MotoGP, il GP Misano un anno dopo: quante differenze con l'edizione del 2021

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

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È passato quasi un anno dall’ultimo GP di Misano. Era il 24 ottobre 2021, tante cose sono cambiate in MotoGP. Rossi non corre più con le moto. Marquez aveva vinto quella gara, invece questa volta sarà assente per infortunio. Bagnaia è in corsa per una rimonta che non appare impossibile come un anno fa, quando Quartararo diventò campione del mondo proprio sul circuito intitolato a "Marco Simoncelli"

MOTOGP A MISANO: LE LIBERE LIVE

Quando fatti e notizie importanti si accavallano nella stessa giornata viene da chiedersi se esista un regista occulto capace di tessere la tela degli avvenimenti. Domenica 24 ottobre 2021 resterà impressa nel calendario, come una data storica. Un campione, anzi una leggenda del motociclismo, salutava il suo pubblico, mentre un giovane francese saliva per la prima volta sul trono della MotoGP. Un fenomeno in crisi trovava il riscatto, mentre una promessa italiana gettava la spugna alla fine di un lungo inseguimento. Il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna, secondo round sul circuito di Misano dello scorso anno, di emozioni ne ha regalate parecchie. E poteva starci dopo una stagione condizionata dall’incertezza e dalle difficoltà che la pandemia aveva disseminato sul percorso del campionato del mondo. Il ritorno del pubblico sugli spalti ha segnato una sorta di rinascita, di normalità ritrovata. Sarebbe stato triste altrimenti l’addio alla corse di Valentino Rossi, senza la marea gialla ad abbracciarlo e tutta la corografia che un momento del genere richiedeva: cori da stadio, fumogeni, i ragazzi della sua squadra ad accoglierlo in pista, "Grazie Vale" stampato su magliette e carene, lui commosso che lancia il casco in tribuna, l’ultimo ringraziamento a chi l’ha sostenuto in oltre vent’anni di corse.

La gioia mondiale di Quartararo

La leggenda di Rossi metteva la parola fine alla sua storia, mentre un astro nascente sembrava raccoglierne idealmente l’eredità. Quella stessa domenica Fabio Quartararo vinceva aritmeticamente il titolo della MotoGP, a soli 22 anni, il primo traguardo di una carriera che potrebbe proiettarlo verso successi ancora più luminosi, il sogno e il riscatto di una nazione che non ha mai brillato nel Motomondiale. Vale e Fabio, quasi un passaggio di consegne, come un testimone lanciato tra passato e futuro. Misano nel frattempo aveva vissuto il ritorno alla vittoria del fenomeno scivolato nell’incubo di un’identità agonistica smarrita, di una superiorità sopraffatta da un fisico sofferente. La vittoria di Marquez nel giorno dell’omaggio a Rossi, il campione amato e inseguito, prima che un’accesa rivalità li confinasse in mondi opposti e inconciliabili. Il trionfo di Marquez mentre la migliore scommessa del motociclismo italiano abbandonava l’idea di un inseguimento ancora possibile alla corona della MotoGP. Cadendo a sei giri dal traguardo, quando già assaporava il sapore della vittoria, Bagnaia lasciava sull’asfalto di Misano le proprie illusioni di un titolo ancora raggiungibile. Come se un filo invisibile legasse la sua sconfitta prematura al primato ritrovato di Marquez, all’ascesa di Quartararo e all’ultimo capitolo della grande avventura di Valentino.