MotoGP, GP India. I due estremi di Pecco Bagnaia: sul podio o nella ghiaia

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

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Bagnaia è un pilota senza mezze misure, un campione che punta sempre al bottino più grosso, anche quando è stabilmente in testa al Mondiale. Tuttavia la strategia deve cambiare dopo la caduta in India (è la quinta in questa stagione): Martin ha recuperato cinquanta punti a Pecco nelle ultime tre gare, passando da -62 a -13. Adesso il piemontese deve rischiare di più, amministrando quando può permetterselo e attaccando quando il suo avversario ha carte migliori in mano

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Cinque cadute quest’anno, un bilancio pesante che spiega i troppi punti persi per strada. Pecco Bagnaia l’ha ripetuto come un mantra ad ogni zero (nell’ordine Termas de Rio Hondo, Austin, Le Mans, Barcellona, forse la meno imputabile a lui, e India): "Devo imparare ad accontentarmi", frase sentita spesso anche l’anno scorso. "O sul podio o nella polvere", i due estremi delle sue gare, perché accontentarsi è una scelta sofferta (che qualche volta, però, l’ha tenuto al riparo da ulteriori errori). Per certi versi è anche la grandezza di un campione che punta sempre al bottino più grosso, senza troppi calcoli o strategie di lungo periodo. Ma adesso la situazione ha preso una piega diversa.

Il recupero di Martin su Bagnaia

Martin ha mangiato cinquanta punti a Bagnaia in tre gare (da 62 a 13), il lusso di correre senza calcoli di classifica è inversamente proporzionale alla pressione che lo spagnolo inizia a fargli sentire. Un Martin motivato, in gran forma, che arriva da tre successi di fila (tra gare lunghe e sprint) e un podio altrettanto prezioso, che crede al titolo, che forse cerca una rivincita su chi non gli ha creduto nel 2022 (preferendogli Bastianini per il team ufficiale). Pecco lo sa, intuisce il pericolo, lancia moniti, ("Non dobbiamo più perdere punti") e cambia strategia. L’ha fatto in India, dopo un avvio tribolato in prova, azzardando in gara una gomma anteriore dura che lo esponeva a ogni piccola sbavatura nella sua guida quasi sempre perfetta. Lo sapeva e ha rischiato, "Perché dovevo stargli davanti", ha ammesso.

Il collettivo è la forza di Pecco

Bagnaia non sembra avere molte scelte in questo momento: deve rischiare di più, amministrando quando può permetterselo, attaccando quando il suo avversario ha carte migliori in mano. Lo spazio delle opzioni possibili va stringendosi, ma una qualità indiscussa del piemontese è il carattere, temprato da un titolo mondiale che gli ha dato una consapevolezza ulteriore su sé stesso e sui mezzi a sua disposizione. Oltre alla moto ufficiale, una squadra di grande livello professionale ed esperienza che spesso l’ha tratto d’impaccio indovinando le risposte giuste alle sue richieste. Il collettivo, come dicono nel calcio, è la sua forza. E su questa deve basarsi la reazione del campione del mondo, per vincere una sfida che si fa più appassionante di gara in gara.