Valentino Rossi: "Il mio segreto dopo 400 GP? La passione"

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Il 'Dottore' tocca il traguardo dei 400 GP in carriera: "Un numero fantastico". Tra passato, presente e futuro, Valentino svela: "Social, interviste e nuove generazioni tutto è cambiato. Rimarrò al top ancora per molto"

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Rossi, Rossi e ancora Rossi. A Phillip Island Valentino tocca quota 400 Gran Premi in carriera. Un numero da record, che il 'Dottore' ha commentato in un'intervista rilasciata a MotoGP.com:  "È un numero incredibile, se inizi a contare da 1 a 400 è tanto. In molti mi chiedono quale sia il mio segreto, ma per me è solamente passione per le moto. Sono cresciuto in questo modo con mio padre: lui aveva questa forte passione e ha voluto mettermi su una moto a 2 anni. È qualcosa rimasto dentro di me, e sarà così per sempre, più o meno.”

 

"Il primo Mondiale mi ha cambiato la vita"

Un percorso da leggenda, che ha portato Rossi ad avere una popolarità unica: "Sono diventato molto famoso nel 1997, soprattutto in Italia. Ero molto giovane e vinsi la mia prima gara nella carriera. L’anno dopo conquistai il titolo Mondiale. E' qualcosa che ti cambia la vita". Un grande salto, che ha pro e contro: "All’inizio perché è stato difficile accettarlo, ma è anche vero che porta altri vantaggi. Pian piano ho preso l'abitudine a tutto. Sotto questo aspetto rimanere a Tavullia è stato positivo. Non voglio dire di fare una vita normale, ma le persone non mi fermano troppo. visto che capita spesso di vedermi al ristorante o in giro".

 

"Con social, interviste ed 'evoluzione della specie' tutto è diverso"

Il 'mito' legato a Rossi è cresciuto con gli anni: “Nei primi tempi mi piaceva molto rimanere nel paddock, tutto era molto più semplice. Giravo in scooter, impennavo. La vedevo come una seconda casa. In questi ultimi tempi tutto si è complicato in positivo, perché i fan sono lì e per me ne arrivano sempre molti. Prima la cosa principale era guidare, e di conseguenza c'era poco tempo per social e interviste. Ora sembra essere l’opposto. Il rapporto coi fan è migliorato, perché si può seguire tutto dal giovedì pomeriggio. Negli anni ’90, invece, se eri fortunato riuscivi a seguire solamente la gara". Tanti i cambiamenti, tra passato e presente, anche e soprattutto in pista: "L’aspetto tecnico di una moto si è sviluppato molto. Dal 2001 con le 500cc tutto è cambiato completamente. Ora bisogna modificare il proprio stile per portare la moto al limite. E questo limite è sempre più alto, in confronto al 2005 per esempio. Poi c’è una sorta di evoluzione della specie. Le nuove generazioni sono sempre più forte, più professionali. Compiono più sforzi, e fanno una vita perfetta: mangiano bene, non bevono, vanno a dormire presto. E questo ti porta a modificare la tua vita un'altra volta per guidare al meglio in MotoGP".

 

"Ricordo più bello? Nel 2004. Guardo al futuro"

Rossi conserva un ricordo particolarmente dolce della sua carriera:Il punto più alto della mia carriera? Sud Africa 2004, la prima vittoria in Yamaha. Un momento speciale, perché nessuno se l’aspettava. Durante tutta la mia carriera ho fatto delle cose che le persone si portano dentro, soprattutto nei miei fan. Un esempio: il mio passaggio alla Yamaha. I miei tifosi si ricordano questi momenti e anche in questo passaggio della mia carriera, in cui vincere o essere competitivo è più difficile, ricevo ancora un grande supporto". Per andare avanti è fondamentale guardarsi anche indietro: "Prima ancora del mio presente, credo sia importante cos’è successo nel passato di questi 400 GP. È stato un viaggio molto lungo, ma sono orgoglioso di quanto nella mia carriera. Mi sono divertito tanto. È la parte più lunga della mia vita: festeggiare i 400 GP a Phillip Island è speciale perché è un posto unico per me, ed è bello guidare qui. Ho intenzione di restare forte e competitivo ancora per molto, molto tempo".