MotoGP, ricorso contro Ducati: Dovizioso può restare vincitore. Ma si deve cambiare tutto

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Sandro Donato Grosso

A Ginevra l’udienza della Fim. Settimana prossima la sentenza. La Ducati ha agito secondo le procedure, ma il carico aerodinamico come effetto secondario c'era. I reclamanti puntano il dito sul costruttore italiano, ma invocano soprattutto maggior chiarezza nelle regole e un approccio più rigoroso. Il 31 marzo il GP d'Argentina: gara di MotoGP LIVE alle 20 su Sky Sport MotoGP (canale 208) e Skysport.it

CASO SPOILER-DUCATI, TUTTO SULL'UDIENZA

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L’esito dell’ Interminabile udienza, oltre sei ore, della Corte d’Appello della FIM a Ginevra, vedrà facilmente salvare i punti della vittoria di Dovizioso in Qatar, ma probabilmente metterà pure un freno alle libertà interpretative riformando la mentalità dell’intero campionato. La sentenza definitiva arriverà tra lunedì e martedì. Borgo Panigale l'ha spuntata e per diverse ragioni. Innanzi tutto la vittoria di Dovizioso in Qatar è salva perché non è mai stata  messa in discussione dai membri della Corte né tantomeno  i Team  reclamanti  (Aprilia e Suzuki avevano un avvocato in comune mentre KTM e Honda si sono presentate senza legali) ne hanno chiesto l’annullamento formale. Il tema del  lungo dibattimento è stato il downforce  che genera il famoso deviatore di flusso incriminato.

La difesa della Ducati (supportata da un suo legale) si è fortemente basata sul fatto che il lo spoiler “cucchiaio” è stato progettato per raffreddare le gomme e che l’effetto di carico aerodinamico - che sarebbe stto accertato e dimostrato dai reclamanti -  sia stato "una conseguenza fortuita, ma non voluta". In parole povere Il pezzo è stato studiato per un motivo legittimo, ma se poi come effetto collaterale (se accettiamo una metafora farmaceutica) ne ha una non legittima allora non sarebbe colpa del Team.

Un altro aspetto cardine sul quale Dall’Igna ha impostato la propria difesa sta nell’autorizzazione ottenuta in Qatar dall’unico rappresentante tecnico delegato a farlo. Si chiama Danny Aldridge ed è il Driettore Tecnico federale. I team accusatori hanno  ribattuto sul fatto che l’autorizzazione è avvenuta in un modo "leggero ed approssimativo" in un incontro di soli 15 minuti nel box della Ducati e che sarebbe stata opportuna "una verifica tecnica più attenta e strutturata". Danny Aldridge collegato via Skype, in grande difficoltà, ha provato a difendere il suo operato appellandosi all’onesta intellettuale del Team ma la sua posizione anche in ottica futura è molto debole. Gli accusatori, che comunque  non faranno ricorso al TAS, sono convinti di aver dimostrato i motivi per cui il "cucchiaio" debba essere vietato in futuro, visto la che la stessa Ducati ammette che il carico aerodinamico come effetto secondario lo genera, ed hanno  puntato fortemente il dito sulla stesura e sull’applicazione dei regolamenti tecnici. Il destino sarà quello di un cambiamento tecnico ma anche culturlare per avere confini più certi e minori zome d’ombra. Per evitare, come dice uno dei presenti al tavolo di Ginevra, "che si un vero far west con tutti dcontro tutti e pronti a chiamare Aldridge nel box un giorno si e l’altro pure proponendogli ogni tipo di diavoleria".