Moto, muore a 13 anni a Indianapolis: l'annuncio su Facebook
MotoriE' una tragica sorte quella di Peter Lenz, baby-centauro che come tanti ragazzi della sua età amava la velocità e dialogare col mondo via social network, ma alla curva del destino si è schiantato contro un muro con la sua 125, sulla mitica pista
A vederlo in sella alla sua moto, tuta in pelle e casco professionale incassato tra le spalle, Peter Lenz sembrava un uomo. Sotto quella corazza, invece, c'era un bambino. Capelli biondi a spazzola, sorriso disarmante e occhi grandi che sognavano un futuro da campione del mondo. Illusi da giudizi seducenti e dai tanti sponsor che già lo stipendiavano.
Una piccola macchina per soldi, ma anche un pilota in miniatura di talento. La trafila l'aveva iniziata a 7 anni, sulle minimoto. Quest'anno era arrivato al trofeo Moriwaki MD250H, la classe continentale per debuttanti. Con 4 vittorie e 5 podi in 12 gare era in testa al campionato. Il suo sogno si è fermato a Indianapolis. Sulla pista dove poche ore dopo avrebbe corso il suo idolo, Valentino Rossi, Peter è caduto ed è stato investito in pieno da un'altra moto prima ancora dell'inizio della gara, durante il warm up.
Trasportato d'urgenza all'Ospedale Metodista di Indianapolis, è morto in sala operatoria per le ferite riportate. L'annuncio della morte l'ha dato la sua famiglia su facebook: "E' morto facendo quello che amava", ha scritto il padre. Ma non può essere una consolazione.
Già l'anno scorso Peter aveva rischiato la vita in un grave incidente. Se l'era cavata, per così dire, con una brutta frattura scomposta di una gamba, la rottura di un braccio e diverse lesioni ai legamenti. I medici gli avevano ridato il sorriso, un nuovo team gli aveva ridato una moto. Quella con cui a Indianapolis Peter sognava un'altra vittoria e non ha nemmeno iniziato la corsa. Sognava di diventare come Valentino, Stoner, Hayden, Edwards… Invece ha condiviso il destino di Kato, Dunlop, Saarinen e Pasolini. Lui però aveva solo 13 anni.
Una piccola macchina per soldi, ma anche un pilota in miniatura di talento. La trafila l'aveva iniziata a 7 anni, sulle minimoto. Quest'anno era arrivato al trofeo Moriwaki MD250H, la classe continentale per debuttanti. Con 4 vittorie e 5 podi in 12 gare era in testa al campionato. Il suo sogno si è fermato a Indianapolis. Sulla pista dove poche ore dopo avrebbe corso il suo idolo, Valentino Rossi, Peter è caduto ed è stato investito in pieno da un'altra moto prima ancora dell'inizio della gara, durante il warm up.
Trasportato d'urgenza all'Ospedale Metodista di Indianapolis, è morto in sala operatoria per le ferite riportate. L'annuncio della morte l'ha dato la sua famiglia su facebook: "E' morto facendo quello che amava", ha scritto il padre. Ma non può essere una consolazione.
Già l'anno scorso Peter aveva rischiato la vita in un grave incidente. Se l'era cavata, per così dire, con una brutta frattura scomposta di una gamba, la rottura di un braccio e diverse lesioni ai legamenti. I medici gli avevano ridato il sorriso, un nuovo team gli aveva ridato una moto. Quella con cui a Indianapolis Peter sognava un'altra vittoria e non ha nemmeno iniziato la corsa. Sognava di diventare come Valentino, Stoner, Hayden, Edwards… Invece ha condiviso il destino di Kato, Dunlop, Saarinen e Pasolini. Lui però aveva solo 13 anni.