Rins trionfa nel GP Austin sfruttando anche la caduta di Bagnaia, caduto a 13 giri dalla fine mentre era in testa. Lo spagnolo della Honda LCR ha preceduto Luca Marini (Mooney), al primo podio in carriera in top class, e un ritrovato Quartararo (Yamaha). Poi le Aprilia di Vinales e Oliveira, 6° il leader del Mondiale Bezzecchi. Completano la top ten Zarco (Pramac), Morbidelli (Yamaha), Di Giannantonio (Gresini) e Augusto Fernandez (Gas Gas). Prossimo GP il 30 aprile a Jerez
Texas a due facce: quella felice di Alex Rins, quella smarrita di Pecco Bagnaia. Assente Marc Marquez ci ha pensato lo spagnolo a tenere alta la bandiera della Honda sul circuito texano. Il pilota del team LCR ha vinto con la complicità di Bagnaia, che ha buttato via la corsa all’ottavo giro. Secondo errore consecutivo del piemontese. Modalità diverse, esito uguale: in Argentina stava inseguendo, in Texas stava comandando la corsa, in apparente scioltezza. A Termas Pecco era imbufalito per l’errore, ma incerto sulla dinamica. Ad Austin è scivolato via, per qualcosa ancora da capire, da analizzare a bocce ferme e mente fredda. La cosa peggiore è tornare a casa con il dubbio. "La pista era peggiorata e noi giravamo più veloci dell’anno scorso. Un errore ci può stare", ha spiegato Bagnaia. Ma la macchia resta.
Marini, primo podio in MotoGP
La Ducati può consolarsi con il secondo posto di Luca Marini, prima volta sul podio della MotoGP, la Yamaha respira con il terzo posto di Fabio Quartararo. Ma i più felici di tutti sono gli uomini del team Mooney VR46, che tornano a casa con la gioia di Marini e con il primato in classifica, guadagnato in Argentina da Marco Bezzecchi che con il sesto posto in Texas, porta a 11 punti il vantaggio sull’amico Bagnaia. Come ha detto Luca Marini a fine gara: "Arrivando sempre nei primi sei si può vincere il Mondiale". Piedi per terra aveva promesso Marco, che ha fatto il suo senza strafare. Con un calendario di 21 Gran Premi (e 42 gare contando le gare sprint), serve un passo da maratoneta. Qualcosa su cui dovrà probabilmente riflettere Bagnaia, arrivato ad Austin deciso a riscattare la caduta di Termas. Ma la macchia resta su una stagione partita con i favori del titolo, la doppietta in Algarve (vittoria in gara lunga e in gara veloce) al primo round, quella di sabato nella sprint di Austin, una consapevolezza e una solidità inscalfibili (fino a oggi), un controllo formidabile della sua Ducati. Tutte cose che non possono svanire, ma il momento è delicato.
I rimpianti dell'Aprilia
Bagnaia avrà patito la pressione di Rins? Possibile, lo spagnolo si è incollato alla coda della sua Desmosedici, e poi ha preso il largo una volta al comando. E’ il primo ad aver vinto due volte su questa pista, la prima nel 2019, battendo Marquez con la Suzuki. L’anno scorso era arrivato secondo dietro Bastianini. Marquez a parte, li è casa sua. Fuori gioco le KTM ufficiali, caduto Miller al settimo giro e Binder all’undicesimo. Aleix Espargaró è scivolato da solo al primo giro, mentre Alex Maquez è stato steso da Jorge Martin poche curve dopo la partenza (i due si sono chiariti, con il pilota Pramac che ha chiesto scusa al connazionale per l'errore). Il quarto posto di Vinales può solo accrescere il rimpianto dell'Aprilia.
Anche l'anno scorso ci furono tre poleman differenti nei primi 3 GP: Martin, Quartararo e Aleix Espargaró