MotoGP, GP Mandalika (Indonesia): Oliveira maestoso, Ducati sottotono. Le pagelle
Pagelle MotoGPBrad Binder secondo in Qatar, Oliveira primo in Indonesia con una guida da campione: KTM protagonista in questo avvio di stagione. Honda, a Mandalika è stato un disastro epocale. Yamaha si prende un bel 9, Ducati sottotono: tutti i voti
Quello d'Indonesia più che un Gran Premio del motomondiale è sembrato essere un evento storico, accolto da folle di persone adoranti, dal presidente, dai maggiori politici del Paese. Le altre volte c'era ancora, anche se agli sgoccioli del suo potere, Suharto, il personaggio che una volta lasciò fuori dal circuito di Sentul oltre 30.000 persone che avevano già il biglietto perché una volta arrivato lui (in elicottero) gli altri potevano andare a quel paese. Allora il circuito era vicino a Jakarta ed era, credo, tutto molto diverso da oggi. Certo l'atmosfera è stata sicuramente migliore e di molto, questa volta a Mandalika, in un posto con spiagge da sogno e atmosfera sorridente, distesa, appassionata e questo nonostante un fulmine che ha colpito la pista e la danza della pioggia che ha funzionato piuttosto bene. Ottimo, dunque, anche se il rischio di correre in paesi tropicali è quello che si è visto la domenica con un nubifragio violento che ha costretto a ridurre e ritardare la gara della MotoGP. In ogni caso ok, in fondo tutto bene, tranne che per qualcuno, ma qui parliamo di sport e allora ci sta. E comunque torniamo a casa con 3 italiani primi nelle tre classifiche mondiali e quindi un bel like a Mandalika lo mandiamo di sicuro.
KTM = sorpresa
Chi l'avrebbe mai detto che in Austria, paese così austero, serio, pulito e organizzato fossero diventati specialisti di sorprese? Eppure è così: in Qatar Brad Binder si è giocato il successo ed è finito secondo, qui in oriente è toccato ad un maestoso Miguel Oliveira dominare sul bagnato cogliendo tutti in contropiede. È vero che in KTM lavorano tanti italiani, che la Casa di Mattighoffen ha una grandissima tradizione di successi sportivi soprattutto in fuoristrada, ma anche in velocità non scherza (125, 250, Moto2 e MotoGP). Hanno come slogan "ready to race" ed in sostanza è uno slogan veritiero dato che in KTM impiegano circa il 10% della forza lavoro al Reparto Corse. Hanno anche la fortuna di avere quel munifico sponsor delle bibite energetiche, austriaco pure lui e appassionatissimo di corse e motori (auto, moto, aerei, barche), ma investono anche nelle categorie formative (Red Bull Rookies Cup) e nei campionati minori (CEV). Insomma, a pensarci bene vedere la KTM così avanti non è poi così tanto sorprendente anche considerando che hanno avuto l'intelligenza di prendere Dani Pedrosa come collaudatore. Bravi e benissimo Miguelinho Oliveira, intelligente, simpatico, veloce e poliglotta. Stavolta ha guidato davvero da campione annichilendo qualsiasi tentativo di contrastarlo: 10
KTM
La gioia di Oliveira: "Un'altalena di emozioni"
Yamaha fuoribordo
Che la casa giapponese sia celebre anche per le sue motorizzazioni per natanti è noto. Non poteva perciò perdere quest'occasione così bagnata che ha limitato i problemi della M1 ed esaltato la guida del Campione del mondo e, pur se in tono minore, anche di Franco Morbidelli. La seconda e settima posizione rappresentano una bella difesa in un momento non particolarmente felice per i 3 diapason. Se togliamo Dovizioso, costretto al ritiro da problemi tecnici alla sua moto, pure Darryn Binder ha disputato una grande gara considerando che arriva dalla Moto3 ed era alla sua seconda esperienza in MotoGP. Si è preso il lusso di mettere dietro addirittura tutte le Honda, Bastianini e Bagnaia. Insomma Yamaha alla fine non è poi così male, almeno dove i rettilinei non sono troppo lunghi e in condizioni di bagnato. 9
Yamaha
Quartararo: "Grande podio. In Argentina sarà dura"
Ducati sottotono
Ci si aspettava di più dalle rosse, invece stavolta quelle buone davvero erano in Bahrein e avevano 4 ruote. Certo non si può essere negativi in assoluto perché in fondo Zarco terzo e Miller quarto hanno ottenuto buone prestazioni, ma Martin è caduto, Bastianini è finito undicesimo conservando però il primo posto nel campionato e Bagnaia 15° dietro a Marini. Probabilmente Ducati ha sofferto di più la pista bagnata, ma è ora di cominciare a mettere i suoi piloti ufficiali davanti a quelli esterni e in assoluto. 7
Suzuki in coppia
Quinto Rins e sesto Mir in una giornata che per il secondo, l'ex Campione 2020, avrebbe potuto diventare molto difficile. Invece la pioggia in fondo ha consentito appunto a Mir di disputare una gara dignitosa nonostante le prove pessime e a Rins di accarezzare quasi il podio. Insomma, in Argentina servirà fare meglio, ma questa volta la difesa è stata efficace. 6
Ducati
Bagnaia: "Deluso, il nostro potenziale è un altro"
Honda anomala
Per la casa più grande del mondo il GP di Mandalika è stato un disastro epocale. Marc Marquez è caduto 4 volte, non è riuscito ad entrare in Q2, e il botto spaventoso nel warm up lo ha costretto a saltare il GP. Per precauzione, si è detto dopo una breve perdita di conoscenza e una leggera commozione cerebrale e speriamo che sia davvero così. Lui ci ha provato con tutto il cuore e il coraggio che aveva, ma quest'anno le cose non sembrano andare per il giusto verso. Allora: Marquez 93 non partito, Pol Espargaró 12°, Alex Marquez 13°, Nakagami 19°. Come dire un disastro, una disfatta soprattutto pensando che nei test precampionato Polyccio era stato il più veloce. Il cambiamento è dovuto -credo- soprattutto, ma non soltanto, alla nuova carcassa posteriore portata da Michelin che non c’era nelle prove invernali. Ma così poco dalla Honda non se lo aspettava nessuno. 3
Aprilia solida
Nonostante un fuori pista Aleix è finito nono, mostrando ancora una volta che Aprilia, almeno nelle sue mani, ha un buon potenziale e che lui è in palla. Per Vinales tocca aspettare ancora un po' (sedicesimo). 6
Thailandia finalmente
Per la prima volta nella lunga vita del motomondiale un pilota tailandese ha vinto un Gran Premio. Si tratta di Somkiat Chantra, che ha dominato una gara asciutta e ha così portato a casa un successo storico. Ha guidato benissimo e il suo successo non è mai stato in discussione. Secondo Celestino Vietti, autore di un'altra gara di sostanza che gli permette di conservare la leadership iridata, anzi di consolidarla un po' coi 9 punti di vantaggio su Canet, terzo in gara e secondo nel mondiale.
Migno centrato
Aveva vinto alla grande in Qatar, stava disputando una splendida gara anche in Indonesia, ma per Migno sembrano essere tornati i tempi sfortunati di quasi sempre perché è stato steso alla fine da un erroraccio demenziale di Sasaki. Peccato perché si meriterebbe un po' meno sfiga, non arrivo a dire un po' di fortuna, ma almeno non sempre vittima della sorte. Comunque ha vinto Denis Foggia di forza e di classe su Guevara e Tatay. Il pilota romano del team Leopard è così leader del campionato. E sono 3 su 3.