MotoGP, GP Mugello. Quando la visiera va giù, il pilota azzera tutto
MotoGpPer comprendere come fa un pilota a correre dopo che un collega di 19 anni è morto in un incidente sulla stessa pista, bisogna prima realizzare che questi ragazzi fanno un mestiere molto pericoloso, in cui la passione vince sul pensiero negativo "poteva toccare a me". Professionisti di questo livello sono capaci di azzerare tutto non appena si abbassa la visiera del casco, anche se qualcuno non è riuscito a evitare comunque un calo di lucidità e concentrazione
"Ma come facciamo a partire per una gara a 300 km/h dopo un minuto di silenzio?". È la domanda che risuonava nella testa di alcuni piloti, resa pubblica in uno sfogo emozionale dopo la bandiera a scacchi al Mugello. Le frasi ricorrenti in queste circostanze ruotano attorno al concetto che fare il pilota è un mestiere molto pericoloso, che è la passione a vincere sul pensiero negativo "poteva toccare a me". Professionisti di questo livello sono capaci di azzerare tutto non appena si abbassa la visiera del casco.
È come se Jason avesse partecipato alla gara
Questa terribile routine, come la definirebbe un mental coach, al Mugello è stata permeabile al sentimento. È come se Jason Dupasquier, con i suoi 19 anni volati in cielo, avesse partecipato anche lui alla gara della classe regina. Una presenza costante, che i piloti hanno avvertito e che in alcuni casi ha fatto perdere lucidità e concentrazione, mentre in altri è stata temporaneamente arginata. Non ci sono spiegazioni razionali: ogni essere umano reagisce alla propria maniera a un evento del genere, ma la notizia arrivata a cavallo della partenza della gara di Moto2 ed il ricordo di Jason in griglia subito prima dello start della MotoGP hanno avuto un effetto forse amplificatore in un momento delicato. Anche per questa ragione i piloti che generalmente prima della partenza si concedono a qualche battuta sono rimasti chiusi in un silenzio vero, duro… Un pilota su tutti, Miguel Oliveira, a fine corsa ha detto a Sky: "Vorrei che questo sport non fosse cosi crudele". Un sogno impossibile, purtroppo.