Valentino Rossi, la resa anticipata non gli appartiene

MotoGp
Guido Meda

Guido Meda

Una riflessione sulle voci che arrivano dalla Spagna di un possibile ritiro a campionato in corso di Valentino

HIGHLIGHTS GP CATALUNYA - CLASSIFICA

L’ultima su Rossi è del Periodico de Catalunya, che attraverso Emilio Perez, la sua firma sportiva più autorevole, lancia l’indiscrezione secondo cui Valentino Rossi starebbe meditando un ritiro anticipato; anzi, a brevissima scadenza, tipo tra un mese. Noi pensiamo che non accadrà, o comunque non prima che la stagione sia finita. Da tempo Rossi dichiara che deciderà durante le vacanze di luglio cosa fare nel 2022, ma del 2021 non ha mai parlato. Una resa anticipata ci sembrerebbe molto poco in linea con il personaggio. Rossi è culturalmente abituato a finire il lavoro. Di periodi e di esperienze storte ne ha vissuti, più di uno, ed è sempre passato oltre. Quando è caduto in gara e la moto glielo consentiva è ripartito per arrivare al traguardo, anche se la storia di quella corsa lì era palesemente persa, finita, chiusa. Segno di una mentalità. Che qualcuno nel paddock possa essere preoccupato all’idea di un ritiro anticipato che destabilizzerebbe le relazioni con gli sponsor e rovinerebbe l’identità del campionato ci sta ed è molto comprensibile. Che tutto questo possa essere nelle intenzioni di Rossi ci sembra molto meno plausibile. Né ci risulta che anche in privato, con le persone più vicine, abbia mai parlato di un’intenzione del genere.

La sfida

Se è vero poi che sembra esserci un'oggettiva difficoltà ad interpretare la moto, è anche vero che leggendo nei numeri emerge qualche dato in grado di tenere viva la speranza di Rossi; non necessariamente di tornare a vincere o di andare sul podio, ma di portare a casa weekend meno brutti di quelli che ha vissuto sin qui. Rossi si misura con piloti giovani, tutti di altissimo livello, su gomme che sono più adatte alla guida di chi proviene dalla moto2. Mezzo secondo di ritardo in questa Motogp costa carissimo, un secondo è un disastro, un secondo e mezzo una tragedia. Tutto questo ha cambiato drasticamente lo scenario rendendo più difficile la sfida. Ma sempre di sfida si tratta. E le sfide è giusto provare a vincerle, finchè si può, fin quando ce n’è. 

VIDEO

La caduta di Valentino Rossi a Barcellona

Quel segnale a Barcellona

Le fp4 di Barcellona, il turno più simile ad un gp, vedevano il ritmo di Rossi con gomma dura in linea con quello di due protagonisti come Oliveira e Vinales. È partito per la gara con quella buona idea lì, trovandosi invece con una gomma posteriore fastidiosa sin dal giro di ricognizione. Come a dire che, certo, una sua difficoltà c’è, ma qualche volta  ci si mettono anche il caso e la sfortuna a complicare un quadro che ha dentro elementi  destabilizzanti già di loro. Ha cambiato team, cambiato box, cambiato compagno, cambiato le persone, ha perso la relazione diretta con la casa, è cambiato il tipo di gomma. Ce n’è abbastanza per destabilizzare, ma abbastanza anche per provarci una volta ancor, fino in fondo.

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