Acosta a Sky: "Con KTM come un matrimonio, un onore essere la loro priorità"
talent timeIn una lunga intervista rilasciata a Sandro Donato Grosso, Pedro Acosta ripercorre la sua carriera in KTM, con uno sguardo al futuro: "Un onore essere la prorità per il team, faremo cose belle insieme". Poi sul suo percorso in MotoGP: "Non è facile perché devi crescere velocemente, in alcune occasioni mi manca esperienza". Qui di seguito l'intervista completa al talento spagnolo
Quando eri piccolo che ragazzo eri? Eri tranquillo o eri lo squalo di Mazarron?
“Ero un piccolo 'bastardo', perché è vero che non ho fatto niente di grave ma qualche ragazzata l’ho combinata. Penso che con l’età io sia diventato più tranquillo”.
Qual è la soddisfazione più bella che finora ti sei tolto in carriera?
“Sicuramente la prima vittoria in Moto2. In Moto3 è arrivato tutto troppo velocemente, a otto gare dall’inizio della stagione ero già primo con 80 punti di vantaggio e il grosso era già fatto. È vero che poi Foggia ha iniziato a recuperare punti e il campionato si è fatto più competitivo, però all’inizio era facile. Dopo è arrivata la Moto2 e tutto ha iniziato a essere più difficile, sono caduto tante volte, ho fatto tanti errori. Per questo penso che la prima vittoria qui sia stata più sudata per me. Dopo la prima vittoria sono arrivati il podio al Sachsenring, il quarto posto ad Austin e la vittoria ad Aragon; ha iniziato tutto a essere più normale, ma l’inizio in Moto2 è stato difficile”.
Quando eri piccolo e combinavi qualche ragazzata chi ti prendeva per le orecchie?
“Sicuramente la mamma. Papà non era tanto a casa perché lavorava sulle barche”.
Bello il rapporto che hai con la tua famiglia, devi ringraziarli tanto...
“Sicuro, senza la mia famiglia non sarei potuto arrivare qua, ma nemmeno alla Rookies Cup con il tema dei soldi. Dopo la mia prima stagione al CEF era facile che tutto si fermasse, perché non avevamo più soldi per farlo”.
Che rapporto hai con i soldi? Ti piace guadagnare? Ti sei comprato una macchina?
“No, non ho comprato niente. Provo ad essere il ragazzo più normale del mondo, perché come tutto arriva in un attimo, così può anche sparire in un attimo. È facile che quando tutto è a posto, arriva un momento in cui tutto cade. Per quello penso sia meglio stare coi piedi per terra”.
Però qualche sfizio te lo sei tolto? Per esempio un orologio.
“Quello l’ho comprato il primo anno del mondiale”.
Quando noi all’inizio della stagione abbiamo iniziato ad intervistarti, era un mix tra espressività e linguaggio colorito...
“Cerco di essere naturale. Se non posso essere come voglio, cosa ci faccio qua?”.
Stai diventando il punto di riferimento di KTM, sempre avanti in griglia di partenza, ora hai anche provato la moto nei test; com’è questo percorso?
“Non è facile, perché a volte devi crescere in maniera più veloce del normale. Anche in questo anno di MotoGP, perché mi manca l’esperienza e a volte mi servirebbe più tempo. Comunque è un onore essere la priorità della KTM”.
Come cambierà l’anno prossimo? Esempio, tu nei test sei uno che vuole provare tante cose in vista dell’anno prossimo?
“Penso che l’unica cosa che cambierà sarà che non indosserò più la maglia rossa, ma quella arancione. È l’unico grande cambiamento”.
Qual è stata la gara che ti è piaciuta di più?
“Sicuramente Austin. Portimao è andata bene, sono andato a podio. È stata una combinazione di cose".
Sei partito bene, poi ci sono state un po’ di cadute e ti sei un po’ perso, perché?
“Penso che la MotoGP non sia facile come la Moto2. In MotoGP hai tantissime cose, è facile perdersi un po'. A volte penso sia meglio rallentare e pensare a dove poter arrivare con il pacchetto che abbiamo”.
Ora ti stai ritrovando, quindi c'è una terza fase...
“Tornare indietro per andare avanti. Alla fine siamo andati un’altra volta ad Aragon con moto e setting dell’America, poi abbiamo iniziato a fare re-setup in qualche punto, ma sempre con la base di inizio anno”.
Ma sei pronto per vincere?
“È una necessità. Vincere è un potere che ti permette di non perdere, perché quando inizi a vincere ti senti come Superman, che non puoi perdere. Quando inizi a vincere inizi anche a giocare per il mondiale e allora arrivare secondo non è perdere, perché porta più punti del terzo. A volte vincere non vuol dire arrivare primo”.
Ho visto che sei andato sui kart con Oscar Piastri, a un certo punto hai detto di sentirti come Fernando Alonso, come Ayrton Senna...
“Quando sei veloce ed è tutto al livello che ti aspetti, inizi ad avere quella fiducia in te che si alimenta da sola. Una volta che inizi è tutto più facile. Spero di continuare ad avere questa fiducia”.
Hai mai sognato di guidare una moto che non sia KTM?
“No, non penso che succederà. La mia relazione con KTM è come un matrimonio, è qualcosa che è difficile da mettere via. Faremo cose belle”.
Si sono dati da fare, stanno lavorando tantissimo...
“In questi quattro anni hanno sempre dato il 120% per me, anche quando la situazione era difficile. In Moto3 ci mancava tanto e hanno fatto un grande lavoro per essere competitivi”.
Tu nella battaglia in pista ti esalti? Qual è il corpo a corpo che ti è piaciuto di più?
“La rimonta che ho fatto in Portogallo è stata bella, perché dal fondo sono tornato davanti, ho passato Miller e Binder, anche la lotta che ho fatto con Bagnaia, che è stato l’unico a rallentarmi, sono stato 10-12 giri dietro di lui”.
Però anche i campioni ti rispettano.
“Provo a farmi rispettare. Loro hanno tantissima esperienza più di me e sono campioni del mondo; alla fine loro sono ad un livello più alto”.
Parlavamo del mercato, eri interessato alla scelta di Ducati per il post nel team ufficiale...
“Era come una telenovela. Un giorno sembrava che dovesse andare Marquez, poi Martin, poi Bastianini”.
Marquez-Bagnaia come la vedi?
“Difficile a dirsi, vediamo l’anno prossimo”.
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Usi i social? I post li fai tu?
“No, ho un press officer”.
Le ragazze ti scrivono?
“No, niente. Ma meglio così”.
Hai la ragazza?
“Non più, fare il pilota di MotoGP è difficile”.
Al di là dello sport, hai un sogno?
“Spero che tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare fin qua arrivino in un bel posto”.