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Antonelli: "Sono pronto per la F1. Ero tifoso Ferrari, ora penso alla Mercedes"

da trento

Ospite al Festival dello Sport, Antonelli ha raccontato la sua passione per il motorsport: "Non ho capito subito che volevo fare il pilota". L'anno prossimo sarà in Mercedes: "Non ho ancora realizzato che guiderò in F1", spiega, "Ho convinto grazie a risultati e alla persona che sono". Sull’esordio nelle FP1 a Monza: "È stata un’emozione unica, l’anno prossimo voglio battere Russell". E come compagno di squadra dei sogni, non ha dubbi: Ayrton Senna

IL CALENDARIO DEL MONDIALE

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Futuro del Motorsport italiano, Kimi Antonelli è stato ospite del Festival dello Sport organizzato a Trento dalla Gazzetta dello Sport. Il giovane pilota bolognese, fresco di firma con Mercedes per il 2025 al posto del partente Hamilton, ha parlato della sua passione: "Nasce da mio padre, che correva nel Superturismo e poi ha fondato la sua squadra. Ricordo che guardavo su Sky il programma "Formula 1 Retrò" e una gara che mi rimase impressa fu il duello di Digione tra Villeneuve e Arnoux. Ho iniziato con i kart, a 3 anni la prima volta sulle gambe di mio padre, ma la prima volta che ho guidato un Delfino avevo 5 anni e mezzo. Non ho capito prestissimo che volevo fare questo lavoro, avevo 11 anni". Una vita corsa a tutta velocità, sin dalla giovanissima età: "Con la velocità mi sono sempre trovato subito a mio agio. Tanto che mi trovo molto meglio con una F1 che con una F2". Arrivare in F1 a 18 anni non da tutti, soprattutto quando non hai la patente: "Mi manca, a casa ho una Ligier micro-car ma ormai è finita, l’ho spremuta. È strano guidare una F1 senza la patente, a dicembre la farò. E spero di non essere bocciato". Continua, "Non ho ancora realizzato che guiderò in F1, forse lo farò a Melbourne. Sarà molto emozionante, ma al momento pensò solo a lavorare solo su me stesso. Di sicuro sarà importante restare calmi, cercando di non pensare ad altro che quello che devi fare, concentrandoti sulla partenza e provando a visualizzare le varie situazioni. Le farfalle nello stomaco ci saranno ma io provo a concentrarmi su cosa fare".

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"Toto Wolff è come un secondo padre"

Fresco di firma con Mercedes per il 2025, quando andrà a sostituire Hamilton, che andrà in Ferrari. la sua storia con la scuderia inizia presto: "Con la Academy firmai a Monaco 2018, Toto Wolff invitò me e mio padre. E ricordo con emozione di aver visto vicino a Toto le FP1 dentro il box", racconta un emozionato Kimi, "Toto mi aveva cercato l’anno prima, e all’inizio non ci era sembrato vero, non era normale. Con lui ho un bellissimo rapporto, per me è un secondo padre, mi ha anche sgridato recentemente perché ho fatto un po’ il birichino. Ma sono molto contento di essere con lui". In prospettiva futura: "Avere il suo supporto e quello di Mercedes sarà molto importante per me l'anno prossimo per ottenere buoni risultati".

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"Adesso comincia la parte difficile"

"Adesso comincia la parte difficiele - ha detto poi a Sky - Perché la F1 è uno step ancora successivo e ci saranno tantissime cose da imparare, soprattutto in questo periodo dove avrò la possibilità di andare in pista e cercare di imparare il più possibile per cercare di essere preparato il prossimo anno".

"Ero tifoso della Ferrari, ora penso alla Mercedes"

Schietto e sincero, Kimi ha anche parlato del suo tifo per la Ferrari e di come le cose professionalmente ora abbiano cambiato le cose: "Ero tifoso della Rossa, ma ora chiaramente penso alla Mercedes. Però da piccolo ero un fan del Cavallino e mi piaceva molto Sebastian Vettel. A casa dovrei avere ancora una sua tazza" 

"In Mercedes grazie a risultati e alla persona che sono"

Una scommessa, quella di Mercedes, data la giovane età di Antonelli e della poca esperienza in F1; Kimi spiega cosa ha portato Mercedes a puntare su di lui: "Nei test privati la grande velocità con cui sono arrivato al limite. Ho faticato all’inizio con il passo gara, ma dopo un test a Spa hanno visto un netto passo avanti e si sono convinti. E due giorni dopo è arrivata la chiamata che mi prendevano per il 2025. Oggi in F1 hai un sacco di dati da guardare, c’è la telemetria in diretta e ti possono dire cosa fare, però mi hanno lasciato fare molto. A Spa ho fatto un grande test dove ho imparato ad anticipare il degrado delle gomme". Poi approfondisce, "I risultati, sicuramente, ma anche la persona che sono. E questo grazie alla mia famiglia. Mi sento pronto per la F1, a livello di velocità non avrò problemi, dovrò adattarmi alle procedure". Non ha mai nascosto che la sua forza è la famiglia: "Ho un bellissimo rapporto con loro, mamma è severa e mi bacchetta spesso, soprattutto per la scuola. E poi c’è Maggie, la mia sorellina. È dai tempi del kart che sono sempre via, anche dall’annuncio la mia vita non è cambiata molto". 

"L'anno prossimo voglio battere Russell"

Kimi ricorda anche la prima volta su una monoposto di F1: "A Zeltweg il giorno prima c’erano 26 gradi, quello in cui dovevo girare io nevicato. Sono uscito e mi sono giocato subito un bel jolly, dopo 10 giri ho preso la macchina di mio padre con lui a bordo. E per la prima volta l’ho visto avere paura, mi ha chiesto di fermarmi, aveva paura di non tornare a casa con la macchina". Poi c’è stato il debutto ufficiale nelle FP1 a Monza in questa stagione, poco prima dell’annuncio ufficiale. "Quel primo giro è stata un’emozione unica con tutta quella gente sugli spalti. Ora avrò altre due opportunità in Messico e Abu Dhabi". Sessione che non è andata nel migliore dei modi: dopo pochi minuti è infatti andato a muro, obbligando i meccanici ad un lavoro extra sulla Mercedes di Russell: "Lui non era molto contento, però prima di uscire alla Parabolica ero andato forte", racconta, "Con George ho un buon rapporto, non mi ha dato grandissimi consigli, però per ora va tutto bene. Ma il prossimo anno voglio batterlo". E con Hamilton? "Non me lo aspettavo, è gentilissimo e mi parla tanto. E guardando i dati, il suo stile di guida sembra simile al mio. Ero a Singapore e ad ascoltarlo dialogare con gli ingegneri ho imparato tanto".  Su cosa dovrà imparare: "Quello a cui dovrò abituarmi è sentire tutti gli ingegneri in cuffia, perché io sono uno che parla poco. Ma se parlano è per dare informazioni utili, dovrò imparare bene le procedure, se tocchi un bottone sbagliato è un casino. A breve a casa mi arriverà un sedile con il volante per imparare le partenze e le varie procedure. Anche perché devi sapere dove si trova ogni bottone senza dover guardare".

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"Mi sarebbe piaciuto avere Senna come compagno di scuderia"

Su una possibile amicizia tra piloti: "Fuori dalla pista sì, ma in pista non puoi guardare nessuno, nessuno ti fa favori e non puoi averne, lì sei a correre solo per te stesso". Su Verstappen: "Ci ho parlato un po’ di volte ed è una grandissima persona, mi piace molto. Abbiamo anche corso contro al simulatore e segue molto le categorie minori. In pista è visto molto rigido, ma al di fuori è molto alla mano, normale". E Ayrton Senna, l’idolo di tantissimi: "Mi sono documentato molto su di lui e ho capito che non era solo un grandissimo pilota, ma una grandissima persona. E mi piace pensare di assomigliare a lui in quello. Potessi, mi piacerebbe molto averlo come compagno, sarebbe molto difficile, ma imparerei tanto". Sulla Ferrari: "Da piccolo tifavo Sebastian Vettel. Forse a casa dovrei avere anche una tazza sua". E se il prossimo anno finirà davanti a Hamilton sul podio: "È un signore, mi farebbe i complimenti".