Pugni e sorpassi da brividi: Le Mans come nel far west
MotoriNel weekend in Francia è successo praticamente di tutto. Stoner ha colpito con un cazzotto De Puniet durante il warm up, in gara Simoncelli duella con Pedrosa che cade e si rompe una clavicola. Infine Rossi che sorpassa Dovizioso con le bandiere gialle
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FOTO: l'Album della stagione 2011
Il week end del GP di Francia è stato quasi certamente uno dei più "disordinati" della storia del campionato mondiale. Episodi strani, nervosi e poco chiari hanno caratterizzato non un solo giorno, ma tutto l'evento di Le Mans, alla faccia di chi rimproverava alla MotoGP di essere poco interessante con solo 17 partenti. E invece pochi piloti e poche moto fatto uno spettacolo ben articolato, tra pista e fuori. Già, perchè stavolta non è stato l'atto sportivo dell'andare in moto a fare notizia, ma c'è stata anche l'onda lunga delle polemiche nate subito dopo la riunione della Safety Commission, vero primo atto di tutti gli episodi accaduti domenica.
Venerdì pomeriggio, dopo le prove libere, i piloti si riuniscono con i vertici Dorna per la consueta Safety Commission. Si tratta di un organismo, come spiegato dallo stesso Valentino Rossi, creato all'indomani del tragico incidente di Daijiro Kato a Suzuka. Da quel momento, era il 2003, i piloti mettono bocca sulla sicurezza delle piste, sulle gomme, bocciano o approvano i nuovi tracciati, insomma fanno un lavoro utile per evitare il più possibile conseguenze pesanti in caso di incidente. Ebbene, venerdì scorso alla riunione si presentano anche Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Hector Barberà e Casey Stoner.
Tutti con il dito puntato su Marco Simoncelli. Scoppia naturalmente la polemica. Simoncelli si sente attaccato e accusato - in quel momento - ingiustamente di essere scorretto. Stoner lo incalza davanti ai giornalisti: "Sei un pilota forte e veloce, non hai bisogno di guidare in quel modo". Simoncelli abbozza, ma replica: "Ok ma non capisco di cosa stiamo parlando non è successo nulla". Domenica Stoner, che predicava la fratellanza in pista, molla un pugno a De Puniet e Simoncelli manda ko Dani Pedrosa che ritorna in Spagna con una clavicola spaccata.
Non basta però. C'è anche Valentino Rossi, che nella bagarre per il secondo posto con Dovizioso (vinta da quest'ultimo), non si accorge che, per la caduta di Pedrosa, nel punto in cui è in lotta con il pilota della Honda, c'è una bandiera gialla, che impedisce - a norma di regolamento - il sorpasso. Rossi passa Dovizioso e nessuno si accorge della bandiera. Ebbene, anche in questo caso doveva scattare una penalizzazione, come accaduto per il pugno di Stoner (5000 euro di multa), per il sorpasso di Simoncelli (passaggio ai box) e per Biaggi in SBK nella gara di Monza (passaggio ai box).
Quello che è certo in questo momento è che nel motociclismo manca un organo chiaro e definito che legiferi e che faccia rispettare le regole. Di fatto la Federazione Internazionale ha delegato gli organizzatori dei campionati mondiali di fare le regole e implicitamente di farle rispettare. Una presenza della FIM più incisiva potrebbe cambiare le cose in meglio, anche solo controllando il lavoro degli organizzatori e sanzionandolo o correggendolo quando questo sia sbagliato. Nel week end di Le Mans, infatti, i piloti che hanno provato tra di loro a trovare delle regole, sono finiti 'vittime' del loro stesso nervosismo.
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Il week end del GP di Francia è stato quasi certamente uno dei più "disordinati" della storia del campionato mondiale. Episodi strani, nervosi e poco chiari hanno caratterizzato non un solo giorno, ma tutto l'evento di Le Mans, alla faccia di chi rimproverava alla MotoGP di essere poco interessante con solo 17 partenti. E invece pochi piloti e poche moto fatto uno spettacolo ben articolato, tra pista e fuori. Già, perchè stavolta non è stato l'atto sportivo dell'andare in moto a fare notizia, ma c'è stata anche l'onda lunga delle polemiche nate subito dopo la riunione della Safety Commission, vero primo atto di tutti gli episodi accaduti domenica.
Venerdì pomeriggio, dopo le prove libere, i piloti si riuniscono con i vertici Dorna per la consueta Safety Commission. Si tratta di un organismo, come spiegato dallo stesso Valentino Rossi, creato all'indomani del tragico incidente di Daijiro Kato a Suzuka. Da quel momento, era il 2003, i piloti mettono bocca sulla sicurezza delle piste, sulle gomme, bocciano o approvano i nuovi tracciati, insomma fanno un lavoro utile per evitare il più possibile conseguenze pesanti in caso di incidente. Ebbene, venerdì scorso alla riunione si presentano anche Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Hector Barberà e Casey Stoner.
Tutti con il dito puntato su Marco Simoncelli. Scoppia naturalmente la polemica. Simoncelli si sente attaccato e accusato - in quel momento - ingiustamente di essere scorretto. Stoner lo incalza davanti ai giornalisti: "Sei un pilota forte e veloce, non hai bisogno di guidare in quel modo". Simoncelli abbozza, ma replica: "Ok ma non capisco di cosa stiamo parlando non è successo nulla". Domenica Stoner, che predicava la fratellanza in pista, molla un pugno a De Puniet e Simoncelli manda ko Dani Pedrosa che ritorna in Spagna con una clavicola spaccata.
Non basta però. C'è anche Valentino Rossi, che nella bagarre per il secondo posto con Dovizioso (vinta da quest'ultimo), non si accorge che, per la caduta di Pedrosa, nel punto in cui è in lotta con il pilota della Honda, c'è una bandiera gialla, che impedisce - a norma di regolamento - il sorpasso. Rossi passa Dovizioso e nessuno si accorge della bandiera. Ebbene, anche in questo caso doveva scattare una penalizzazione, come accaduto per il pugno di Stoner (5000 euro di multa), per il sorpasso di Simoncelli (passaggio ai box) e per Biaggi in SBK nella gara di Monza (passaggio ai box).
Quello che è certo in questo momento è che nel motociclismo manca un organo chiaro e definito che legiferi e che faccia rispettare le regole. Di fatto la Federazione Internazionale ha delegato gli organizzatori dei campionati mondiali di fare le regole e implicitamente di farle rispettare. Una presenza della FIM più incisiva potrebbe cambiare le cose in meglio, anche solo controllando il lavoro degli organizzatori e sanzionandolo o correggendolo quando questo sia sbagliato. Nel week end di Le Mans, infatti, i piloti che hanno provato tra di loro a trovare delle regole, sono finiti 'vittime' del loro stesso nervosismo.
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