Formula 1, GP Belgio: Ricciardo in conferenza parla dell'addio alla Red Bull. "Non me ne vado per Verstappen"

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Iniziato ufficialmente il weekend del GP di Spa. Il pilota australiano della Red Bull ha parlato in conferenza stampa del suo futuro, già ufficializzato in Renault per la stagione 2019, anche se l'argomento principale è stato il suo addio alla scuderia austriaca in favore di quella francese

GP BELGIO: LA GARA DI SPA

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La conferenza stampa piloti del GP di Spa prometteva importanti novità, non tanto in termini di informazioni sul futuro dei quattro piloti coinvolti, quanto sulle motivazioni e ragioni che hanno portato Fernando Alonso, Pierre Gasly, Carlos Sainz e Daniel Ricciardo a cambiare. Proprio l'australiano era diventato una sorta di caso: in scadenza con il team che lo ha formato e lanciato nel panorama del campionato mondiale di Formula 1, ha preso la decisione di lasciare la Red Bull per passare in Renault, guidata ai tempi della Formula Renault. In conferenza, Ricciardo è stato letteralmente bersagliato di domande riguardanti i perché della sua decisione, visto che la scuderia austriaca è stabilmente nella top tre dei costruttori nel mondiale.

"Non è stato semplice lasciare la Red Bull"

"La scelta di lasciare la Red Bull è stato un processo di riflessione molto lungo, sono stato sotto i riflettori a lungo per il rinnovo di contratto. Non è stato semplice e mi sono preso il mio tempo, ma mi sentivo pronto a una nuova sfida e personalmente avrò delle nuove motivazioni. Sembra semplice a dirla così, ma non lo è stato per niente: ho cercato di trovare la soluzione migliore per me e quando l'ho fatto mi sono sentito a mio agio".

La scelta Renault e le ambizioni di titolo

"Ovviamente l'anno prossimo è improbabile competere per il titolo perché Ferrari e Mercedes stanno vincendo con continuità, ma sul medio termine i progressi che ha fatto Renault mi hanno incoraggiato moltissimo. Anche a livello finanziario stanno spendendo tanto, dimostrando che vogliono arrivare alla vittoria nel minor tempo possibile. Ho trovato una situazione convincente, spero che si riveli un processo rapido".

"Via non per Max"

"Credo che ci siano parecchie incognite per il prossimo anno. Chiaramente è un rischio, nulla è sicuro al momento, ma di certo c'è anche la necessità di dimostrare di essere al livello dei migliori. Ma è stata una mia decisione di cambiare aria, non è derivata dal fornitore del motore o da altri fattori. Dopo 5 anni grandiosi con la Red Bull era il momento di qualcosa di nuovo. Dall'esterno poteva sembrare che ci fosse un problema interno alla squadra con Verstappen, ma non è così: da parte mia non c'è stata la sensazione che ci fosse disparità di trattamento tra me e lui. La decisione di andarmene non è stata presa con mesi d'anticipo, ma appena prima della pausa estiva: già da un po' di tempo pensavo alla Renault, ovviamente, ma ero molto combattuto dentro di me. Ancora a Budapest non ero sicuro di cosa avrei fatto. Ho dovuto soppesare tanti fattori, ma l'aspetto chiave che alla fine ha prevalso era quello di cambiare. Fino a Monaco è stata una stagione fantastica con molti aspetti positivi per me, poi ho perso quello slancio e sono giunto alla mia decisione".

"Mi sono sentito vicino al rinnovo. Separazione consensuale"

"Non ho mai detto di essermi disinnamorato della scuderia. Non c'è stato un episodio in particolare, è stata più una questione di routine e di vedere sempre le stesse facce. A volte questo ha fatto calare il mio divertimento per questo sport: per certi versi sto scoprendo anche io cose diverse su me stesso in questo momento della mia vita. Tutto questo fa parte del mio percorso: certe cose stavano avendo un aspetto negativo. Ma per essere chiaro: non c'è stato nessun deterioramento con i capi della Red Bull. Per quanto riguarda il contratto molti avevano dato per scontato il mio accordo per rimanere con loro: anche io mi sono sentito vicino a firmare, ma non ho mai chiuso del tutto. C'è stata una trattativa tra di noi negli ultimi mesi ma alla fine non abbiamo trovato l'accordo definitivo. La separazione è stata consensuale".

"Sono triste a lasciare la Red Bull"

"È dura. Non mi piace deludere le persone, ma è stata una decisione che ho dovuto prendere. Quando ho parlato con Helmut Marko, lui è stato comprensivo: mi conosce da 10 anni, ha percepito un po' di frustrazione da parte mia e che qualcosa stava cambiando. Non penso di averlo sorpreso del tutto con la mia scelta, anche se ovviamente era deluso. Da parte mia c'è tristezza nel lasciare il mio team, ma consapevolezza che volevano tenermi. Il processo comunque è stato calmo e rispettoso, non potevo chiedere di meglio".

"A tutti piacerebbe una griglia più competitiva"

"A tutti piacerebbe avere più macchine in lotta per le prime posizioni. Ovviamente se sei in un top team è più facile, ma è anche soddisfacente arrivare alla vittoria con una macchina sfavorita. È più semplice a dirsi che a farsi, ma tutti vorrebbero una griglia più competitiva. Sarebbe bello vedere chi è davvero il migliore".