Morbidelli: "Alla VR devo tutto. Che sfida recuperare dall’infortunio di inizio anno"
talent timeLunga chiacchierata di Sandro Donato Grosso con Franco Morbidelli per 'Talent Time'. Il pilota del team Pramac è tornato a parlare dell'infortunio subito a gennaio e del difficile recupero ("È stata una grandissima sfida, dopo l'incidente avevo paura"). Poi sul rapporto con la famiglia VR46, con cui correrà dal 2025: "Gli devo tutto, è grazie a loro se ho avuto la possibilità di realizzare il mio sogno". Nel VIDEO sopra l'intervista integrale
Questa stagione è iniziata in salita, però mano a mano sei tornato
"Siamo tornati ad andare forte, soprattutto al Sachsenring. Abbiamo avuto una leggera flessione ad Assen, ma comunque anche in gara ero pronto a giocarmi delle posizioni interessanti. Poi sono uscito di pista. Siamo arrivati ad un buon livello".
Questo ritorno è stato impegnativo come l’avevi immaginato? Più o meno?
"È stato più impegnativo di quanto avevo immaginato perché l’infortunio ad inizio anno mi ha complicato non poco la situazione. Recuperare da quell’infortunio, arrivare alla prima gara del campionato senza mai essere salito sulla moto, stando un mese fermo, è stata una grandissima sfida. Recuperare dall’infortunio è stata una grandissima sfida, ma ce l’abbiamo fatta".
L’incidente è successo il 31 gennaio a Portimao, ti hanno soccorso i fratelli Marquez. Ogni tanto ti ritorna?
“Non ricordo niente. L’ho completamente rimosso”.
Quante volte hai avuto paura che questo incidente e quello che è successo dopo possano aver impattato sulla tua carriera?
“Le due settimane dopo l’incidente avevo tanta paura, ma c’era tanta paura anche per la vita normale. Poi invece è sparito tutto vedendo che tutto tornava normale”.
La Ducati è una delle moto con le quali stai esprimendo il tuo potenziale migliore? Mi riferisco anche al passato e alle categorie minori
“Sicuramente, questa è una moto che si sposa con tantissimi piloti, che permette a molti piloti di esprimere il loro potenziale e vari tipi di guida. Anche a me sta dando una grandissima sensazione e una grandissima performance quando la guido. Sono molto contento. Direi che probabilmente sto esprimendo il mio livello migliore di guida, ma ancora non sono tornato a fare il mio livello migliore di risultati”.
Il margine di miglioramento dove risiede?
“A livello tecnico secondo me il margine c’è ancora con le gomme nuove nel time attack, dove il miglior risultato che ho fatto è quinto o sesto. Non è abbastanza per ambire a vincere delle gare. È un fondamentale dove i primi fanno una bella differenza”.
Cosa guardi dagli altri piloti?
“Bagnaia è il primo che vado a vedere quando torno. È molto bravo a far tutto, è molto preciso, sicuramente stacca fortissimo ed è il riferimento in molte aree”.
Martin e Marquez li guardi?
“Sì, guardo tutti. Vanno tutti molto forte. A sinistra Marquez fa veramente spavento”.
Tu come stai? Sei contento?
“Sto molto bene, è un periodo, a parte l’infortunio, dove sportivamente sta tornando tutto al top, quindi sono molto contento. Nella vita sto molto bene, sto con la mia ragazza da tantissimo tempo”.
Siete stati al matrimonio di Pecco, pensate di sposarvi?
"Ancora aspettiamo".
La famiglia VR, quanto devi essere grato e contento
“Devo tantissimo alla famiglia VR, praticamente tutto. Da loro ho avuto la possibilità di realizzare il mio sogno, che è stato vincere il mondiale [in Moto2 nel 2017, ndr.], di arrivare in MotoGP e vincere delle gare, essere ad alto livello in MotoGP. Ma anche un’altra grande cosa che ho imparato dalla famiglia VR è stato come affrontare la propria vita, come affrontare le proprie cose, che persona essere”.
Qual è la cosa che ti dice più spesso Valentino Rossi?
“Soprattutto mi chiede come sta andando. È sempre molto curioso e preoccupato di come stanno andando le cose”.
Grazie al fatto di esserti rimboccato le maniche, ti sei garantito un futuro nella MotoGP. La VR in questo ti ha tutelato perché te lo sei meritato. È un ulteriore conferma che la famiglia quando serve c’è
“Sì, sicuramente. Sono sempre stati tutti molto vicini a me. È un incontro a mezza strada, nel senso che se non vai, non varrebbe la pena rimanere in MotoGP, perché rimanere in MotoGP per fare il diciottesimo tutte le gare meglio di no”.
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Quando ti hanno comunicato che il futuro di Pramac sarebbe stato con la Yamaha, cosa hai pensato?
“Ho pensato che avrei dovuto cominciare a pensare anche ad altre soluzioni”.
Quando ripensi alla parentesi con Yamaha, cosa ti viene in mente?
“Ho imparato tantissimo dal mio periodo con Yamaha ufficiale. Non abbiamo raggiunto i risultati sperati, ma non lo giudicherei un periodo negativo. Sicuramente un pilota sta male se passa un periodo dove non vince. Ho avuto dei momenti in cui sono stato male, però ho imparato tanto e ho conosciuto tante belle persone e sono contento di questo”.
Cosa pensi della grande attenzione relativa a Marc Marquez e il suo futuro come pilota ufficiale Ducati al fianco di Bagnaia?
“È giusto che ci sia una grande attenzione su un otto volte campione del mondo. È un pilota che comunque dà sempre da chiacchierare, divide un po’. Quindi, è normale”.
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Mamma ti segue sempre?
“Segue le gare. Fortunatamente lei non è troppo dentro le gare, vuole sapere più come sto io”.
In un’intervista mi hai detto che nei momenti particolari di gioia e di difficoltà, parlavi con tuo padre. Succede ancora?
“Sì, ce l’ho sempre vicino”.
Se non avessi fatto il pilota di MotoGP cosa avresti fatto?
“Il barista, perché non saprei fare nient’altro. Le moto e il cocktail”.
Ricordo sui social una visita ai parenti brasiliani
“Sono stato molto contento di essere tornato in Brasile. Questo inverno a dicembre sono stato 20 giorni dalla mia famiglia a Recife. Siamo sempre stati in contatto, perché mia mamma è molto legata alla famiglia e chiama sempre in Brasile. Siamo sempre stati in contatto, ma erano 19 anni che non ci vedevamo. L’ultima volta che sono andato in Brasile avevo 10 anni; tornare mi ha dato una grandissima emozione. È stato bellissimo stare insieme alla mia famiglia che vive nel Brasile “vero”, a Pernambuco a nord-est del Brasile. Riconnettermi con le mie radici è stata una cosa che mi ha fatto bene”.