Ruben Xaus, team manager Reale Avintia Racing, ha spiegato ai microfoni di Sky Sport MotoGP il segreto dello stile di guida del fenomeno Quartararo: "Non prende il manubrio con la manopola, ma porta il gomito in avantreno. Abbassa il baricentro ancora di più rispetto a Marquez, in questo modo la sua moto gira meglio e guadagna millesimi: fa meno fatica, ma va più forte"
A inizio stagione in pochi avrebbero immaginato di vedere un Fabio Quartararo poter competere addirittura con il campione del mondo in carica, Marc Marquez. E invece il 20enne francese (di origini siciliane) è stato la vera rivelazione di questo Mondiale, con 112 punti raccolti fin qui in classifica pur essendo un rookie. È arrivata la prima pole in MotoGP, mentre manca ancora la gioia della prima vittoria. Il duello testa a testa con Marquez a Misano è la dimostrazione che il pilota del team Yamaha Petronas è pronto per competere con i più forti.
Xaus: "Quartararo fa meno fatica, ma va più forte"
Ma qual è il segreto del Diablo? Ruben Xaus sembra aver trovato la risposta giusta, studiando da vicino lo stile di guida di Quartararo. Xaus ha corso sia in MotoGP che nel mondiale Superbike, diventando vicecampione delle derivate di serie nel 2003 dietro Neil Hodgson. In questa stagione lavora come team manager per Reale Avintia Racing (scuderia satellite Ducati), assistendo Tito Rabat e Karel Abraham: "Quartararo ha capito come gestire il feeling con la ruota anteriore, ha capito come portarla al limite finché blocca il freno anteriore – spiega Xaus ai microfoni di Sky Sport MotoGP –. Una volta fermata la velocità della moto al livello del suo corpo, diventa facile per Fabio muovere la Yamaha e comportarsi di conseguenza: non prende più il manubrio con la manopola, ma porta il gomito in avantreno, appoggiandosi con le dita. In questo modo Quartararo riesce a portare il gomito in avanti e con la spalla tocca quasi per terra. Questo vuol dire che abbassa il baricentro ancora di più rispetto a Marquez. In questo modo la sua moto gira molto meglio e guadagna quei millesimi in più che possono fare la differenza. Inoltre anche la gomma così si comporta meglio. Fabio si appoggia quasi alla punta del manubrio, non fa pressione: fa meno fatica, ma va più forte. È una tecnica utilizzabile anche dagli altri piloti? Certo, la differenza però c’è: a Quartararo viene in modo naturale, mentre gli altri sarebbero costretti a copiare, cambiando il proprio stile di guida. Quando una tecnica ti viene naturale, è tutta un’altra cosa.. È una guida di alto livello", conclude Xaus.