MotoGP, Rivola: "L'Aprilia non ha niente da invidiare alle altre moto"

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L'Ad Aprilia sul no di Dovizioso: "Ha dichiarato che non abbiamo basi sufficienti per lavorare insieme, noi gli abbiamo detto che non siamo la Honda: non dobbiamo promettere quello che non possiamo mantenere. Stiamo lavorando molto seriamente, l'Aprilia non ha niente da invidiare alle altre moto". Crutchlow collaudatore in Yamaha nel 2021: "Scelta di vita, certo sarebbe stato meglio saperlo prima"

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"Ho parlato con Aprilia, ma da parte mia non c'è la disponibilità per la prossima stagione". Con queste parole Andrea Dovizioso ha definitivamente chiuso l'ipotesi di trasferirsi in Aprilia nel 2021, quando teoricamente dovrebbe prendere un anno sabbatico. Massimo Rivola, Amministratore delegato di Aprilia, commenta così le parole del pilota Ducati al microfono di Sandro Donato Grosso: "Siamo un gruppo vero ed efficiente. Dovizioso ha dichiarato che non abbiamo basi sufficienti per lavorare insieme, noi gli abbiamo detto onestamente che non siamo la Honda: non dobbiamo promettere quello che non possiamo mantenere. Possiamo comunque far vedere tutto quello che abbiamo in cantiere: stiamo lavorando molto seriamente, l'Aprilia non ha niente da invidiare alle altre moto".

"È un poco più acerba, ma del resto è nata un anno fa in piena pandemia coronavirus. Anzi, penso che siamo già a un discreto livello. Abbiamo due piloti in pista e non più piloti, come succede in altre case. Suzuki ci ha dimostrato che con due piloti giovani si può fare molto bene, questo è un grandissimo stimolo per noi. Sono convinto che riusciremo a fare presto un altro passettino in avanti", aggiunge Rivola.

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Crutchlow in Yamaha: "Scelta di vita"

La Yamaha ha ufficializzato Crutchlow nuovo collaudatore dal 2021 al posto di Jorge Lorenzo. Il pilota britannico, così, rinuncia all'ipotesi di correre con Aprilia nella prossima stagione. "Crutchlow nuovo collaudatore Yamaha? È una scelta di vita – commenta Rivola –. Ha preferito una vita più tranquilla da collaudatore, lavorando 20 giorni all’anno senza rischiare la vita in gara a 300 chilometri orari. È una scelta di vita comprensibile, avendo una certa età ed avendo una famiglia. Però dal nostro punto di vista era meglio saperlo prima".

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