Kevin Schwantz (campione in top class nel 1993) ha rilasciato un'intervista a motogp.com analizzando l'infortunio di Marquez, operato per la terza volta all’omero del braccio destro: "È facile rimanere giù dalla moto per tanto tempo e perdere feeling: quando ritorni in sella ti ritrovi ad andare più piano, perché la tua testa non è abituata a tutto ciò che accade a 320 km/h. Dovrà stare più attento in futuro: ha fatto cadute pazzesche, era inevitabile che si facesse male"
Quando si parla dei piloti più grandi di tutti i tempi, non può mancare il nome di Kevin Schwantz. Il campione del mondo della 500cc nel 1993 sa cosa vuol dire affrontare gravi infortuni (un infortunio al polso nel 1995 gli impedì di concludere la stagione, lo stesso problema gli impose poi il ritiro tra le lacrime al Mugello), per questo la sua opinione sullo stop di Marc Marquez acquista un peso particolare. Lo spagnolo della Honda è stato dimesso dopo la terza operazione all'omero del braccio destro, fratturato a Jerez nella prima gara della stagione da poco conclusa (19 luglio 2020). Nel corso dell'anno Marc ha perso peso e tono muscolare, serviranno mesi prima di rivederlo in moto, anche a causa di un’infezione responsabile della mancata consolidazione della frattura. L'obiettivo è recuperare gradualmente e sfruttare la prossima stagione per ritrovare la forma migliore prima e magari la vittoria poi. Ma secondo Schwantz il recupero non sarà così semplice, sia fisicamente che mentalmente, come spiega in un'intervista rilasciata a motogp.com.
Schwantz : "Ci vuole tempo per tornare ad alti livelli"
Ecco la trascrizione dell’intervista rilasciata da Kevin Schwantz a motogp.com, in cui analizza il momento complicato di Marc Marquez: "Quando ero in attività ed ero costretto a stare giù dalla moto per un infortunio mentre gli altri continuavano a correre, ho sempre avuto la sensazione che mi ci volesse il triplo del tempo per tornare in forma. Se stavo fuori per più di un mese, mi ci voleva molto tempo per tornare al mio livello di performance, sia fisicamente che mentalmente. È facile rimanere giù dalla moto per tanto tempo e perdere feeling, ti puoi anche allenare, ma poi quando ritorni in sella ti ritrovi ad andare più piano senza rendertene conto. Improvvisamente, ti ritrovi cinque secondi più lento perché la tua testa non è abituata a tutto ciò che accade a 320 km/h. Ci vuole tempo per tornare a correre ad alto livello. Per questo è importante che Marquez torni in moto il prima possibile, che faccia tanti chilometri, per tornare a sentirsi a proprio agio sulla moto. Non sarà semplice, se c'è qualcuno che può tornare credo sia Marc, questo è il suo primo grande infortunio e probabilmente è il periodo più lungo lontano dalle moto da quando era un ragazzino, da quando aveva cinque, sei, otto anni. A questo punto dipende dalla sua condizione fisica, da quanto sarà in controllo della situazione e da come gestirà il suo recupero. La domanda è: quando tornerà ad andare veloce, riuscirà a evitare di cadere con quei salvataggi miracolosi che faceva in passato? Penso che l’infortunio fosse inevitabile per quanto spesso cadeva, inevitabile si facesse male. Ha fatto delle cadute pazzesche in passato e sembrava impossibile uscirne illesi. Dovrà stare più attento in futuro, perché a Jerez si è reso conto che puoi farti male. Più a lungo non guiderà, più difficile sarà per Marc tornare".