MotoGP, GP Italia al Mugello: le PAGELLE di Paolo Beltramo
Pecco Bagnaia chiude al meglio il suo weekend perfetto al Mugello vincendo il GP d'Italia per il secondo anno consecutivo: per il ducatista un meritato 10 e lode. Voti alti anche per i due piloti Pramac e per uno stoico Luca Marini. Tra i flop Vinales su Aprilia e le 'solite' Honda e Yamaha. Ecco le pagelle a cura di Paolo Beltramo
- Non si può dire che sia stato un Mugello pienissimo, ma molto meglio dello scorso anno sì. Gli appassionati hanno risposto e i piloti hanno ripagato la passione con gare belle e con protagonisti italici sia tra i marchi, sia tra i piloti, come succede da un po’ almeno nella MotoGP. Insomma un week-end da 9, bene così.
- Bagnaia con questa del Mugello ha conquistato la sesta vittoria su 12 gare (tra sprint e complete), cioè il 50%, andando in testa all’inizio e poi gestendo al meglio il tignoso Martin che non ne voleva sapere di mollare. Una gara fantastica che si incastona in un fine settimana perfetto, meraviglioso: doppietta, pole con il giro più veloce di sempre su questo tracciato e giro veloce in gara. Ha superato Miller all’inizio e poi ha guidato sempre davanti
- È lui il migliore sulla moto migliore, la Ducati, ed è giusto che questo si veda anche nella classifica generale dove comanda con 21 punti di vantaggio su Bezzecchi. In più alla fine ha messo su una scenetta sotto la tribuna rossa con un tavolino, un cuoco e un sosia/pupazzo che gli hanno offerto un panino come quelli che ama gustare dopo ogni gara
- E poi sul podio ha fatto pure il dj. Insomma sta migliorando, confermandosi come pilota e anche sul fronte dell’essere personaggio. Pecco, insomma, un campione che dà la sensazione di poter addirittura dominare questo campionato. 10 e lode.
- Il team satellite di Ducati più antico e fedele ha dedicato al Mugello e alla Toscana la livrea con riferimenti al grandissimo Poeta, Dante. Potevano venirne fuori un Inferno, un Purgatorio, invece ne è uscito il Paradiso: secondo Jorge Martin e terzo Johan Zarco, i due piloti della squadra. Un risultato eccezionale, addirittura straordinario per una struttura privata
- Martin ha provato, montando al posteriore una gomma morbida, che lo ha sostenuto fino verso la fine, ma poi la scelta della media di Bagnaia è risultata migliore anche se è riuscito a tenere a bada il compagno Zarco che aveva fatto la scelta giusta che gli ha consentito di recuperare molte posizioni e finire avvicinando il secondo posto. Insomma tanto buone le Ducati e tanto veloci i suoi piloti da portare sul podio tutte le opzioni di gomme. Bravi a sfruttare al meglio le opportunità, 9 ampiamente meritato. Pure al Team.
- Luca Marini ha tenuto testa a Zarco quasi fino alla fine dopo aver lottato con i due Marquez e altri, quando la mano infortunatasi a Le Mans ha cominciato a fare troppo male e ha dovuto mollare la lotta per il podio. In queste condizioni finire quarto a chiudere la sfilata Ducati è una grande prestazione. Complimenti alla sua tenacia, velocità e motivazione. Luca è uno di quelli buoni, 9 anche a lui, considerando le limitazioni fisiche. Altra soddisfazione per il team Mooney VR46
- Meno bene oggi Bezzecchi, che senza capire il perché dopo un sabato molto positivo, si è trovato tra le mani una moto che non gli dava confidenza, sicurezza tanto da non riuscire a superare nessuno e doversi accontentare di finire ottavo. Ma resta secondo in classifica generale. 7
- Poco giudicabile Enea Bastianini che ha chiuso nono, ma era praticamente alla prima gara stagionale dopo il lungo infortunio e ha lottato per finire al meglio possibile. NG. E peccato pure per Alex Marquez, che si è steso mentre lottava al massimo per difendere un possibile podio. Un errore che ci sta, ma comunque 4.
- Nel derby europeo di KTM contro Ducati e Aprilia la casa austriaca stavolta ha avuto una fiammata iniziale con il solito Jack Miller, che è però poi sceso fino al settimo posto finale, mentre Binder ha chiuso quinto dopo una gara positiva anche se non top come magari ci si aspettava dal team ufficiale
- Il Mugello è il circuito di prova di Ducati e si è visto: quattro Ducati davanti e poi, appunto Binder, comunque primo degli altri. Che si conferma quarto nel mondiale sorpassato da Martin. Comunque buona prova, perlomeno non negativa, in difesa in attesa di giorni più favorevoli. 7.
- Da Aprilia e dai suoi piloti ci si aspettava sicuramente di più. Aleix però si è difeso finendo sesto tra le 2 KTM, lottando, dando il massimo (a lui 7). La moto sembra essere meno competitiva di quanto fosse lo scorso anno, ma a preoccupare sono la caduta di Oliveira e soprattutto la scarsa vena di Vinales che promette, ma poi non mantiene quasi mai: stavolta è finito dodicesimo a oltre 25 secondi dal vincitore. Troppo poco considerando le cadute dei due Marquez e la consistenza del distacco
- Maverick ha cambiato 3 case (Suzuki, Yamaha, Aprilia), varie volte capotecnico e team, ogni volta dicendo di essere finalmente nel posto giusto con le persone giuste, ma poi i risultati non vengono se non saltuariamente. Uno che guida come è capace lui quando va deve trovare il sistema di riuscirci più spesso se non proprio sempre. Su questo deve lavorare. 4.
- Purtroppo Yamaha resta poco competitiva, così lontana dai primi: decimo Franco Morbidelli, undicesimo Fabio Quartararo entrambi vicini tra di loro, ma a oltre 17 secondi dal vincitore Bagnaia. Cosa oramai risaputa, niente di nuovo per la squadra che soltanto due anni fa ha vinto il titolo e che lo scorso anno ha comunque conteso il titolo a Bagnaia fino quasi alla fine della stagione
- Oramai tocca sperare nel 2024, quando si spera ci sarà una moto totalmente nuova sia non telaio, sia nel motore. Per questa stagione toccherà soffrire e approfittare delle eventuali occasioni che comunque ci saranno perché i piloti sono molto forti visto che Morbidelli comincia a offrire le stesse prestazioni del francese. 6 ai piloti, 4 alla moto
- Nulla di nuovo in casa Honda, anzi le novità sono tutte negative: Joan Mir che dopo l’ennesima caduta si fa di nuovo male al dito e va a casa (quasi quasi credo preferisca così al correre con una moto che non capisce e lo tradisce spessissimo), Alex Rins che è caduto nella sprint e si è fratturato tibia e perone e starà fuori fino a dopo la sosta estiva. Marc Marquez che col suo modo di correre dà sempre e comunque il massimo, anche perché è l’unico modo per ottenere qualcosa con questa RC213 fuori linea
- Stavolta ha sbagliato lui, cadendo in frenata, ma per andare forte con Honda si deve rischiare tanto, troppo. Non si vedono progressi evidenti da parte di Honda e la cosa è grave e stupisce. Dal maggior produttore di moto al mondo, dalla casa che ha sempre innovato e stupito con delle vere e proprie opere d’arte meccanica, questo vivacchiare in basso è preoccupante
- Così come chiedere ad una struttura europea e privata come la Kalex (che produce i telai più utilizzati in Moto2) un telaio da provare per migliorare lascia stupiti. Dai Honda, orgoglio e lavoro! In generale, roba da 3.
- Come sempre gara bella, tesa, inestricabile fino all’ultimo metro dove l’ha spuntata Holgado (10) per 51 millesimi sul compagno Öncü (9) sfruttando la scia, che al Mugello consente di superare uscendo secondi dalla Bucine. Io preferisco le piste con l’arrivo più vicino all’ultima curva così da non penalizzare chi esce in testa, ma tant’è visto che è così, bravo lo spagnolo ad aver sfruttato la situazione per battere il turco. Si è trattato nell’ultima fase di una lotta a 5 con Sasaki sul podio (8) appena davanti a Alonso e Masia (8 pure a loro)
- Nel secondo gruppo, staccato di 12 secondi dai primi, cioè piuttosto lontani, regolati da un nome nuovo, Collin Veijer (7) davanti a Giogo Moreira (6) e quindi un finalmente positivo Riccardo Rossi (6) che si è battuto e ha chiuso ottavo davanti a Stefano Nepa (6). Holgado il “Pistolero” ora ha anche un buon vantaggio nel mondiale di 35 punti su Masia
- Il predestinato, lo squalo spagnolo si prende la rivincita dopo la caduta di Le Mans e batte tutti andandosene senza più doversi preoccupare di chi gli stava dietro, controllando come soltanto un grande: Pedrito Acosta, che alla fine si è mascherato da food delivery e ha portato una pizza al traguardo. Era ancora calda vista la velocità della sua gara: 10
- Dietro di lui senza prendersi i rischi di tentare l’impossibile, cioè cercare di andare a prendere Acosta, un ottimo e intelligente Arbolino che mantiene un bel vantaggio (20 punti) sull’altro squalo, 9. Terzo Dixon (8) che ha battuto il gruppetto che lottava per l’ultimo posto sul podio regolando Canet, Vietti bravo a rimontare (7 e mezzo) e un fantastico Alonso Lopez sesto nonostante due long lap (8). Degno di nota anche l’undicesimo posto di Mattia Pasini, oramai telecronista/pilota che si è messo dietro tanti piloti/piloti: 9