MotoGP, GP Valencia: le pagelle di Paolo Beltramo

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Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

Ultimo giorno di scuola: diamo i voti alla gara che ha chiuso la stagione del 2019. Marquez si sfama, si ingozza, ma non è mai sazio. Quartararo ormai è una conferma più che una sorpresa, mentre Ducati rallenta. Battuta d'arresto per le Yamaha ufficiali

Per ora ci limitiamo al solito pagellone riferito alla gara, nei prossimi giorni valuteremo squadre, case, circuiti, ma su base annua. Tanto di tempo da riempire prima della prossima stagione ce n'è un sacco. Però, per portarci avanti, valuteremo anche i test in vista del 2020. Insomma, di moto parleremo ancora tanto. Sperando così di attenuare la crisi d'astinenza da MotoGP che - chi prima, chi dopo - credo ci prenderà tutti.

Matabolismo da corsa: Marc Marquez non è mai sazio, mai. Vuole sempre tutto, si tratti pole o di vittoria non ama lasciare neppure le briciole. Poi, ogni tanto, si accontenta per non ingozzarsi troppo e rischiare una difficile digestione, ma sono momenti rari, frutto di un maggiore autocontrollo conquistato a furia di abbuffate finite male. Uno che vince anche l'ultima gara con la sua sicurezza, la sua determinazione dice di non essere soddisfatto, sazio, appagato. In più, nel suo 5 stelle Michelin, oltre a 12 primi, 6 secondi, contorni vari s'è ingurgitato anche il dolce orologio dell'uomo con più pole, l'amaro dei successi di team e il whisky dei costruttori, lo champagne dell'auto del BMW Awards, i cioccolatini del record di punti. Una sola volta è tornato a casa quasi senza cena, ad Austin. Ovvio si tratta di un modo di raccontare MM93, ma la sua fame assoluta, totale, letale è per battere gli altri. Il problema e che si sfama, si ingozza, ma non è mai sazio. 5 stelle, ovviamente Michelin.

 

Soltanto provandoci si può riuscire. Il tentativo è quello di Fabio Quartararo, la vera sorpresa, oramai diventata conferma, di questa stagione: 6 pole, 7 podi, ma soprattutto una sensazione di naturalezza, di umile sicurezza nei propri mezzi, una guida fluida e spontanea, la voglia di imparare e migliorare ancora. È mancata la ciliegina sulle torte rubate a Marquez, quella di una vittoria, ma arriverà. Speriamo che Yamaha dia il sostegno che si meritano i piloti e gli uomini del team Petronas, vera rivelazione della stagione, una stagione che li avrà resi ancora più forti. 2 stelle.

 

Arrosto quasi bruciato. Yamaha ufficiale: questa volta, dopo buoni manicaretti serviti soprattutto da Viñales e dalla sua cucina, a Valencia qualcosa non ha funzionato se si considera il sesto posto dello spagnolo e l'ennesimo ottavo di Valentino Rossi. Ora VR46 cercherà una strada nuova prendendo un cuoco nuovo, più giovane e pensiamo più pronto ad esplorare anche qualche piatto di cucina più moderna: al posto di Silvano Galbusera arriverà dalla Moto2, dal Team Sky VR46, David Munoz, che si occupava di Davide Bulega. C'è bisogno di un cambio di passo nelle prove, di arrivare ad una soluzione dei problemi per tempo, forse anche di nuovi stimolanti gusti e sapori. 2 stelle.

 

Ducachef in ribasso. 2 successi Dovizioso, 1 Petrucci, molto meno dei 7 del 2018. Ancora seconda cucina nel campionato mondiale, ma con meno sfrontatezza, con maggiori difficoltà. Il meglio è sempre il Dovi, cucinatelo come volete, ma il suo lo fa sempre. È la colonna del 3 stelle bolognese, che però da metà stagione ha perduto l'aiuto cuoco in primis, perdutosi tra i fornelli dopo un paio di manicaretti e un capolavoro. Qui il problema è più umano che di ingredienti: Petrux deve ritrovare quella sfrontata, naturale, libera capacità di esprimersi che era riuscito a raggiungere. Per lui l'istinto, più dei libri. E attenzione agli ingredienti, che la sfida si fa sempre più dura con la cucina orientale che innova e fa tendenza.

 

Guida Michelin. Ingresso di Suzuki con manicaretti e una buona costanza nella Guida Michelin del Motomondiale. Rins ha cucinato anche due vittorie, la cucina Suzuki col suo gustoso e interessante misto di culture giapponese spagnola (Rins) di terraferma e insulare (Mir) e italiana (la squadra-Brivio) ha saputo entrare tra gli stellati. Con l'ambizione di ripetere un passato a molte stelle.

 

Voglia di stelle. KTM e Aprilia sono ancora lontane dalla qualità costante e dai picchi sorprendenti di gusto di una casa stellata, ma stanno lavorando alacremente su tutto così da sorprenderci l’anno prossimo.

 

Tra i ristoranti e le trattorie di Moto2 e Moto3 si sono intravviste grandi potenzialità. Facciamo così una Guida Dunlop, anche se non c'è, ma visto qui il monofornitore è quello lì, anglo-giapponese.

 

Cucina e ingordigia spagnola. Anche qui vince un Marquez, Alex. Non con la stessa ingordigia assoluta, infinita, implacabile del fratello maggiore, ma insomma in famiglia sono affamati, non c'è dubbio. Quasi però alla fine lo prende Brad Binder, un sudafricano con cucina austriaca: se non ci fosse stato quel periodo di non adattamento al gommone posteriore della sua KTM forse il mondiale sarebbe andato a lui, ma coi se e i ma non si mangia.

 

Nel ristorantino familiare della Moto3 sono spuntati nuovi protagonisti come il vincitore Sergio Garcia, al suo primo successo e il terzo Xavier Artigas, esordiente dopo gli ottimi voti presi alla scuola del CEV. Secondo, per soli 5 millesimi, il re della piada di Saludecio, Andrea Migno già ingaggiato da uno dei migliori per l’anno prossimo: il team SKY VR46.

 

Premi per i migliori esordienti a Fabio Di Giannantonio in Moto2, Celestino Vietti in Moto3, e vittoria nel nuovo campionato per moto elettriche detto MotoE E Word Cup per Matteo Ferrari. Qui tutto italiano. Tanto per ribadire che insomma, ci sappiamo fare…

 

Chiuso per ferie/per sempre/o forse no. Jorge Lorenzo, lo dico in modo scherzoso, ma dispiace a tutti, ha chiuso il suo ristorante stellato per ferie, probabilmente per sempre, magari invece in qualche modo tornerà. Ma vedere quel sorriso sereno dopo l'ultima gara, guardare quegli occhi calmi, sentire l'assenza di tensione nella sua voce che annunciava di non sapere cos'avrebbe fatto in futuro, ma che per il momento aveva comprato un biglietto per Bali. Di sola andata, bè compensava la perdita del pilota con l'evidente felicità dell'uomo. Ciao Jorge, chissà, magari aprirai davvero un ristorante…