MotoGP, GP delle Americhe (Austin): le PAGELLE di Paolo Beltramo
Ad Austin Alex Rins riporta la Honda al successo e si merita un 10 (con lode): alle sue spalle Luca Marini e Fabio Quartararo (entrambi da 9). Bene anche Maverick Vinales, Miguel Oliveira e Marco Bezzecchi, mentre Pecco Bagnaia cade ancora e si prende un'altra insufficienza in pagella. Tutti i voti del GP delle Americhe a cura di Paolo Beltramo
- Il Gran Premio delle sorprese, delle cadute e dell'imprevisto che diventa realtà, delle emozioni rare: Austin regala davvero qualcosa di inedito. Bene, bello. Ma anche male, brutto perchè pure in senso negativo ci sono state emozioni e sorprese. Il tutto fa però parte delle corse ed è probabilmente il suo bello
- Ed è stato semplicemente bellissimo vedere che i tre (Quartararo, Marini e Rins) mentre venivano “spiati” dalla telecamera di Dorna prima del podio, parlassero in italiano. Sembra una barzelletta: che lingua si deve utilizzare negli Stati Uniti tra un francese, un italiano e uno spagnolo? L'inglese... ma va là: nelle corse l'italiano domina!
- Complimentissimi ad Alex Rins (10 e lode) che dopo 5 anni (2018 Crutchlow a Rio Hondo) porta alla vittoria una Honda senza chiamarsi Marc Marquez e nonostante la non eccezionale competitività della moto, anche considerando le 3 altre tutte cadute mentre erano comunque lontane dalla testa
- Alex, dopo il secondo posto di sabato, ha vinto sulla stessa pista dove aveva battuto Valentino Rossi nel 2019: sembra ce l'abbia con la famiglia, visto che stavolta ha messo dietro il fratello Marini. Bravo davvero Alex e dopo le due vittorie dello scorso anno e questa, sembra davvero che il fenomeno nella squadra Suzuki fosse lui e non Mir, che ha vinto il campionato nel 2020, ma negli ultimi anni le ha sempre prese. Insomma grande Rins, grande il team di Lucio Cecchinello
- E' finalmente arrivato al suo primo podio in MotoGP. Era nell'aria, le sue qualità lo avevano portato spesso a sfiorarlo, a gettarlo, a mancarlo. Stavolta è stato consistente, tosto, lucido, veloce. Bravo. Quest'anno ci stava che ci riuscisse, perchè lui è uno che impara e non dimentica, che cresce. Bravo (9)
- E bene anche la squadra dopo la vittoria di Bezzecchi in Argentina e il primo posto nel Mondiale sempre col Bez (qui 7): 3 podi su 3 GP, mica bruscolini
- Ha dimostrato un'altra volta di essere un campione: non si è demoralizzato e ha cercato di ottenere il massimo riuscendoci con una partenza incredibile e una gara sempre veloce, cattiva, di qualità. Un podio tutto merito suo. Bene, nei prossimi GP potrebbe ripetersi
- Meno bene Morbidelli ottavo, ma a oltre 20 secondi dal primo. Troppi (5). Ma Yamaha deve aiutarlo, i miracoli non si possono chiedere come normalità a un pilota
- Nel giorno della caduta di Aleix Espargaró (peccato perchè l'abbassatore gli ha dato problemi ed è scivolato al primo giro. NG) un grande Vinales (8), che da 13° dopo il problematico via ha recuperato molto
- Vinales ha chiuso alle spalle del podio e davanti a Miguel Oliveira (8), che usa la moto del 2022 e non era ancora al massimo dopo la botta presa in Portogallo che gli aveva fatto perdere il GP argentino. Bene, anche se il problema alla partenza dello spagnolo va risolto perchè così di vincere non se ne parla. La base tecnica è buona, molto buona, quindi dateci dentro!
- Stavolta di Ducati tra le prime 5 ce n'è una sola, quella di Marini seconda. Fuori al primo giro Alex Marquez (NG) che è stato steso da un errore di Martin (NG), ma soprattutto è caduto Pecco Bagnaia (3) mentre era in testa e sembrava controllare il tutto come sempre. E invece è arrivato il secondo errore dopo quello argentino in tre gare, troppo, purtroppo questa volta inspiegabile. Da lui non si aspettava di dover rivivere le emozioni negative della prima parte della scorsa stagione
- Settimo Zarco (6) con una gara senza infamia e senza lode, anche considerando le tante cadute e nono il Diggia (5). Undicesimo Pirro, il collaudatore (6)
- Caduto Miller (4) mentre era davanti e dopo una partenza meravigliosa, la migliore tra le moto austriache alla fine è stata quella di Augusto Fernandez decima, Folger e Binder chiudono la lista al 12° e 13° posto a oltre un minuto, risultati non al livello delle attese (3)
- Prima volta meritatissima per Ortola, che ha rimontato, preso i primi e poi battuto tutti con intelligenza, classe e talento. Prima volta anche per la squadra Angeluss MTA, 10. E poi 3 spagnoli su 3 davanti a quasi un anno di distanza da Jerez 2022. Poi bene Masia, che ha recuperato dopo una caduta che lo aveva danneggiato, (10 pure lui) e Artigas (9) terzo grazie a un finale non impeccabile di Moreira (7)
- Piuttosto male gli italiani (4) e peccato per Nepa, l'unico che stava disputando una buona gara, steso da un Munoz (3) esagerato - come troppo spesso accade- alla fine. Speriamo che non si sia fatto male sulle ossa della gamba già fratturata e sofferente
- Quando ti viene da desiderare che finisca con un - impossibile - pari merito, significa che la gara è stata un duello incredibile, lungo, inestricabile, coinvolgente, emozionante. Questo hanno fatto Pedrito Acosta (10 e lode) e Tony Arbolino (10), i due “squali” del motomondiale l'hanno tirata fino all'ultimo giro, quando lo spagnolo ha battuto l'italiano con un sorpasso bellissimo e chiudendo ogni possibilità di replica
- Di Acosta c'è chi dice che sia un talento a livello di Marc Marquez e la cosa potrebbe anche essere vera e ci direbbe che l'Arbolino delle ultime otto gare se la gioca con lui, quindi abbiamo trovato un tesoro; cinque corse consecutive a podio, tutte e tre quest'anno e prima posizione per 7 punti su Acosta nel Mondiale
- Bene, benissimo e complimenti a Carletto Pernat, che quando prende un pilota da gestire lo fa diventare migliore. Agli altri arrivati staccati di un pezzo diamo 7, con l'olandese Bensneyder al suo primo podio dopo 90 gare. Vietti era atteso ad una gara migliore dopo la pole, ma ha fatto nono a 11 secondi, peccato (6)