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Dovizioso: "Ducati poco leale nel 2020. Con Dall'Igna nessun rapporto"

L'intervista

Antonio Boselli

Aspettava il 31 dicembre per raccontare la sua verità, Andrea Dovizioso, dal primo gennaio non è più sotto contratto Ducati e in un'intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato senza filtro gli ultimi mesi della sua avventura in rosso

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Dovizioso-Ducati, l'epilogo di una storia fatta di successi, si riassumerebbe secondo Dovizioso in una delusione professionale e umana. Tutto nasce dalla rottura con Gigi Dall'Igna colpevole - racconta Il pilota - di aver deciso di scaricarlo già a metà del 2019 dopo una discussione di natura tecnica trascesa in un conflitto personale; il direttore generale Ducati si sarebbe sentito offeso dalle obiezioni del pilota sullo sviluppo della moto. Secondo Dovizioso Dall'Igna avrebbe deciso in quel momento di scaricarlo, senza però mai ammetterlo e rinviando la trattativa del rinnovo fino al suo fallimento.

"Dall'Igna non è stato trasparente. Non è mai arrivata un'offerta"

"C'erano idee diverse, c'era attrito e volevamo un incontro con tutti gli ingegneri. È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverlo, Gigi si è sentito...colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazioni sulla mia motivazione. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparente. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019, del 2018...Si diceva che Dovizioso chiedeva questo o Ducati poteva dare questo... tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutto non è mai arrivata un'offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita".

Nell'intervista, Dovi dice anche che nel 2017, nonostante Dall'Igna avesse l'opportunità di ingaggiare Marquez, scelse invece di puntare tutto sul pupillo Jorge Lorenzo.

"Marquez vicino nel 2016, ma Dall'Igna aveva già scelto Lorenzo"

"Tutte le decisioni prese da quando c'è Dall'Igna, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilità di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo".

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E anche l'arrivo del pilota spagnolo avrebbe peggiorato le cose perché da quel momento il lato del box di Dovizioso sarebbe stato sempre più isolato senza la possibilità di intervenire sullo sviluppo della moto. 

"Con Dall'Igna nel 2020 rapporto pari a zero"

"Per andar d'accordo con Gigi non devi metterti contro. Invece, sostenendo io certe idee, siamo andati in contrasto. Nel 2020 il nostro rapporto era a zero. Ma gli anni passati era... 30%? Non di più. Da quando è arrivato Jorge, dal 2017 a forza di discutere e andare in contrasto io e la mia squadra ci siamo un po’ isolati. Non abbiamo più parlato per sviluppare la moto, solo commentato cosa succedeva. Da un lato la vivi meglio, ti incazzi meno. Dal 2017 con Gigi non ci siamo più messi con tranquillità a parlare. Io davo il feedback, lui lo prendeva e gestiva nel migliore dei modi. Come in F1. L'impostazione del team è così: più ingegneri e gestione di tante cose. E per me la Ducati, rispetto ad altre Case, è più brava a farlo. Per questo siamo rimasti competitivi, anche se la moto, la somma di tutto, non lo era altrettanto. È mancata la visione dall’alto della moto".

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Retroscena a parte, è evidente che l'intera stagione 2020 sia stata condizionata pesantemente da questa situazione: i rapporti azzerati con Dall’Igna, un rinnovo saltato, l'opportunità sfumata di andare in KTM e delle prestazioni deludenti in pista.

"Ducati non è stata leale"

"Non c’è stata trasparenza e non è stato un comportamento leale. Avrei considerato la possibilità KTM in modo diverso. Per me in un team ufficiale serve lavorare per fare prestazione e sviluppo, invece non ci sono stati più meeting per sviluppare la moto. Eppure in Ducati c’è il potenziale per farlo, competenza e bravura sono altissime. È l'unica cosa che mi fa arrabbiare di questi 8 anni, difficili ma spettacolari, con un approccio diverso avremmo potuto fare di più".

 

Per correttezza, sarà importante ascoltare la versione di Dall’Igna, ma l'amarezza profonda per la fine di un binomio che è stato per anni tanto stretto ed emozionante resta tutta.