze troppo grandi che non ci hanno permesso di andare al Mondiale. Le colpe sono di tutti, l'ho sempre detto", conclude Buffon.  

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