Bagnaia, Bautista e Bulega: il 2023 è stato l'anno magico della Ducati

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Si chiude il 2023, è stato un anno magico per la Ducati, diventata la casa di riferimento a due ruote nel motorsport. L'azienda di Borgo Panigale ha firmato una tripletta per quanto riguarda i Mondiali piloti (Bagnaia in MotoGP, Bautista in Superbike, Bulega in Supersport), oltre ai titoli costruttori e team. Merito della sua struttura tecnica, che ha innovato i sistemi di lavoro e ha sfruttato il regolamento al meglio: il genio italiano combinato con un approccio moderno

DUCATI, LA PRESENTAZIONE IN LIVE STREAMING

Il rischio è che in Ducati si abituino ad altre stagioni come l’ultima, dove hanno vinto praticamente tutto: il titolo piloti e costruttori in MotoGP, in Superbike e in Supersort 600. In altre parole nel 2023 hanno sbancato, in un’annata da segnare a lettere d’oro nei loro archivi. La casa di Borgo Panigale oggi è il riferimento del motosport su due ruote. E non è un caso perché dietro questa superiorità c’è una strategia e soprattutto il lavoro di un reparto corse che tutti le invidiano, a cominciare dai giapponesi che ingoiano amaro e fanno campagna acquisti tra i suoi tecnici (ultimo in ordine di tempo Massimo Bartolini, responsabile delle performance, preso in Yamaha). Forse non durerà a lungo questa supremazia, perché la storia del motociclismo è fatta di cicli che si succedono e talvolta si ripetono, ma intanto…

Ducati, una tradizione di successi in Superbike

Stupisce meno il predominio nelle derivate di serie, dove la Ducati è nata agonisticamente e dove ha raccolto allori importanti fin dagli esordi, soprattutto a partire dagli anni ’90 e fin quasi a tutto il decennio successivo, quando la sfida era circoscritta a loro e alla Honda, poi sono subentrate Yamaha, Aprilia e infine Kawasaki che ha dominato dal 2015 al 2020 senza interruzioni. Stupisce di più il successo in Supersport, categoria trascurata a lungo dalla Ducati dove il successo è arrivato al secondo anno di presenza effettiva - dopo il cambio di regolamento che ha innalzato nel 2022 il limite di cilindrata - a conferma di una struttura progettuale di primo piano, grazie a Nicolò Bulega, transfuga dal Motomondiale.

Alvaro Bautista, campione del mondo della Superbike - ©Motorsport.com

Il dominio della "Rossa" in MotoGP

Colpisce invece, e ben di più, dopo un lungo digiuno interrotto l’anno scorso, il dominio totale in MotoGP, dove i prime tre posti del campionato piloti 2023 sono tutti targati Ducati con Bagnaia, Martin e Bezzecchi, e dove le otto moto schierate in pista, se da un lato spostano decisamente a suo favore l’equilibrio in griglia, dall’altro dimostrano l’alto livello tecnico raggiunto dalla casa emiliana che ha portato sul podio tutti i suoi piloti. Dopo le stagioni targate Honda e Yamaha, la Ducati ha raggiunto un primato tecnico che al momento sembra difficile da scalfire. Gran parte del merito è della sua struttura tecnica che ha innovato i sistemi di lavoro, a casa e in pista, ha sfruttato il regolamento meglio degli altri a cui va imputato un evidente ritardo nell’accogliere le innovazioni e una reazione lenta. Il genio italiano combinato con un approccio moderno ha dato frutti che possono ripetersi ancora a lungo, almeno fino a quando la risposta delle case concorrenti non si farà più aggressiva. A nessuno piace perdere, questa è la legge delle competizioni, ma lo sanno bene anche in Ducati, dove certo non dormono sugli allori.