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MotoGP, Morbidelli: "Nel 2020 raggiunto il livello di Quartararo"

#CasaSkySport

Franco Morbidelli ospite a #CasaSkySport, ricorda il debutto nel Motomondiale: "Dopo aver vinto il campionato europeo in Superstock 600 parlai con Valentino. Aveva la passione negli occhi, mi dava una motivazione immensa, allora mi convinsi a fare il grande salto". A proposito di Rossi: "Correre nella sua stessa squadra sarebbe come se una favola scritta da me avesse il lieto fine". Sul 2020: "Sarà un Mondiale senza respiro. Sono cresciuto, ho raggiunto il livello di Quartararo, sono pronto per vincere"

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La vita senza MotoGP

"È difficile rimanere connessi con la pista in un momento come questo, il massimo del contatto che ho avuto con una moto da corsa è stato con le motorette che ho in garage. Provo a sistemare qualcosa, ad accenderle, mi sono buttato come meccanico...Sto cercando di rimettere insieme alcune cose, anche se non sono un esperto, in effetti non sta andando benissimo..."

La passioni

"Ne ho tante, mi sono anche buttato sulla musica: sono partito dai capelli per somigliare di più a una rockstar. Ho provato anche a suonare l'armonica a fiato. Per ora faccio solo tre note, è molto difficile".

Le pressioni

"C'è molta pressione in MotoGP perchè è una categoria in cui girano molti interessi oltre lo sport puro. Ci sono molte cose che devi fare perchè sei costretto nei confronti di sponsor, team, spettatori...Non dipende solo da te e dai tuoi meccanici, entrano in gioco ulteriori aspetti che ti fanno quasi sentire in dovere di far bene per non deludere le tantissime persone dietro alla moto che va in pista". 

La personalità

"Rimanere in contatto con la normalità sia quando corro nel Mondiale sia quando sono a casa come adesso è molto importante. Cerco sempre di rimanere un ragazzo di paese quale sono. Questo mi fa sentire bene. Noi siamo piloti di MotoGP con tanta gente dietro che può farti perdere il contatto con la realtà, ma per esempio restare accanto alle persone che conosci da una vita è importante per rimanere te stesso".

Il passaggio in Moto2

Nel 2013 le prime gare in Moto2, nel 2014 una moto ufficiale di Moto2 nel team Italtrans Racing: "Il passaggio è stato molto importante. Avevo fatto bene vincendo il campionato europeo di Superstock 600, alla fine del 2013 Rossi mi disse che secondo lui dovevo passare in Moto2. Mi spaventai un po', fu dura all'inizio, i piloti e le moto erano di un altro pianeta, soprattutto per la categoria da cui provenivo io. Ma vedevo la passione negli occhi di Rossi, questo mi dava molta motivazione, mi dicevo 'Allora posso farcela, se uno come Valentino crede in me perchè non dovrei farlo io?"

Il Mondiale 2020

"L'unica cosa sicura è che sarà un tour de force, un Mondiale senza respiro. Non so quando comincerà ma mi aspetto un'annata tosta. Le mi aspettative per quest'anno erano buone, nei test ero molto veloce. Io cerco di capire e consolidare ogni passo che faccio, non cerco mai di fare qualcosa in più: l'impressione era che fossi riuscito proprio a entrare in questa fase, che fosse arrivato il momento di mettere tutto insieme, che avessi maggior consapevolezza rispetto a prima. Lottare per il Mondiale? Negli altri anni mi mancava qualcosa, invece quest'anno l'impressione è che non mi mancasse niente, anche se appartengo a un team clienti e ho una moto clienti, non una ufficiale. Con i mezzi sicuramente si può fare molto bene. Per lottare bisogna avere una casa che lavora solo per te dietro, mentre io per ora devo prendere il materiale che i piloti ufficiali avallano".

In squadra con Rossi

"Correre nella stessa squadra di Rossi sarebbe bellissimo, sarebbe come se una favola scritta da me finisse con un lieto fine. Bisogna chiedere a lui che intenzioni abbia, dal mio punto di vista sarebbe fighissimo, mi metterei a ballare dalla gioia per tanto tempo...".

Hamilton e le moto

"Hamilton non è affatto male con le moto, ha una staccata davvero poderosa. Già con le due Yamaha stradali andava molto forte a Valencia, dove ho avuto l'onore di condividere una giornata in pista con lui".