Test F1, rastrelli sulle monoposto: cosa sono e a cosa servono. E la novità Red Bull
Li vediamo sempre nella prima parte dei test di Formula 1, trasformano le monoposto in vere e proprie “stazioni spaziali”. Ma a cosa servono i rastrelli sulle vetture? E nel Day-2 dei test la Red Bull ha presentato una versione con dei sensori in una posizione inusuale. L'analisi con lo Sky Sport Tech
- La McLaren nel Day-2 dei test in Bahrain. Sulla monoposto di Woking tanti rastrelli che vediamo sempre nelle prime battute delle sessioni. Ma cosa son e, soprattutto, a cosa servono? Oltre a trasformare le monoposto in autentiche stazioni spaziali, hanno una funziona importante. Al Sakhir è spuntata anche una versione inusuale
- Per quanto ovvio, vale la pena ricordare che i test hanno come obiettivo quello di raccogliere dati che per i team sono fondamentali al fine di arrivare al via del Mondiale nel miglior "stato di forma possibile" cercando di garantire la massima affidabilità. Si analizza tutto, dall'acceleratore ai freni, passando per elettronica, idraulica e fino al motore. Ovviamente in questa raccolta dati non può mancare un'analisi di ciò che avviene a livello aerodinamico
- In tema di flussi d'aria un ruolo ce l'ha anche la famosa vernice Flow-Viz (Flow-visualization) che vediamo nelle stesse occasioni sulle vetture. La vernice è composta da pigmenti fluorescenti e serve a rendere visibile il comportamento dell’aria in una determinata zona della vettura
- La posizione laterale dei sensori sulla RB19 è votata a monitorare l'airflow, per il movimento dell'aria e la pressione che si genera in quella zona