Il mio giro del mondo in 58 circuiti: Misano
MotoGp ©GettyIl "viaggio" di Paolo Beltramo nei tracciati del Motomondiale prosegue con Misano: "Più che un circuito, un concentrato della Romagna del Mutòr, del divertimento, della leggerezza, dell'ospitalità, di quel mare che piace ai bambini, ai giovani (soprattutto per il suo retrogusto notturno) e ai grandi"
Misano, se si vuole trovare una definizione si può dire che sia il contrario del Mugello. Il tracciato toscano è come il concentrato da cui si fa poi la Coca-Cola: un segreto che sembra essere piccolo, ma poi si rivela un'esplosione di colori, rumori, odori, sapori, emozioni tutte lì e in pochi chilometri intorno. Misano è invece paragonabile a quella luce che brilla e da lontano su un'area grande, su città diverse, su mare e collina come fosse un faro verso il quale tutti alla fine convergeranno, ma che non chiede la presenza costante. Misano è la riviera Romagnola con le sue storie e tradizioni, i suoi divertimenti e attrazioni culinarie. È castelli, San Marino, Gradara, è collina, Coriano e Tavullia, è mare, tanto mare da Pesaro a tutta la Romagna. Al circuito, intitolato a Marco Simoncelli, si svolgono soltanto le prove e le gare, cioè il clou, il top, qualcosa che diventa una bellissima ciliegina su una grande torta saporita.
La Romagna del Mutòr
Misano, più che un circuito, un riassunto, un concentrato della Romagna del Mutòr, del divertimento, della leggerezza, dell'ospitalità, di quel mare che piace ai bambini, ai giovani (soprattutto per il suo retrogusto notturno), agli anziani. Misano che ricorda, come fosse un monumento a quell'epoca passata, le grandi gare della Mototemporada sui circuiti cittadini che andavano da nord fino a Pesaro. Città che rappresenta per gli sport dei motori uno sconfinamento della Romagna in terra marchigiana per piloti (Rossi papà e figlio, Uncini, Mba Morbidelli, Benelli, Sanvenero..). Misano che nacque da un'idea di Enzo Ferrari e che fu costruito da un grande tecnico, l'ingegner Cavatuzzi, e che il 4 agosto 1972 venne collaudato già maturo, con nomi come Tramonto, Quercia, Carro, Brutapela, riferiti a luoghi e situazioni. Ve lo immaginate che meraviglia è correre a 280 all'ora incontro al tramonto che proprio laggiù, oltre quella staccata avveniva davvero.
"Misano World Circuit Marco Simoncelli"
Io a Misano sono stato per la prima volta nel 1978 per assistere, come "esperto accompagnatore" per Repubblica, ad un GP di Formula 2. Quella volta, come molte altre quell'anno vinse Bruno Giacomelli. Partecipavano, magari saltuariamente a quel campionato, anche piloti come Keke Rosberg, Marc Surer, Derek Daly, Ingo Hoffman, Eddie Cheever, Elio de Angelis, Piercarlo Ghinzani, Beppe Gabbiani, Manfred Winkelhock... e Giacomo Agostini, che sinceramente quella volta non fece una bella figura.
Misano allora girava nel senso "giusto", antiorario, era poco meno di 3 km e mezzo, i box erano pochi e piccoli, la sala stampa un buco, la tribuna molto più piccola. Si dormiva lungo l'adriatica in qualche hotel semplice, si mangiava (benissimo) lì sotto la discesa che portava verso il mare di fianco ad un concessionario di moto e pieno di appassionati. Il paddock era piccolo, poche anche le tribune, ma la volontà di migliorare questa pista è sempre stata forte. Nel 1993 - sì, proprio l'anno della caduta che pose fine alla carriera di Rainey - il tracciato fu allungato da 3.488 a 4.060 metri, poi fu allargato il paddock, furono costruite alcune tribune. La penultima modifica è la più radicale: nel 2006 si inverte il senso di marcia, si allunga la pista a 4180 metri. Nel 2008 ancora ritocchi arrivando a 4.226 metri di lunghezza. Nel frattempo sono cambiati anche i box, ora grandi, spaziosi, perfettamente serviti e sopra di loro uffici, servizi, una sala stampa e conferenze, un ristorante. Insomma un circuito moderno che diventa "Misano World Circuit Marco Simoncelli" nel 2012 in omaggio al Sic scomparso il 23 ottobre del 2011 in Malesia.
Misano romantica
Il cambiamento è stato pressoché totale, roba da non riconoscerlo più come una persona che vedi bambina e poi ti ritrovi davanti quarantenne, se non ne avessi seguito i cambiamenti. Ora è andato avanti, c'è la tribuna per concerti, il Misanino, ma è anche tornato un po' indietro, alle sue origini romantiche con quelle vie di fuga colorate disegnate da un romagnolo, romantico ed appassionato come Aldo Drudi. Perché Misano è l'epicentro di una miriade di situazioni, personaggi, piloti che vivono e gravitano attorno alle sue forme sinuose.