Motor Show, una risposta verde al mercato della crisi

Motori
Uno dei veicoli elettrici esposti al Motor Show di Bologna
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Si chiude oggi l'edizione numero 37 del salone bolognese, nell'anno più difficile per il settore dell'auto italiano. Nel regno di velocità e motori rombanti da sogno, protagonista la rivoluzione silenziosa della mobilità sostenibile

di Lorenzo Longhi
(da Bologna)

Qualche anno fa, neanche troppi in realtà, l'allestimento di un padiglione come il numero 25 di questo Motor Show sarebbe stato snobbato. Dove dovrebbero regnare motori rombanti e odore di benzina, all'apertura delle porte vince il silenzio. Automobili e colonnine elettriche, prese di alimentazione da film di fantascienza e aria respirabile. E' la mobilità sostenibile: perché auto elettriche, ibride e a metano sono state il principale segno di cambiamento - tanto visibile quanto apprezzato - della edizione numero 37 del Motor Show di Bologna, che si chiuderà oggi a Bologna Fiere.

Storia di un salone coraggioso ai tempi della crisi. I numeri del mercato italiano, del resto, erano già noti ed impietosi: 1,4 milioni di immatricolazioni per il 2012 con un calo del 44% rispetto a cinque anni fa e con uno scenario, per il 2013, che nelle previsioni prevede un incremento del 10% (1.550.000 immatricolazioni) che comunque rappresenta un calo del 34% sulla media annua del periodo ante-crisi.

"Esserci è già un successo", diceva Giada Marchetti, ad di Gl Events, organizzatrice del Motor Show, nel presentare il salone più difficile. Così la rassegna bolognese, per questa edizione, ha dovuto fare di necessità virtù: cinque giorni di apertura (erano undici, negli anni migliori), diversi padiglioni chiusi, appena 11 marchi in esposizione - perché, appunto, con i guai del mercato italiano, molte case preferiscono i saloni esteri - ma con alcune gustose anteprime e, appunto, un occhio al futuro.

Poi lustrini e paillettes, esibizioni acrobatiche e gare di velocità, auto da sogno e hostess da tempesta ormonale per i visitatori maschi più giovani, non sono certo mancate. Del resto, il pubblico pare avere ripagato con un certo interesse. In attesa dei dati finali sulle presenze, le prevendite avevano fatto registrare un aumento del 10% (favorito da prezzi più modici ed agevolazioni significative) e, fra i padiglioni, la "mossa" non è mancata. Perché, se c'è qualcosa che appunto da anni caratterizza il Motor Show, è il suo carattere popolare. I 34 milioni di visitatori delle edizioni precedenti raccontano che, crisi o meno, un salone italiano ha ancora senso. I prossimi mesi chiariranno, poi, se i marchi dell'auto accetteranno ancora la sfida.