Indicato tra i possibili nomi per la panchina dell'Inter in caso di addio di Inzaghi, l'attuale allenatore del Marsiglia ha risposto dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria a Foggia: "Non mi ha chiamato nessuno, soprattutto negli ultimi giorni. Io sto bene all'OM e, quindi, non c'è niente che bolle in pentola"
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"Non mi ha chiamato nessuno, soprattutto negli ultimi giorni". Parola di Roberto De Zerbi, che in mattinata ha ricevuto la cittadinanza onoraria a Foggia per i suoi meriti calcistici da allenatore della squadra rossonera (dal 2014 al 2016). Una domanda inevitabile per l'attuale allenatore del Marsiglia, indicato tra i possibili sostituti di Inzaghi sulla panchina dell'Inter in caso di addio di Simone (oggi l'incontro decisivo tra l'allenatore e la società). E il tecnico bresciano, che festeggerà 46 anni il prossimo 6 giugno, ha ribadito il concetto rispondendo ai giornalisti: "Io poi a Marsiglia sto bene e, quindi, non c'è niente che bolle in pentola. Se riceverò una chiamata prossimamente? Non lo so, io posso dire quello che è successo fino ad oggi e, assolutamente, non ho sentito nessuno".
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"Cittadinanza a Foggia meglio di un trofeo"
De Zerbi aveva commentato così il riconoscimento concesso dalla città: "Sono a Foggia da ieri e sono felice perché ho rivisto tanti amici, la città in cui ho vissuto di più da calciatore prima e da allenatore poi e percepisco l'affetto che la gente ha verso di me. Sono molto emozionato in questi giorni perché credo che questo sia un premio che nessuna vittoria, nessun trofeo ti possa dare. Questo va oltre, va a me come persona e mi fa molto piacere". L'allenatore bresciano aveva giocato a Foggia dal 2002 al 2004 prima di tornare da allenatore dieci anni dopo in Lega Pro: "Non so se è meritata o no la cittadinanza onoraria, perché mi sento anche a disagio. Di solito questi riconoscimenti vanno a persone non del calcio. Sicuro questa città l'ho amata, questa gente l'ho rispettata sempre, è sempre riconoscente. Uno può guardare avanti fino a quanto vuole però per guardare avanti devi ricordarti cosa c'era dietro e dietro di me c'è stato tanto Foggia. Io questa città la conosco bene, molto meglio di altri che l'hanno sempre giudicata male, quindi sarà responsabilità mia anche difenderla e cercare di portarla in giro come merita". Il conferimento è avvenuto in mattinata a Palazzo di Città, riconoscimento proposto dalla commissione cultura e sport, e approvato all'unanimità nella seduta di Consiglio comunale dell'8 gennaio scorso, per il suo ruolo da "protagonista di esaltanti stagioni in rossonero da calciatore prima e soprattutto da trascinante e carismatico allenatore poi".