MotoGP, Dall'Igna e la stagione Ducati: "Orgoglioso di quanto fatto, possiamo migliorare"

DUCATI
Vera Spadini

Vera Spadini

Il direttore generale analizza la stagione 2021: "Un pacchetto moto–pilota destinato a essere protagonista nella stagione 202. Bagnaia? Ha fatto un lavoro incredibile. Ora due giorni di test a Jerez de la Frontera con un nuovo motore

JEREZ, LA SECONDA GIORNATA DI TEST LIVE

È stata una stagione straordinaria per la Ducati: per il secondo anno consecutivo e il terzo nella sua storia in MotoGP, la rossa ha vinto il Mondiale Costruttori. Cinque sono i piloti ad aver contribuito alla vittoria del titolo con 357 punti totali: Pecco Bagnaia (167 punti), Jack Miller (63 punti), Johann Zarco (86 punti), Jorge Martín (25 punti) ed Enea Bastianini (16 punti).

A Borgo Panigale sono andati anche il Mondiale team e team indipendente, con Pramac Racing. Bagnaia è vicecampione del mondo, Martin rookie dell’anno, Zarco miglior pilota tra le squadre satelliti. Con 7 vittorie nel 2021, Ducati è la casa costruttrice ad aver ottenuto più successi quest’anno in MotoGP. Per la prima volta ha piazzato tre moto sul podio in un unico Gran Premio, l’ultimo della stagione, vinto da Bagnaia davanti a Martín e Miller, e ha messo tre moto in prima fila (in due occasioni, a Misano e a Valencia). In ogni Gran Premio della stagione 2021 almeno una Ducati è partita dalla prima fila dello schieramento. Su 54 piazzamenti disponibili in prima fila nei 18 Gran Premi disputati, la casa italiana ne ha ottenuti 30. Ciò significa che il 55% delle prime file di questa stagione sono state occupate da una rossa. In 8 gare su 18 almeno 2 piloti Ducati sono saliti sul podio.

Numeri impressionanti che raccontano una storia in crescita, come confermato con soddisfazione da Gigi Dall’Igna nel debrief di fine stagione con i giornalisti. L’ingegnere Ducati ha parlato dei progressi fatti, interpretati in maniera sorprendente da Bagnaia, consegnando all’Italia “Un pacchetto moto – pilota destinato a essere protagonista nella stagione 2022”. Pecco è andato oltre le aspettative, “ha fatto un lavoro incredibile: nella seconda parte della stagione è stato probabilmente il migliore, ha vinto 4 delle ultime 6 gare, e avrebbero potuto essere 5. Migliora di anno in anno, e quando pensi che abbia raggiunto il massimo livello fa un passo in più”. Ma anche gli altri piloti hanno stupito: “Martin ha fatto la pole alla seconda gara, il che è molto difficile, e ha vinto un GP alla prima stagione. Bastianini pur non avendo ancora la moto ufficiale ha fatto gare brillanti, ottenendo due podi. Se riesce a partire bene può essere uno dei protagonisti del 2022”. Discorso diverso per Miller: “Data l’esperienza maggiore, da lui ci si aspettava un po’ più di continuità. Ma siamo convinti che sia un pilota forte e che possa essere determinante”.
 

I risultati conseguiti dicono che la Ducati è diventata una moto più facile? “Anche in passato abbiamo fatto ottime gare con piloti differenti come Iannone, Petrucci, Miller, Bautista. La moto è migliorata nell’adattabilità, ma in realtà non ho mai cercato di fare un moto per un pilota solo”. Secondo Dall’Igna il pilota resta comunque fondamentale nel progetto: “L’anno scorso con Dovizioso eravamo

arrivati alla fine di una storia, non c’era più fiducia reciproca, il che è importante per i risultati”.
 

In questa stagione i frutti del lavoro sono arrivati, ma a Borgo Panigale non si accontentano, e puntano ancora più in alto: “Siamo molto contenti di quello che abbiamo ottenuto in questi anni, ma ancora non abbiamo raggiunto il massimo livello, possiamo migliorare ancora”.
 

Il 18 e 19 novembre per i test a Jerez arriveranno altri aggiornamenti e un motore nuovo, da far provare ai piloti per la versione definitiva. Ci sarà una moto a testa per Miller e Bagnaia e una sola per il team Pramac, con cui si alterneranno Zarco e Martin. “In questi test tutti avranno la moto 2021, tranne Marini che avrà la 2022 a partire da Sepang”.
 

Poi la Ducati si presenterà al via della nuova stagione con 4 squadre: il team ufficiale, Pramac, Gresini e il team VR46, che erediterà le Desmosedici di quest’anno. “Sono più i vantaggi dei problemi: per sviluppare una moto i dati statistici sono molto importanti, più dati raccogli e più sviluppi la moto. Tra 6 e 8 moto in pista cambia poco, è solo una questione di organizzazione”. E chissà se Valentino Rossi tornerà in sella alla Ducati per provarla: “Non credo che abbia senso chiedere qualcosa a Valentino in questo momento, sarebbe poco intelligente. Non so che tipo di rapporto abbia con la Yamaha, mi sembra giusto lasciarlo stare. Comunque in questo mondo Valentino può fare quello che vuole”.