Ducati ufficiale, il nuovo mondo di Bastianini tra incognite e certezze

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Paolo Lorenzi

Dopo le 4 vittorie della passata stagione, la sua seconda in MotoGP, Enea Bastianini è chiamato nel 2023 al salto di qualità decisivo: dovrà farlo sempre con la Ducati, ma nella nuova realtà del team ufficiale. Una 'promozione' che comporterà maggiori responsabilità e anche qualche cambiamento, a cominciare dal nuovo capotecnico Marco Rigamonti. Il primo Gran Premio dell'anno è in programma a Portimao dal 24 al 26 marzo, sarà trasmesso tutto in diretta su Sky Sport MotoGP e in streaming su NOW

Un nuovo team presenta sempre delle incognite. Nuovi tecnici e nuovo ambiente, nuovi traguardi e nuove responsabilità. Nessuno crede che Enea Bastianini sfigurerà con la tuta rossa del team factory, ma nella sua nuova avventura potrebbe non ritrovare alcune cose. E’ stato lui stesso a sottolinearlo. “Non penso che il mio metodo di lavoro verrà stravolto - aveva dichiarato alla vigilia del primo test con la Ducati ufficiale -. Almeno per quanto riguarda l’aspetto tecnico. In fin dei conti sono ancora dentro la famiglia Ducati. Gli ingegneri bene o male sono gli stessi". Enea è cresciuto nell’ambiente famigliare del team Gresini, e questo è il vero rimpianto. “Forse non troverò quella leggerezza che in un team ufficiale potrebbe esserci in misura minore. Ma io cercherò di mantenerla perché penso che sia un aspetto da non trascurare”. Sono i dubbi, comprensibili, di chi lascia una strada certa per una via ancora da scoprire. Fa parte del gioco, se così si può dire. Sul suo impegno è invece impossibile dubitare. Enea viene da una stagione formidabile (4 vittorie e due podi al secondo anno in Motogp), la stoffa c’è, come l’ambizione e la voglia di emergere. Ha un’occasione d’oro, con la squadra tecnicamente più forte, dentro un sistema di lavoro collaudato. Ancora da scoprire, certo (gliel’ha fatto presente anche Bagnaia, che ha seguito un percorso simile al suo, passando da un team satellite a quello interno). Aspetti che il buon Bastianini ha già messo in conto. 

La certezza Pernat e il nuovo capotecnico Rigamonti

Avrà però la moto migliore, ingegneri e meccanici pronti ad assecondarlo e un compagno di squadra fortissimo con cui misurarsi e con cui, se riuscirà a instaurare un rapporto di collaborazione, completare la sua formazione. D’altra parte avrà sulle spalle una responsabilità maggiore, dovrà ripagare le attese di una dirigenza che ha investito su di lui e che prima o poi pretenderà risultati all’altezza delle aspettative. In una parola, una pressione che può mettere in crisi chi non ha un carattere ben strutturato. Cose risapute, nulla di nuovo a ben pensarci. Probabilmente con il vecchio team era tutto più facile. Il rapporto con Giribuola, il suo ex capo tecnico, era una certezza, ma l’ingegnere cresciuto con Dovizioso è finito in KTM. Al suo posto Enea trova Marco Rigamonti, che ha lavorato con Zarco in Pramac. Un tecnico esperto e capace, ma i piloti sanno bene quanto sia importante l’intesa con l’uomo di riferimento. Tutta da verificare, nel suo caso. Avrà ancora al suo fianco il manager che l’ha accompagnato in questa crescita, Carlo Pernat, profondo conoscitore del paddock e delle sue dinamiche. Una certezza, ma basterà a ricreare quella sintonia che aveva trovato nel team Gresini? Lui ci conta, da inguaribile ottimista qual è (una delle sue qualità migliori) . "Mi piacerebbe mantenere almeno in parte lo spirito con cui mi sono formato in questi due anni". Aggiungere al metodo di una grande squadra, un pizzico di quello spirito lasciatogli in eredità da Fausto Gresini, potrebbe essere la ricetta vincente per il salto di qualità decisivo. 

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