Sul circuito di Assen, Vinales ha strappato la prima vittoria stagionale della Yamaha, ma i suoi alti e bassi rendono ancora difficile determinare se sia un Top Rider. Marquez sta acquisendo sempre più esperienza nell'amministrare le sue risorse e il secondo posto ne è una prova. Rossi Vale ancora molto, ma deve rendere in prova come fa in gara
PETRUCCI AL TOP: "PENSAVO AL RINNOVO DALL'INIZIO"
UFFICIALE: PETRUCCI-DUCATI INSIEME ANCHE NEL 2020
Faccio una premessa, visti i tanti che chiedono perché non i voti? Queste sono pagelle sì, ma espresse in giudizi, se possibile divertenti, ironici, un po' diversi dal solito. Dallo schematismo dei voti, appunto. Tutto qui.
Top gun o pilota di piper?
Maverick Viñales, lo ha dimostrato in svariate occasioni, ha le qualità, il talento, la personalità per essere un Top Rider, ma ogni tanto si perde dietro a certezze e dubbi che si smentiscono il giorno dopo. Questo è accaduto troppo spesso dopo l’esplosivo inizio del suo rapporto con Yamaha nell’inverno 2016/17 e nelle prime gare di quella stagione per fidarci completamente della prova di forza di Assen. Stavolta è stato forte sempre, fin dal venerdì, si è qualificato bene, è partito come doveva, ha lottato e vinto battendo non uno qualsiasi, ma Marc Marquez. Se questa messa a punto totale (testa, pilota, moto, team, gomme) dovesse durare ci divertiremo molto di più. In sostanza MV12 può essere il grande pilota che si è visto in Olanda, deve però riuscirci sempre, anche nelle giornate difficili. Qualche alto e basso ci sta, ma voragini e vette come fosse un Bitcoin, anche no.
Fort Knox
Marc Marquez oramai è diventato anche saggio nell'amministrare le sue risorse, non spreca più neppure un centesimo, mette tutto in cassaforte, un deposito che sembra ogni gara più sicuro ed inattaccabile. 8 gare: per lui 5 vittorie, 2 secondi, una scivolata ad Austin che non sembra essere colpa del tutto sua. Quando va male fa secondo. Uno così è quasi impossibile da battere alla lunga, ma forse una strada c'è: quella di farlo sudare di più, di scheggiare le sue certezze tampinandolo, stuzzicandolo: i suoi avversari lo devono aggredire, non concedergli spazio, tempo, scelte troppo comode. Facile a dirsi, molto meno a farsi, ma oltre a Viñales, potrebbero partecipare a questo tentativo collettivo di erosione pure Quartararo, Rins, Dovizioso, Petrucci, Rossi. Insomma mica è detta l’ultima parola, sotto pressione pure lui soffre.
Diavolo d'un Fabietto
Fabio Quartararo vent'anni, esordiente in MotoGP dopo 8 gare ha già in saccoccia 3 pole e due podi consecutivi (2° a Barcellona, 3° qui ad Assen). Fantastico, soprattutto considerando il livello della competizione attuale. "El Diablo " dall'aria dolce non è soltanto capace di un giro "a vita persa" come si diceva, ma di costanza, capacità di gestione del degrado gomme, linearità con pochissime sbavature. Ora ha il problema all'avambraccio destro che si gonfia e gli fa male nonostante sia stato operato dopo la gara del Mugello. Migliorerà e imparerà a conviverci, soprattutto incontrerà piste meno impegnative dal punto di vista fisico, con meno cambi di direzione ad alta velocità. Ma insomma, se avevamo paura che appassisse, è completamente sbocciato.
Troppo E...Ducati
Andrea Dovizioso non guidava una moto abbastanza competitiva per giocarsi il successo, più di quel quarto posto (senza Rins in gara) stavolta non poteva ottenere. Alla fine amaro in bocca con Marquez che scappa, ma ci sta. Danilo Petrucci, invece, con la spada di Damocle che lo insegue sempre e incombe su di lui, non sa più come comportarsi: dopo la vittoria del Mugello e il terzo di Barcellona credeva e noi con lui, di meritare il rinnovo del contratto, cioè la tranquillità di pensare soltanto alle corse ed eventualmente a cogliere le sue opportunità. Invece questa situazione d’incertezza col tira e molla sulla cifra e la firma che non arriva, lo rende troppo timido, troppo e...ducato, autorepresso, soprattutto nei confronti di Dovizioso. Secondo me è ora che questa storia si chiuda, DP9 merita la riconferma (anche viste le prestazioni altalenanti di Miller e le evidenti difficoltà di Bagnaia) e anche la libertà di giocarsela. In Fondo Dovi è secondo e ha 44 punti di distacco da Marquez, ma Petrux è terzo a 52. Se ci può e deve sperare uno, lo stesso vale anche per l’altro. I giochi di squadra, casomai, alla fine se serviranno. I giochi al ribasso anche basta. Adesso.
Vale o non Vale?
Valentino Rossi ad Assen ha infilato il suo terzo "0" consecutivo, roba che non succedeva dalle ultime tre gare del 2011. Ma allora guidava una Ducati pochissimo competitiva, adesso guida la Yamaha che ha messo 3 piloti (Vinales, Quartararo e Morbidelli) tra i primi 5. Se togliamo Barcellona, dove era davanti e avrebbe potuto disputare una bella gara, al Mugello brutte prove e pessima gara con caduta, qui brutte prove e caduta. Ma c'è una differenza con la gara italiana: in quei pochi giri non era un ghiro, ma aveva un buon ritmo, migliore di tutto il week-end. Il che mi fa pensare che il problema di Rossi sia -paradossalmente- la sua enorme, profonda, totale conoscenza della moto e quindi l’attitudine ad indagare particolari forse non determinanti. Ciò porta ad un miglioramento, ma spesso prende troppo tempo e lo fa arrivare al pelo o anche no. In più in quel box così bello ed unito, nessuno ha l’autorità di imporre, magari per una volta, per provare un cambio di strategia, un metodo più veloce anche se magari più grossolano. Non è un caso che ad inizio stagione con Yamaha in maggior difficoltà fosse lui il migliore (due volte secondo) e che ora che la moto è più competitiva siano i piloti meno esperti e con un approccio più aperto ad andare forte. Secondo me Rossi Vale ancora moltissimo, ma deve trovare il modo di rendere in prova come sa fare in gara.
Calma ragazzi
Che Alex Marquez fosse incavolato nero dopo esser stato steso da Baldassarri ci sta. Non ci sta che si comporti come ha fatto spostando l’avversario con rabbia mentre era ancora in terra senza sapere se fosse ferito o meno. Si dia una calmata, oppure gliela diano se non ci arriva da solo. Tra parentesi si è poi visto che la caduta è stata causata da un saltellamento dell’avantreno del Balda sulle sconnessioni della pista (grande Sanchini con lo Sky Sport Tech). Certo Lorenzo era aggressivo, un po' largo, fuori traiettoria, ma Marquez lo era ancora di più e aveva lasciato un varco.
Pilotini crescono
Secondo successo per Tony Arbolino, altro secondo posto per Lorenzo Dalla Porta. La Moto3 ricomincia a parlare italiano e la cosa è fantastica se si considera la categoria come il vivaio dei futuri piloti della MotoGP. E non sono soltanto loro due. Dietro a Canet, ancora leader per soli 7 punti, ci sono per l'appunto Dalla Porta, Antonelli (un po’ troppo altalenante), Arbolino e Vietti. 4 italiani nei primi 5.
Domenica prossima si corre ancora, al Sachsenring. Una pista dove Marc Marquez ha ottenuto pole e vittoria negli ultimi 9 (sì, nove) anni consecutivi. Chi lo batte prende 10 e lode, così un voto lo dò, dai….