MotoGP, GP Aragon 2020. Le pagelle: voto 10 per Rins e Alex Marquez
MotoGpPer Alex Rins il ritorno alla vittoria chiude un periodo difficile, merita il massimo dei voti. Proprio come un altro Alex: Marquez (2°) è riuscito a domare la Honda. Bravo davvero, più di quanto pensassimo. Voto 9 per il nuovo leader del Mondiale, Joan Mir: un pilota che ha ambizioni assolute, come deve avere chi punta a vincere. Dovizioso merita un 7 per averci comunque provato, nonostante tutte le difficoltà e le polemiche del weekend con il compagno di box Petrucci
Alla fine anche questa è andata. Cominciata nel gelo, finita nel quasi tiepido, la temperatura dell’aria e dell’asfalto di Aragon hanno determinato continui cambiamenti e premiato le squadre capaci di improvvisare o di adattarsi alle condizioni mai vissute prima. Nel circuito spagnolo si correva infatti oltre un mese prima e non in autunno inoltrato come adesso. Ma è già molto che si riesca ad andare avanti e pure bene, con gare spettacolari e risultati inattesi. Stavolta non benissimo per gli italiani e forse lo si doveva intuire a metà settimana, quando Valentino Rossi ha comunicato che non sarebbe stato della gara perché contagiato dal Covid. Sta già meglio, ma non potrà partecipare neppure alla prossima gara, Aragon 2. Pure Tony Arbolino fuori dai partenti perché ha volato con una persona positiva al coronavirus. Per loro Aragon al contrario: no gara. Vabbè, alla fine, tutto considerato, un GP da 9.
8 su 10. Alex Rins è l’ottavo vincitore diverso su 10 gare disputate, qualcosa di eccezionale, di quasi mai visto, di incredibile. L’assenza del cannibale Marc Marquez premia chi si accontenta anche degli scarti e approfitta delle possibilità di abbuffata quando si presentano. Per Rins e la Suzuki il ritorno alla vittoria chiude anche un periodo difficile, dovuto all’infortunio alla spalla di inizio stagione, dal quale è uscito soffrendo e con tenacia. Con le due dello scorso anno, le sue vittorie in MotoGP diventano 3. Fosse stato bene fin da subito, questo Mondiale se lo sarebbe giocato pure lui, sicuro. Voto 10
Secondo per la seconda volta consecutiva il secondo Alex e il secondo Marquez. Sì, secondo, ma vale quasi come un primo: dopo l’exploit di Le Mans sul bagnato, la conferma di Aragon ancora in rimonta, ma sull’asciutto la dicono lunga sul fratello/compagno di squadra già licenziato di Marc. Con i suoi tempi, intelligenza e voglia è riuscito a domare la Honda che si dimostra così essere un purosangue, ma non così bizzoso come si credeva. Bastava farci amicizia, capirsi, avere il tempo necessario. Bravo davvero Alex, diciamolo: più di quanto pensassimo tutti o quasi. Anche a lui voto 10.
Per il Mir-acolo aspettate ancora. Joan Mir questa volta voleva vincere, se lo sentiva e ci stava quasi riuscendo, poi, verso la fine, ha avuto qualche problema di gomme, manco fosse una Yamaha, e ha dovuto capitolare a Marquez e Rins. Ma col terzo posto ha conquistato la leadership del Mondiale anche senza aver mai vinto un GP in top class. Depone a suo favore l’insoddisfazione finale: in lui ha prevalso la delusione per non aver vinto, sulla felicità di essere in testa in campionato. Buon segno, indice di ambizioni assolute, come deve avere chi punta al massimo nello sport. Benissimo anche Suzuki, davanti in campionato, davanti in gara e sostanzialmente la moto più equilibrata del Mondiale: si guida bene, non sfrutta troppo le gomme, ha abbastanza motore da potersi difendere dai V4. Voto 9 a entrambi.
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Yamaha belle di sabato. Meno belle di domenica. È strana questa ipersensibilità alle condizioni atmosferiche della Yamaha che prima domina, poi soffre da matti. Vinales si difende, Morbidelli pure, Quartararo finisce 18° e perde la testa della classifica. Insomma, un GP da incubo per il francese della Yamaha che speriamo riesca a fare tesoro di questa gara per la prossima che si replica domenica. Il Quartararo e Vinales sono ancora perfettamente in lizza per il titolo, ma insomma, gli sbagli cominciano a pesare. Molto: voto 6.
I Ducati non sono più d’oro da tempo, ma in questo periodo anche il rame e il bronzo possono fare ricchi. Il Dovi infatti rimedia al 13° posto in partenza, reagisce alla polemica col suo amico Petrucci e recupera un bel po’ di punti su Quartararo, restando in gioco per il titolo nonostante un non eccezionale settimo posto, che però gli consente appunto un bottino di 9 punti. Ora è a 15 punti di distanza da Mir: se Ducati e il pilota dovessero riuscire a dimentare per un mese screzi, divisioni, destini separati e quant’altro, bè si potrebbe davvero vincere un titolo da separati in casa. E questa è un’occasione da non perdere, visto che al momento (ripeto: al momento) né Miller, né Bagnaia sono piloti in grado di vincere un titolo. Dovizioso voto 7 perché comunque continua a provarci.
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Moto2 rivoluzionata. Due vittorie consecutive di Sam Lowes (10), le contemporanee cadute di Marini e Bezzecchi (quest'ultimo mentre stava per vincere a due soli giri dal termine) e il secondo posto in rimonta di Bastianini (9) sconvolgono la graduatoria. Ora in testa c’è la “Bestia” davanti al britannico di San Marino, al Maro e al Bez. I primi 3 racchiusi in soli 5 punti! Anche qui roba pazzesca e peccato pure per la caduta di Di Giannantonio mentre era nel gruppo di testa.
In Moto3 una brutta gara dei primi in classifica lascia più o meno le cose come erano dopo Le Mans. Finalmente vince Masia, Fenati fa quarto, mentre il leader Arenas finisce settimo (6), Vietti non ne approfitta e chiude nono (5) il giapponese Ogura addirittura 14°. Insomma nel Mondiale Vietti segue terzo a 18 punti il leader Arenas. Peccato per Arbolino, che non ha potuto correre per le restrizioni internazionali sul Covid-19.
Ci sentiamo lunedì prossimo sempre qui e sempre da Aragon.