Valentino Rossi: "Dopo una tragedia non ha senso né correre né non correre". VIDEO

la riflessione

Rossi rivolge un pensiero a Dupasquier, il pilota della Moto3 scomparso dopo l'incidente nelle qualifiche del Mugello: "Sapendo che un collega è morto, ti chiedi se abbia senso continuare a fare la gara. Io da una parte penso che non abbia senso, ma dall'altra parte credo che invece abbia senso correre, perché evitare di gareggiare non avrebbe cambiato le cose. Tutti volevano andare a casa, ma la prossima settimana ci sarà comunque un altro GP. Se mi avessero detto che non si sarebbe corso, sarei stato d’accordo"

In oltre 20 anni di carriera nel Motomondiale, Valentino ha dovuto assistere a tanti incidenti in pista. Alcuni di questi, purtroppo, si sono rivelati fatali. Al Mugello si è aggiunto il nome di Jason Dupasquier, 19enne svizzero, rimasto coinvolto sabato 29 maggio in un incidente al termine delle qualifiche della Moto3. Domenica 30 maggio Jason ci ha lasciati, scuotendo gli animi dei piloti che intanto si preparavano a scendere in pista per il GP d’Italia. Fra questi c’è anche Rossi, che ha provato a raccontare così le sensazioni di quei minuti che hanno preceduto la gara: “Voglio fare le mie condoglianze alla famiglia di Jason, al team e ai suoi amici. Purtroppo la situazione era disperata, ne eravamo a conoscenza. Sapendo che un pilota è morto, ti chiedi se abbia senso continuare a fare la gara. Io da una parte penso che non abbia senso partire in questi casi, ma dall'altra parte credo che abbia comunque senso correre, perché evitare di gareggiare non avrebbe cambiato le cose".

"Il vero problema è quando cadi e resti in pista"

Bagnaia, intervistato da Guido Meda, si è sfogato dicendo che se fosse stato un pilota della MotoGP a morire, probabilmente la gara non si sarebbe svolta. Rossi commenta così queste parole di Pecco: "Secondo me non sarebbe cambiato nulla, non vedo nessuna discriminazione. Nel 2011 in Malesia non avevamo corso, ma in quel caso l’incidente di Simoncelli si verificò durante la gara. Mentre a Barcellona e a Misano, dopo gli incidenti di Salom e Tomizawa, abbiamo corso. Possiamo chiederci se sia giusto farlo e forse non lo è, ma non cambierebbe comunque nulla. Certo, ti chiedi perché lo fai, che senso abbia tutto questo. Tutti avevano voglia di andare a casa, ma la prossima settimana ci sarà comunque un altro GP. Io stesso, se mi avessero detto che non si sarebbe corso, sarei stato d’accordo. Abbiamo fatto tanto per la sicurezza dei circuiti, ma avremmo ancora bisogno di qualcosa in più. Abbiamo fatto passi avanti con tute, caschi, airbag, ecc… Ma il problema resta quando cadi, rimani in pista e vieni colpito da un altro pilota, come è successo a Simoncelli e Tomizawa: su questo possiamo fare poco, è difficile trovare una soluzione".

lo sfogo

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"In Moto3 sono tutti attaccati"

Nel corso delle interviste post gara, Miguel Oliveira ha spiegato che uno dei problemi della Moto3 è che i piloti sono troppo vicini durante le gare. Valentino condivide questa analisi: "Sono sempre attaccati l’uno all’altro, soprattutto qui al Mugello, dove la scia fa la differenza. Se tutte le moto andassero un po' più piano sarebbe meno pericoloso, ma non saprei come fare affinché questo accada".

l'analisi

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"Ho raccolto un po' di punti, non male"

Rossi ha chiuso il GP d’Italia al 10° posto. È il suo miglior piazzamento in questa stagione. Valentino commenta così la sua gara al Mugello: "Purtroppo alla prima curva è successo un po' di casino. Vinales ha preso un’imbarcata, io ho dovuto frenare, ci siamo un po' toccati e ho perso molto tempo, sono retrocesso al penultimo posto. È stato un peccato, perché in gara il mio passo era decente e sono riuscito a tornare su, anche se ho fatto fatica sorpassare. Sono comunque arrivato tra i primi dieci e ho raccolto un po' di punti, non male. Abbiamo avuto un po' di problemi perché ci sono tante buche in pista, quindi abbiamo dovuto preparare una moto più dolce. Siamo riusciti a migliorare durante il weekend: abbiamo sistemato anche l’elettronica, con un buon lavoro, infatti in gara andavo meglio. Purtroppo nel dritto non ero un fulmine di guerra ed è stata dura. Il livello è molto alto, vanno tutti forte, è tosta. In cuor mio sapevo che il Mugello sarebbe stato difficile, anche nel 2019 avevo fatto un weekend non brillante. Bisogna lavorare per essere più competitivi".

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