MotoGP, GP Qatar. Tra sabbia e caldo, il circuito di Losail è impegnativo per le gomme

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Guido Sassi

La sabbia del deserto e le temperature variabili mettono sotto stress gli pneumatici in Qatar. In condizioni ottimali c’è margine per ritoccare i record ufficiali, che già nei test le Ducati di Miller e Zarco hanno battuto

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A causa del vento che soffia dal deserto, il circuito del Qatar presenta una superficie particolarmente abrasiva. Le temperature mostrano un deciso calo dopo il tramonto, con condizioni di grip spesso critiche. A Losail non mancano le cadute dovute a perdite dell'anteriore, mediamente sollecitato anche in fase di frenata.

 

Le tre opzioni di pneumatici concesse dal regolamento hanno visto Michelin portare una soft e una hard simmetriche per l'anteriore, più una media asimmetrica. Al posteriore invece tutte le gomme sono asimmetriche, con una mescola più dura sulla spalla destra. Le curve a destra infatti sono ben 10, contro le 6 a sinistra. In caso di pioggia Michelin fornirà un pacchetto rain di soft e medie, con posteriore asimmetrica per entrambe le opzioni.

 

Nonostante condizioni ambientali mutevoli, i record del Qatar sono già stati demoliti negli ultimi test, dalle Ducati in versione frecce rosse: Miller ha migliorato il tempo di Marc Marquez di ben 2 decimi, Zarco ha raggiunto i 352,9 chilometri orari alla speed trap del rettilineo principale: poco meno di un chilometro meglio di Marquez. Il giro più veloce in gara per ora invece risale ancora al 2016, a firma Jorge Lorenzo in 1:54.927.