MotoGP in Gran Bretagna: Silverstone e la maledizione dei piloti inglesi

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Ludovica Guerra

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Dagli aeroplani alle automobili, per finire alle due ruote: Silverstone fa volare i sogni degli appassionati di motori, ma non per i piloti inglesi. Dal '77 i britannici hanno conquistato solo 5 podi su questo tracciato, che sembra dannato per loro

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Racing it's coming home. La MotoGP fa tappa a Silverstone, uno dei tracciati più ricchi di storia per le due e le quattro ruote. Il circuito infatti ospitò il primo Gran Premio del Mondiale di F1 nel 1950. Se la tradizione motoristica e molti campioni sono nati in Gran Bretagna, basti pensare a Hailwood e Sheene, due vere e proprie icone delle due ruote, la stessa cosa non vale per le vittorie sui circuiti di casa. Sembra infatti aleggiare sul tracciato quella che è conosciuta come "la maledizione dei piloti inglesi".

Due britannici in griglia nel 2021

Entrata nel calendario del Motomondiale nel 1977, Silverstone passa il testimone a Donington nel 1986 per ben 23 anni, riprendendo la titolarità nel 2010. Qui i piloti di casa hanno conquistato solo 5 podi in top class. Steve Manship 2° nel 1978; Barry Sheene 3° nel 1978 e 2° nel 1979; Ron Haslam 3° nel 1984; Cal Crutchlow 2° nel 2016, salendo a podio dopo ben 32 anni. Nessuna vittoria quindi nel "mainland", a parte l'ultima nel 1975, al tourist trophy all'Isola di Man, con Mick Grant che ha interrotto il primato di Mike Hailwood, altra gloria motoristica senza vittorie a Silverstone. Una crepa nel mondo dei motori anglosassoni che nel prossimo fine settimana avrà in griglia in MotoGP due britannici: Cal Crutchlow e Jake Dixon che, però, difficilmente potranno lottare per la rivincita sul prestigioso palcoscenico di Silverstone, che torna nel calendario del motomondiale dopo due anni. Racing it's coming home.

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