MotoGP, GP Spagna (Jerez): le PAGELLE di Paolo Beltramo
di p. beltramo
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A Jerez Bagnaia si riscatta dopo le cadute di Termas e Austin, meritandosi un 10 con lode. Voto altissimo anche per il 2° classificato Brad Binder e per l'eterno Dani Pedrosa, mentre deludono Bezzecchi, Quartararo e Vinales. Tutti i voti del GP Spagna a cura di Paolo Beltramo
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UN WEEKEND DA 10
- Come sempre Jerez riempie le tribune di gente, l’aria di passione, i cuori di emozioni, l’atmosfera profumi, i posteggi di moto. La straordinaria Andalusia con i cavalli, i vini, le secolari cantine del brandy, quei colori pastello dipinti sulle morbide colline, vince ancora una volta la sua sfida. Bellissimo week-end di “tracas” anche stavolta. 10
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- Direzione gara davvero discutibile e non da oggi. I long-lap comminati a Franco Morbidelli per il tentativo di sorpasso di sabato, quello a Fabio Quartararo per l’incidente che ha obbligato alla seconda partenza (fatto anche ripetere per passaggio sul verde…), ma soprattutto l’obbligo di cedere una posizione a Pecco Bagnaia per il sorpasso con contatto durante la gara ci dice che qualcosa va fatto
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SE LUI C'E', NON CE N'E' PER NESSUNO - BAGNAIA: 10 e lode
- Un Pecco Bagnaia perfetto, superiore, grandissimo, migliore anche di una cervellotica punizione per il primo sorpasso su Jack Miller che gli ha fatto perdere un bel po’ di tempo (un secondo minimo), ha vinto sapendo aspettare il momento perfetto per attaccare e riattaccare Miller, poi Binder, conservando le gomme fino al termine e guidando come nei momenti migliori, qualità che lo hanno fatto diventare un degnissimo campione del mondo
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- Quando, come oggi, pensa in modo lucido ed efficace, analizza la situazione delle gomme, è egoista e guida così e non commette errori battere questa B è difficilissimo, se non impossibile. Bravo. Bene: 10 e lode e leader del campionato causa la caduta di Bezzecchi, oggi non tanto in giornata. Ducati resta competitiva e bella (9), ma deve lavorare per mantenere la leadership perché arrivano segnali di miglioramento dall’Austria
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- Sia sabato, sia domenica a Jerez abbiamo avuto due KTM sul podio con Brad Binder vincitore sabato e secondo la domenica e Jack Miller due volte terzo. Innanzitutto le moto austriache sono sempre capaci di una partenza eccezionale, hanno evidentemente sviluppato un sistema migliore di tutti. Binder poi è un grande talento, che finalmente può esprimersi in toto, teniamolo d’occhio perché è forte davvero e ora pure terzo nel campionato a 25 punti di distacco da Bagnaia (10) e guida con grande controllo della moto e della frenata
7/18
- Occhio anche perché considera Le Mans, la prossima tappa del mondiale, una delle sue piste preferite. Quanto a Miller sembra si stia adeguando sempre più alla KTM. Forse (forse) non sarà un pilota da mondiale, ma quando può il suo lo fa sempre. Bravo. 9.
8/18
- Intendiamo terza forza: Aprilia che pare sorpassata da KTM innanzitutto in partenza (ancora una volta Vinales non ha fatto bene al via, era dietro e si è ritirato all’ultimo giro per rottura della catena, 4), poi per la sfiga che sembra avercela con Oliveira buttato a terra nella prima partenza ferendosi alla spalla sinistra
10/18
- Bene alla fine Jorge Martin(8), che porta a casa un quarto posto che lo premia per la sua grinta e voglia di lottare. Male Zarco che rimonta come spesso, ma poi si stende come Bezzecchi (4)
11/18
- Bene anche Luca Marini (7) che chiude sesto anche se avrebbe sperato in qualcosa di più. Non male anche Alex Marquez, 6 per il suo ottavo posto. In realtà meno Ducati davanti rispetto alle abitudini, ma manca Bastianini (speriamo che per il Mugello sia in forma anche se forse correrà a Le Mans). Insomma, Ducati benissimo con Bagnaia, un po’ meno in generale, ma ci sta. Bravissimi comunque a ritrovare la competitività dopo un venerdì tecnicamente piuttosto difficile
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- Lo chiamano così Dani Pedrosa, che a 37 primavere suonate è tornato in pista dopo anni e ha chiuso molto bene sia in prova, sia in gara. La dimostrazione che la classe non sparisce, il talento non si consuma, la passione non cala. Bene, anche perché questo nuovo formato è molto duro fisicamente e buttarsi a testa bassa in un’avventura così tosta uscendone assolutamente “vincente” da ogni punto di vista. 10.
14/18
- Ancora una fine settimana difficile per i due piloti Yamaha, che chiudono pieni di delusione, punizioni anche cervellotiche e problemi di competitività. Non ne va bene una ai 3 diapason, d’altronde piove sempre sul bagnato. Lavorare e aspettare circuiti più favorevoli, ma la difficoltà a superare è un brutto ostacolo. 4.
15/18
- L’acronimo televisivo di Sam Lowes è questo, ma stavolta il simpatico inglese di San Marino l’ha smentito alla grande: pole, gara di testa e avversari annichiliti: 10 e lode. Avesse anche la costanza su questi livelli sarebbe un super campione, ma è bello anche così. Secondo in gara e primo a pari merito nel mondiale (74 a 74 con Arbolino) il predestinato Pedrito Acosta che non ha sprecato questo piazzamento importantissimo tentando di resistere ad un Lowes oggi imbattibile. 9.
16/18
- 3° Lopez, saggio a tenere un passo veloce senza esagerare: 8. Per la prima volta giù dal podio quest’anno lo squaletto Tony Arbolino (7) che ha lottato, all’inizio anche entusiasmato e poi tenuto a bada un rampante Canet (7). E con questo piazzamento l’italiano tiene la testa del mondiale, anche se alla pari. Sarà un lungo duello. Caduto Vietti e sfortunato incidente di gara tra Arbolino e Ogura che è stato superato e poi ha toccato con la sua anteriore la posteriore dell’avversario: uno sfortunato incrocio di traiettorie. Sono le gare
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MOTO3
- Con questa, splendida, di Ivan Ortola (10), le vittorie spagnole in tutte le categorie del Motomondiale sono arrivate a 700 e la sensazione è che cresceranno vista la qualità del ragazzino del Team Angeluss e il podio quasi tutto iberico considerando che il secondo, Alonso (9), è colombiano (primo nella storia sul podio in moto), ma di scuola CEV, bene pure Masia terzo, mentre nel mondiale resta davanti Olgado davanti a Moreira (non benissimo, 6)
18/18
- Maluccio gli italiani, tutti lontani dai primi, anche i vecchi leoncini Migno e Fenati. Onorevole la gara del dolorante Nepa, ma insomma per il momento non si vede ancora un ragazzino italico in grado di contrastare i primi con costanza