Formula 1, test Barcellona: l'analisi tecnica della prima 3 giorni in pista

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Cristiano Sponton

©Getty

Sul circuito del Montmelò le monoposto hanno mostrato le prime innovazioni in vista del Mondiale 2020. Dal "DAS" Mercedes fino alle prove di affidabilità, l'analisi tecnica della prima tornata di prove in pista. I test di Formula 1 in diretta esclusiva su Sky Sport F1 (canale 207) dal 26 al 28 febbraio

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Dopo i primi 3 giorni di test invernali a Barcellona, si parla quasi esclusivamente di Mercedes. Il team anglo-tedesco, a differenza della passata stagione, è arrivato prontissimo a queste prime prove invernali sorprendendo l’intero circus grazie al geniale sistema del DAS "Dual Axis steering". Prima di addentrarci nell’analisi di questi test parliamo un po’ di questo sistema, che Mercedes potrà utilizzare solo in questa stagione in quanto le regole del 2021 non permetteranno l’utilizzo di dispositivi analoghi.

Secondo Andy Green, D.T della Racing Point, tale sistema può avere diverse funzionalità: "Puoi usarlo, ad esempio, per riscaldare le ruote anteriori prima del giro di qualificazione. Ciò è particolarmente vantaggioso sui circuiti in cui le gomme anteriori hanno difficoltà a ottenere la giusta temperatura. Lo stesso principio potrebbe essere applicato al termine di una fase di safety car per avere le anteriori in temperatura al restart della corsa. In gara, se le temperature dei pneumatici sono troppo alte, puoi "raddrizzare" le ruote anteriori in rettifilo in modo che si raffreddino più velocemente. Molto dipende dalla tipologia di curva che è presente dopo il rettifilo. Se è veloce, non devi preoccuparti delle temperature dei pneumatici. Le forze centrifughe riscaldano immediatamente le gomme. Quindi puoi "raddrizzare" le anteriori in rettifilo per cercare di avere qualche km/h in più sul dritto. Se invece la curva è lenta, è meglio usare la convergenza prestabilita per cercare di mantenere maggiormente in temperatura gli pneumatici anteriori”.

Detto questo andiamo ad analizzare qualche dato emerso da queste prime 3 sessioni di prove invernali. Come ben sappiamo, da quest’anno i giorni di test sono diminuiti rispetto alle scorse stagioni, per questo è diventato molto importante fare tantissimi chilometri fin da subito per cercare di conoscere al 100% le caratteristiche della monoposto.

Il team che ha raccolto il maggior numero di chilometri è stato Mercedes che grazie ai 165 giri di Hamilton e i 229 di Bottas è riuscita a completare un totale di 2299 chilometri.  Un bel gruzzoletto di chilometri perché equivalgono a ben 7,4 GP. Le cose per Mercedes sono andate piuttosto bene a livello di affidabilità, se escludiamo un problema al sistema ibrido avuto da Bottas nelle fasi conclusive della giornata 3. Bene anche Red Bull che, a differenza delle passate stagioni, si è presentata ai test con una pacchetto molto affidabile. I chilometri percorsi sono stati 2192 senza nessun problema tecnico di rilievo. A Milton Keynes attendono con ansia la seconda sessioni di test perché avranno l’opportunità di provare la nuova Power Unit Honda che sarà utilizzata nella prima parte di stagione.

Tra i top team non ha brillato a livello di chilometraggio la Ferrari. La scuderia di Maranello è riuscita a completare "solo" 1647 km a causa di qualche problema alla Power Unit. Problemi che hanno costretto Vettel alla sostituzione di un'unità endotermica nell’ultima giornata di test.

I restanti team sono riusciti a girare con una buona costanza, ma nessuno è riuscito ad avvicinare il chilometraggio fatto da Mercedes e Red Bull.

Se consideriamo il chilometraggio fatto dalle varie Power Unit possiamo notare che, anche in questa particolare classifica, spicca Mercedes con un totale di 5246 km. Nonostante qualche problema di troppo i motorizzati Ferrari sono riusciti comunque a completare 4813 km.

A livello prestazionale è ancora presto per andare a stilare delle classifiche virtuali anche perché le variabili in gioco sono ancora molte. A causa dei test ridotti, da queste prime 3 sessioni, sono emersi dei dati molto importanti, in quanto alcuni team hanno già fatto delle prove di simulazione gara. Sainz ha provata la gara nella giornata 1 (sessione pomeridiana), Hamilton nella giornata 2 (sessione mattutina), Bottas giornata 2 (sessione pomeridiana), Verstappen giornata 3 (sessione mattutina) e Ricciardo giornata 3 (sessione pomeridiana).

I dati ci mostrano che il più rapido è stato Hamilton, che a parità di mescole (3 stint con C2) è riuscito ad essere più veloce di Bottas e Verstappen. Molto equilibrio, invece, nella simulazione di gara tra McLaren e Renault, con Sainz che è stato leggermente più veloce rispetto a Ricciardo. E’ ancora troppo presto per fare delle comparazioni, ma sicuramente Mercedes in questa prima 3 giorni, è quella che ha destato in pista la miglior impressione. La W11 non è ancora una vettura perfetta e, rispetto al 2019, sembra avere qualche problema di instabilità al posteriore dovuta principalmente alle modifiche sostanziose fatte alla sospensione posteriore. Sarà importante valutare se la prossima settimana riusciranno a stabilizzare l’asse posteriore lavorando maggiormente sul setup meccanico della vettura. Sono attesi anche alcuni sviluppi aerodinamici che andranno a definire il pacchetto di Melbourne.

In casa Ferrari non si è cercato la prestazione e a Maranello hanno cercato di conoscere al 100% questa SF1000. Il lavoro si è focalizzato su stint medio corti provando anche setup meccanici piuttosto estremi per valutare il comportamento della macchina.  La prima impressione è che il comportamento in pista sia similare a quello della SF90 e che il sottosterzo sia ancora uno dei principali problemi. Prossima settimana dovrebbe arrivare qualche aggiornamento tecnico e, piloti e ingegneri, si concentreranno maggiormente sull’ottimizzazione del setup. Solo dopo questi "affinamenti" potremo avere un’idea delle reale potenziale della Rossa. Quello che si può dire adesso è che la stagione 2020 per la Ferrari è iniziata in salita.