Nadia Gresini: "Marquez è un campione rock, ha scelto noi perché sappiamo vincere"

l'intervista

"Marc è un pilota rock, sembrava un sogno averlo con noi e invece è tutto vero...". Così Nadia Padovani spiega l'ingaggio dell'otto volte campione del mondo Marquez con il team Gresini: "Sappiamo vincere, siamo professionali. In Ducati c'erano visioni contrastanti, ma sarà motivo di orgoglio averlo su questa moto. Con la morte di Fausto ho trovato una forza che non sapevo di avere"

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Il colpo dell'anno (e probabilmente del secolo) in MotoGP è senza dubbio il passaggio di Marc Marquez dalla Honda, con cui ha vinto i suoi sei Mondiali nella classe regina, al team privato Gresini Racing. Nadia Padovani, vedova dell'indimenticato Fauso e team principal della scuderia, ha spiegato come si è arrivati all'ingaggio dell'otto volte iridato in un'intervista al 'Corriere della Sera': "Sembrava impossibile che un otto volte campione del mondo potesse lasciare la Honda per un team privato, ha fatto notizia e ne farà ancora - ha detto -. La morte di mio marito ha fatto emergere quella forza che probabilmente già avevo, ma che non sapevo di avere. Sembrava un sogno anche avere Marc: soltanto quando l’ho visto guidare nel test a Valencia ho detto: “Allora è vero”. E ancora adesso mi sembra irreale, ma è con noi quindi..".

"Marc da noi perché siamo professionali. E poi c'è Alex..."

"Noi non saremmo mai andati a cercarlo, ci ha contattato il suo manager ma aveva un accordo con la Honda fino al 2024. Gli ostacoli non erano pochi. Ai miei ho detto: “Proviamo ad aspettarlo”, lo volevo assolutamente nella speranza che si allineassero tutti i pianeti. Ci ho creduto fino all’ultimo, ed è successo. Noi siamo professionali: e i risultati ottenuti con altri piloti in questi anni parlano per noi. Altrimenti non sarebbe venuto. Certo, poi ha influito anche il fatto che suo fratello Alex fosse già con noi. Dai Gp tornava a casa con il sorriso e raccontava... Marc è umile, tranquillo, amabile, determinato. Mi sembra che abbia un carattere diverso da Alex che è dolce e sensibile. Mi sembra sia più “rock". In Ducati c’era chi aveva paura di creare un clima di tensione con i piloti del team ufficiale, ma in realtà c’erano visioni contrastanti all’interno. Io credo che anche per loro sarà motivo d’orgoglio avere un otto volte campione del mondo su una Ducati".