Nonostante gli acciacchi e la situazione complicatissima della sua Honda, Marc Marquez ha annunciato che prenderà parte al Gran Premio di Olanda in programma dal 23 al 25 giugno: ad Assen l'otto volte campione del mondo proverà a lasciarsi alle spalle il Sachsenring, uno dei suoi peggiori weekend di sempre
Marquez in Olanda, ci sarà. Non si ferma, tira ancora, anche a valle di uno dei suoi peggiori weekend di sempre. Risponde con la presenza a chi lo immaginava sconfitto dal feroce Sachsenring, un tempo a lui così caro, così amico. La Germania era per lui l’occasione per tirare il fiato, finalmente, in un cammino che è difficilissimo; era alta l’aspettativa per lui, per tutti, stante che lì di norma, ha sempre vinto, anche quando si trattava di tappare i vuoti tecnici della sua Honda con i pieni del suo talento sconfinato. Stavolta - per dire dei vuoti tecnici - non è più bastato. Dopo cinque cadute, dando onestamente il massimo e rendendosi pericoloso al limite solo per se stesso, ha alzato bandiera bianca.
Ha rinunciato acciaccato alla gara di domenica, ok, ma chiunque al suo posto lo avrebbe fatto prima e per più tempo. Vedi Joan Mir, che su quella Honda così indigesta continua a non tornare. Solo Marquez non si arrende così, ma solo Marquez del resto è il pilota che comincia a correre verso il box quando la moto non ha ancora finito di rotolare. Tipo Superman. Tutta questa generosità e questa forza, dovrebbero valere per la Honda il prezzo dell’ingaggio. E invece sono fermi, a guardarlo che si arrende, solo per un giorno ma si arrende, persi in uno spreco, un peccato vero. Una piccola frattura al pollice di una mano, una caviglia gonfia e dei ricordi freschi sono il bagaglio con cui parte per Assen, con una dichiarazione di nuovo piena di buona volontà in cui invita tutti a restare calmi. Tutti tranne la Honda, speriamo.
